8. Innocent

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- Vedrai, Moe, ti piacerà un sacco la nostra soffitta. - sentenziò Ash, voltandosi indietro e rivolgendomi un adorabile sorriso.

Era venuto a recuperarmi subito dopo la mia ultima lezione del pomeriggio e mi aveva assicurato che Luke, Cal e Michael ci avrebbero aspettati direttamente lì. Ero felice che i ragazzi fossero così entusiasti di farmi sentire la loro musica e allo stesso tempo ero impaziente di conoscere Michael (sempre che anche questa volta non avesse deciso di accampare una scusa e non presentarsi).

Stavamo salendo la stretta scalinata che ci avrebbe condotti a quella che lui aveva definito la loro "soffitta" e io non riuscivo a smettere di rigirarmi l'orlo del maglione tra le dita. Non sapevo perché fossi così agitata, ma sicuramente non stavo passando un periodo semplice; tra la morte dei miei, l'essere scaraventata in un altro continente, l'aver iniziato il college e l'essere stata baciata dal ragazzo più strano che avessi mai visto (senza nemmeno avergli mai rivolto la parola), ero convinta che la mia vita non potesse essere più complicata di così.

- Eccoci qui. - gongolò lui, spalancando la porta e lasciandomi intravedere una stanza non troppo grande, con un trasandato divano di pelle nera posizionato accanto alla parete sinistra e degli strumenti, che supposi essere i loro, sparpagliati per la stanza.

- Ciao Moe! - esclamò Luke, venendomi incontro con un gigantesco sorriso stampato sul volto.

- Chi diavolo è Moe? - borbottò una voce che non conoscevo, proveniente dal fondo della stanza.

Mi sporsi leggermente in avanti per cercare di vedere il volto del ragazzo che aveva parlato, ma lui era accucciato di schiena per collegare la sua chitarra all'amplificatore, quindi fu tutto inutile.

- Sono contenta che tu sia venuta, alla fine. - proseguì il mio amico, poggiandomi una mano sulla schiena e conducendomi verso il centro della stanza, dove Calum, che mi rivolse un cenno della mano e il solito sorriso adorabile, stava accordando il suo basso.

Anche Ashton andò a posizionarsi alla sua batteria e io mi diedi un'ultima occhiata intorno, cercando di trattenere l'impulso di continuare a fissare la schiena del ragazzo a me sconosciuto finché non si fosse voltato nella mia direzione.

- E finalmente posso farti conoscere questo brontolone. - sentenziò Luke, facendomi voltare e mostrandomi il ragazzo che così a lungo avevo atteso di incontrare. - Lui è il mio coinquilino, Michael. -

Il mio sguardo si concentrò immediatamente sul suo viso e d'istinto risucchiai un respiro; perché i suoi occhi erano verdi... e i suoi capelli blu.

Evidentemente, la mia vita poteva essere più complicata di così

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Evidentemente, la mia vita poteva essere più complicata di così.

Rimasi a fissarlo allibita, con le labbra socchiuse e gli occhi spalancati, mentre lui faceva esattamente la stessa cosa. Di tutte le persone che avrei potuto ritrovarmi davanti, lui non era nemmeno contemplato come opzione. Ma almeno ora sapevo il suo nome.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora