42. Wasted

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You are a glass half empty
Sipping my ocean dry
Emotionally spent me
Till none of our planets could align
But I could stand you one more night.

[Wasted - Tiësto ft. Matthew Koma]

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JENNA.

Uscii dalla stanza cercando di fare il minimo rumore possibile e sgattaiolai lungo il corridoio buio e deserto, pregando di non centrare qualche mobile con il mignolo del piede o di non staccare un quadro dal muro tirandoci una manata sopra.

Uscii dalla stanza cercando di fare il minimo rumore possibile e sgattaiolai lungo il corridoio buio e deserto, pregando di non centrare qualche mobile con il mignolo del piede o di non staccare un quadro dal muro tirandoci una manata sopra

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Casa di Luke era letteralmente enorme e, se già di giorno avevo problemi a non perdermici dentro, di notte era una missione quasi impossibile seguire un percorso prestabilito. Comunque alla fine, per chissà quale grazia divina, riuscii a raggiungere la cucina senza finire di faccia contro un muro e senza infilare un piede in un vaso di piante (la casa ne era piena), e trovai addirittura il frigorifero senza troppi problemi.

Non era insolito che a tarda notte mi venisse fame, ma da quando ero al college avevo cercato di limitare questa cosa per non rischiare di svegliare la povera Shiver. Però ora non ero al college e Shiver non era addormentata accanto a me.

Scandagliai i vari ripiani del frigo alla ricerca di qualcosa che mi attirasse, ma trovai solo verdure e carne cruda, quindi ripiegai sul freezer e, con mia gioia, trovai una vaschetta di quello che sembrava gelato alla cannella. Soddisfatta dai risultati della mia ricerca, tentai di ricordarmi dove fosse il cassetto delle posate e, dopo averlo trovato e aver recuperato un cucchiaino, non mi preoccupai nemmeno di recuperare una coppetta, ma mi misi a mangiare il gelato direttamente dalla vaschetta.

Continuai ad ingozzarmi di gelato alla cannella finché non sentii un borbottio sommesso provenire dal salotto lì accanto (uno dei tre salotti presenti in casa Hemmings), perciò mi incamminai in quella direzione, ancora con la vaschetta in mano, con l'intento di scoprire chi altro fosse sveglio a quell'ora.

Sgattaiolai alle spalle dell'individuo, annaspando nel buio e pregando con tutto il cuore di non combinare qualche casino nel percorso, e lo raggiunsi proprio mentre si voltava verso di me ed esclamava con voce decisamente troppo alta: «... E PER QUESTO VOGLIO FARE SESSO CON TE!»

A quel punto non ci fu bisogno di accendere la luce per scoprire chi fosse la figura davanti a me: non poteva che trattarsi di quell'imbecille di Luke.

«Per prima cosa, NO!» esclamai a mia volta, scandalizzata. «E come seconda cosa, vuoi svegliare tutti, razza di deficiente?!» sbottai, tirandogli un colpo sul petto con la mano libera.

«Jen, che ci... Smettila di colpirmi!» protestò, spostandosi all'indietro e sospirando profondamente. «Che ci fai sveglia a quest'ora?» domandò a quel punto, passandosi una mano nei capelli chiari (o almeno, così mi sembrò nel buio).

«Avevo fame.» alzai le spalle e mi lasciai pesantemente cadere sul divano verde acqua al centro della stanza, riprendendo a mangiare il gelato subito dopo.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora