38. I Will Be

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There's nothing I could say to you
Nothing I could ever do to make you see
What you mean to me
All the pain, the tears I cried
Still you never said goodbye and now I know how far you'd go
I know I let you down but it's not like that now
This time I'll never let you go.

[I Will Be - Avril Lavigne]

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- E a quel punto quel deficiente di Luke è scivolato e ha fatto cadere l'intera pila di libri di Claire in una pozzanghera. - bofonchiò Jenna, lanciando una camicetta rosa nella sua valigia (rosa anche quella ovviamente) e alzando gli occhi al cielo, mentre io la osservavo standomene seduta a gambe incrociate sul mio letto. Sarebbe rimasta a casa di Luke per soltanto tre giorni, ma sembrava che stesse partendo per un viaggio intorno al mondo da tanta roba stava infilando nel suo bagaglio.

Io alla fine avevo deciso di non andare, sia per paura che Michael decidesse di presentarsi all'ultimo minuto sia perché non volevo dover mentire tutto il tempo ai miei amici facendo credere loro che tutto andava bene. Era passato praticamente un mese dall'ultima volta in cui avevo visto lo strano ragazzo dai capelli colorati che mi aveva sconvolto completamente la vita, ma, nonostante non avessi più crisi di pianto improvvise e i miei occhi avessero ripreso un aspetto quasi umano, passavo ancora la maggior parte delle notti insonni e non riuscivo a mangiare quasi nulla.

- Quindi che ha fatto lei? - domandai, fingendo di essere interessata alla sua storia.

- Ha iniziato a ridere. - sentenziò, quasi più parlando per sé stessa che per me. - Ha iniziato a ridere! - ripeté, questa volta in tono sconcertato è più alto rispetto a prima.

- Beh, tanto meglio per Luke. - alzai le spalle, prendendo a giocare distrattamente con un filo che usciva dalla manica della mia felpa nera. Era sempre stata una delle mie preferite. Colton me l'aveva regalata quando avevo compiuto diciotto anni, sostenendo che la frase che vi era stampata sopra mi rispecchiasse pienamente e, anche visto che la citazione in questione era tratta da uno dei miei telefilm preferiti, non avevo potuto che essere d'accordo. Le lettere bianche che componevano la scritta "NORMAL PEOPLE SCARE ME" ormai si erano quasi del tutto deteriorate, ma ero talmente affezionata a quella felpa che non l'avrei buttata via per tutto l'oro del mondo.

- Secondo me quella ragazza ha qualcosa che non va. - scosse la testa Jenna, spalancando gli occhi e adoperandosi per piegare una delle sue innumerevoli gonne di jeans firmate.

- È solo una persona positiva. - replicai svogliatamente, stendendomi su un fianco e poggiando la testa sul mio cuscino.

- Non è una persona positiva, è cretina! - sbottò lei. - Come puoi ridere dopo che il tuo quasi ragazzo ha fatto cadere tutti i tuoi libri in una pozzanghera? -

- Evidentemente le facevano schifo i libri. - azzardai, lasciando che l'ombra di un sorriso mi attraversasse il volto.

- Molto divertente, Shiver. - mi rimbeccò sarcasticamente, lanciandomi un'occhiata di traverso e sorridendomi brevemente.

- È che non capisco cosa tu abbia contro Claire, secondo me è simpatica. - alzai le spalle, sbadigliando sonoramente tra una parola e l'altra.

- È troppo felice ed entusiasta riguardo a tutto, non sembra nemmeno umana! - sbottò, alzando gli occhi al cielo per l'ennesima volta e infilando nella valigia un paio di calzini alquanto imbarazzanti. Inutile precisare che anche quelli fossero rosa fluo.

Non risposi alla sua affermazione e il silenzio scese nella stanza per qualche secondo, perciò io ne approfittai per sistemarmi meglio sul letto, spostando la mano sinistra sotto al cuscino e rannicchiando le gambe al petto. Continuai ad osservare Jenna mentre preparava le sue cose e per un attimo valutai l'opzione di dirle tutto: sia quanto la mia vita fosse un casino sia quanto io stessi soffrendo.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora