10. Bravery

54.6K 3K 1.6K
                                    

Dovevo seriamente considerare l'idea di iscrivermi in palestra. Da quando tre rampe di scale mi lasciavano letteralmente senza fiato? Ok, le avevo percorse correndo come una forsennata, ma non era comunque normale!

Ad ogni modo, con un fiatone epocale, raggiunsi finalmente la porta della soffitta in cui i ragazzi facevano le prove e alzai il vaso sotto cui sapevo esserci le chiavi per aprire. (Avevo visto Ashton mentre le recuperava, la volta precedente.)

L'unico posto in cui avevo visto Michael era quello e sapevo che prima o poi ci sarebbe tornato di certo, perciò ecco la mia soluzione: avrei lasciato il suo stupido ombrello lì e lui se lo sarebbe ripreso. Certo, così non avrei ricevuto nessun chiarimento riguardo al fantomatico bacio, ma forse alla fine avrei avuto anche quello; un po' di ottimismo non poteva che farmi bene... Anche se l'ultima volta in cui ero stata ottimista ero finita con un piede in una pozzanghera fangosa.

Scacciando tutti quei pensieri dalla mia testa, poggiai lo zaino sul pavimento di parquet e tirai fuori l'ombrello, una penna e l'ennesimo foglietto tutto spiegazzato. Mi sedetti sul divano e, usando le mie gambe come supporto, scarabocchiai un malandato "Grazie" sul foglietto, lo posai sul divano insieme all'ombrello e poi mi alzai, soffermandomi ad osservare il mio lavoro. Forse, insieme all'iscrizione in palestra, avrei dovuto considerare anche l'idea di un corso di calligrafia, constatai con disappunto.

- Che diavolo ci fai tu qui? -

Sobbalzai per lo spavento e mi portai una mano al petto, voltandomi per incontrare il volto del mio interlocutore; anche se in realtà avevo riconosciuto subito la sua voce, nonostante lo avessi sentito parlare soltanto una volta.

- I-io... - balbettai, presa alla sprovvista, mentre lui mi osservava con le sopracciglia sollevate. - I tuoi capelli sono azzurri. - sussurrai infine, dopo averlo osservato meglio.

- Che occhio, Sherlock. - borbottò lui sarcasticamente, lasciando a sua volta cadere lo zaino sul parquet e chiudendosi la porta alle spalle. - Ma non hai risposto alla mia domanda. -

- Io volevo semplicemente... - Lasciai la frase in sospeso e gli indicai il divano, dove si trovava il suo ombrello.

Lui si avvicinò pigramente, quasi strisciando i piedi a terra, e lo vidi spalancare leggermente gli occhi quando si rese conto dell'oggetto che aveva davanti, ma subito si ricompose e riassunse la sua espressione svogliata.

Afferrò lo spiegazzato foglietto tra due dita (che mi maledissi per aver scritto) e aggrottò le sopracciglia. - Che cazzo c'è scritto qui sopra? - domandò, avvicinandovi la faccia e cercando di decifrare la mia pessima scrittura. - G-gra-grazie? -

In quel momento avrei voluto che il pavimento si aprisse e mi inghiottisse, facendomi scomparire dalla vista di quel ragazzo, che aveva il potere di mettermi a disagio come mai nessun altro.

- Lascia perdere. - borbottai, arrossendo e recuperando il mio zaino da terra.

Lo sentii lasciarsi cadere sul divano proprio nel momento in cui raggiunsi la porta. Afferrai la maniglia con un sospiro, ma poi esitai e mi voltai nuovamente.

- Perché lo hai fatto? - sussurrai, rigirandomi l'orlo delle maniche della felpa tra le mani e stupendomi di me stessa per l'impeto di coraggio.

- Perché lo hai fatto? - sussurrai, rigirandomi l'orlo delle maniche della felpa tra le mani e stupendomi di me stessa per l'impeto di coraggio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora