50. Reason

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I'm not a perfect person
There's many things I wish I didn't do
But I continue learning
I never meant to do those things to you
And so I have to say before I go
That I just want you to know

I've found a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
And the reason is you.

[Reason - Hoobastank]

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MICHAEL.

C'era soltanto una cosa che odiavo più dell'essere svegliato al mattino presto, ed era essere svegliato al mattino presto dal suono del mio cellulare.

La fastidiosa suoneria rimbombò nella stanza improvvisamente, facendomi svegliare di soprassalto e quasi cadere dal letto, tanto per cambiare. Mi guardai intorno con un'espressione confusa sul volto, poi mi resi conto di essere ancora in camera di Moe e tutti i ricordi della notte precedente si riversarono nella mia mente come un fiume in piena. Era stata probabilmente la sera più bella di tutta la mia vita e Moe era la persona più straordinaria che avessi mai conosciuto. Lei... Dove diavolo era finita?

Mi guardai intorno un'altra volta e mi resi conto che non era nella camera insieme a me, ma, quando guardai a terra, verso la pila dei nostri vestiti, e notai la mancanza della mia felpa, capii immediatamente che Moe doveva aver mantenuto fede alla sua promessa di prepararmi la colazione con addosso i miei vestiti che aveva fatto quel giorno a casa mia. Sorrisi come un ebete al pensiero, ma poi la fastidiosa suoneria del mio cellulare mi riportò alla realtà, facendomi alzare gli occhi al cielo, prima di rispondere senza guardare chi stesse chiamando.

«Pronto?» bofonchiai, in tono decisamente ostile.

«Michael?» domandò la voce all'altro capo, con un pizzico di confusione.

«Si, Calum, mi hai chiamato tu.» grugnii, passandomi una mano nei capelli sicuramente sconvolti e poi facendola scivolare sul mio viso, ugualmente sconvolto. «E per la cronaca, sai qual è la regola: non puoi chiamarmi prima delle undici e mezza, a meno che tu, Ashton o Luke non siate morti, o in punto di morte. Qualcuno di voi è morto o in punto di morte?»

«No, Michael, ma...» cercò di nuovo di intervenire, prima che lo interrompessi un'altra volta.

«La vostra camera è stata invasa da alieni e/o piante carnivore assatanate?» domandai ancora, guardandomi distrattamente intorno per la seconda volta.

«Perché delle piante carnivore assatanate dovrebbero invadere proprio la nostra stanza?» chiese il mio amico, palesemente confuso. «Comunque non è questo il punto, io...»

«Luke è di nuovo caduto nel water?» insistetti, sbuffando al solo pensiero.

«No...» replicò il mio amico. «Aspetta. Luke una volta è caduto nel water?» domandò, con voce a metà tra lo stupito e lo scandalizzato.

«Si, l'anno scorso. È tornato molto tardi da una festa ed era talmente stanco e ubriaco che è caduto nel gabinetto alla turca che c'è al primo piano del dormitorio.» risposi in tono piatto, recuperando i miei pantaloni dal pavimento e rimettendomeli con qualche intoppo, cercando anche di rimuovere dalla mia testa l'immagine del mio amico accartocciato nel bagno.

«Che schifo.» biascicò Calum, e io riuscii perfettamente ad immaginare la sua espressione disgustata. «Ma, Mike...»

«Che c'è, Calum? Che c'è?» esplosi io, agitando una mano in aria e facendo risuonare la mia voce nella stanza.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora