40. No More Lies

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I need you like you need me
Truly and completely
Never be apart
I think that you should tell me
Come right out and tell me
Just what's in your heart

[No More Lies - Moody Blues]

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- Ma... Ma I tuoi genitori non si arrabbieranno vedendoci arrivare così senza preavviso? - domandai con voce tremante e agitata, proprio mentre Michael parcheggiava Harvey nel vialetto di casa sua.

Non ci era voluto così tanto per raggiungerla (sicuramente meno di quanto ci impiegavo io per tornare da Beth), ma non era nemmeno nel centro della cittadina che si trovava subito dopo Stirling. La bellissima villetta a due piani di mattoni bianchi, con il tetto scuro, il giardino perfettamente tagliato e vasi di fiori colorati sotto quasi ogni finestra, si trovava su una collina che torreggiava sulla città, ed era circondata da una fitta coltre di alberi di ogni tipo sui lati e sul retro.

Non era una giornata particolarmente bella (come praticamente ogni altra giornata in Scozia) e l'umidità faceva gonfiare i miei capelli, già incasinati, in modo alquanto fastidioso, ma la temperatura non era affatto sgradevole e la splendida vista che si godeva dalla collina migliorava leggermente il quadro generale.

- È casa mia, Moe. - rise brevemente lui, uscendo dall'auto e chiudendola subito dopo che anche io avevo fatto la stessa cosa. - E comunque i miei non ci sono. -

- A-ah no? - chiesi con voce gracchiante, afferrando al volo le chiavi della macchina che Michael mi aveva appena tirato (dovevo ammettere che ero alquanto stupita dai miei riflessi),

- No, nei giorni prima di Natale vanno sempre da mia zia Clara ad Edimburgo. - mi spiegò, mentre entrambi salivamo i gradini del portico e raggiungevamo la porta d'ingresso. Michael si mise a frugare nelle sue tasche alla ricerca delle chiavi di casa e per un attimo pensai seriamente che le avesse dimenticate, ma poi all'ultimo tirò fuori una singola chiave e la infilò nella serratura, facendola scattate immediatamente.

- E tu non vai mai con loro? - domandai con voce flebile, desiderosa di saperne di più sulla sua situazione familiare. Era passato un bel po' di tempo ed erano successe veramente un sacco di cose, ma non avevo dimenticato il fatto che Mike chiamasse sua madre per nome e nessuno ne sapesse il motivo.

Non volevo spingerlo a dirmi cose che non si sentiva ancora pronto a confidare, anche perché fino a qualche ora prima ero convinta che l'avessi perso per sempre, quindi non mi sembrava il caso di rimetterci a litigare per una cosa così stupida; ma allo stesso tempo volevo davvero saperne di più su di lui e si come fosse la sua vita al di fuori del college.

- No. - replicò semplicemente, aprendo la porta e lasciandomi entrare per prima. - Te l'ho detto, non torno quasi mai a casa. - sospirò, lasciando cadere il mio zaino accanto all'entrata e rimanendo in silenzio, mentre sia io che lui ci guardavamo intorno.

Come avevo immaginato guardandola da fuori, la casa di Michael era molto spaziosa e accogliente: l'entrata si apriva direttamente sulla destra in un ordinatissimo e pulitissimo salotto, con la moquette di un tenue grigio chiaro e parecchi quadri e attestati appesi alle pareti chiare; mentre sulla sinistra si affacciava su una cucina in legno che però scorsi solo in parte. Esattamente davanti a me, invece, vi erano delle scale che supposi portassero alle camere da letto al piano di sopra.

- Casa dolce casa. - bisbigliò lui, guardando verso la scalinata e lasciandosi andare ad un breve sospiro.

- Da quanto tempo non tornavi qui? - sussurrai a mia volta, voltandomi verso di lui solo alla fine della domanda.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora