25. The First Time

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Ci sono alcune mattine in cui ti svegli col sorriso; perché la sera precedente hai ricordato di mettere i vestiti sul termosifone e non dovrai indossarli freddi, perché sai che ti aspetta una colazione con i tuoi cereali preferiti, perché il sole splende e gli uccellini cinguettano, o semplicemente perché sei grato del fatto di poter vivere un altro giorno. Ma ci sono mattine in cui tutto sembra andare male sin da subito: ti svegli con un forte mal di testa, dopo non aver dormito praticamente tutta la notte, inciampi nella trapunta mentre scendi dal letto (rischiando di piombare letteralmente addosso alla tua coinquilina), ti rendi conto che è finito il dentifricio, e anche i tuoi cereali preferiti, i tuoi capelli sono un disastro, e hai ancora gli occhi doloranti dal pianto del giorno prima.

Lascio a voi l'arduo compito di capire in quale delle due situazioni mi trovassi io quel giorno.

Dopo non aver fatto colazione ed essermi infilata due volte il maglione al contrario, mi incamminai finalmente verso l'aula di storia, felice che almeno il mio iPod avesse deciso di non abbandonarmi. Mi sedetti come sempre su una sedia a caso di una fila a caso, lasciai cadere lo zaino a terra senza troppe cerimonie, e seppellii il viso nelle braccia che avevo incrociato sul banco davanti a me, attendendo pazientemente l'arrivo di Monroe.

- Ehi, Mosey! - esclamò Claire, con la sua solita voce entusiasta, sedendosi delicatamente accanto a me e sistemando la sua ormai abituale sciarpa multicolor sul banco di fronte a lei.

Alzai la testa il necessario per lanciarle un'occhiata assonnata e sofferente, guadagnandomi un'espressione preoccupata, ma allo stesso tempo ironica. - Wow, che brutta cera. Che ti è successo? -

- Mi sento come se mi fosse passato sopra un camion pieno di mucche. - borbottai, riportando la testa nella posizione che occupava poco prima.

- Pieno di mucche? - rise lei, togliendosi anche il cappello.

- Era per rendere l'idea. - bofonchiai, con la voce attutita dalla stoffa della manica su cui ero appoggiata.

- Seriamente, che ti è successo? - domandò ancora.

- Non ho praticamente dormito e ho un mal di testa terribile. - sospirai, alzandomi e lanciandole un'altra occhiata di traverso. Era incredibile quanto Claire potesse essere sempre impeccabile e di ottimo umore anche alle otto del mattino.

- Troppi pensieri per la testa? - sorrise caldamente e maliziosamente allo stesso tempo.

Si!, urlò la mia vocina interiore.

- No, faccio solo fatica a dormire. - alzai le spalle, zittendo la mia stupida coscienza.

- Prova con la camomilla. - ridacchiò lei, guadagnandosi un mezzo sorriso da parte mia.

- Lo farò. - sentenziai, sospirando nuovamente e massaggiandomi le tempie doloranti.

- Shiver, posso chiederti una cosa? - domandò, titubante.

- Mmh-mh. - annuii, spostando lo sguardo su di lei.

- Quel tuo amico, quello che ieri era al nostro tavolo... - iniziò, distogliendo gli occhi dal mio viso.

- Quale dei quattro? - chiesi cautamente, prevedendo guai.

- Quello biondo, con gli occhi azzurri e il piercing . - mi spiegò, mordendosi il labbro inferiore ed arrossendo leggermente.

- Luke. - la informai, attendendo, poi, che proseguisse.

- Ecco, lui... lui ha una ragazza? - domandò timidamente, con occhi speranzosi.

Claire. La piccola, dolce e sempre allegra Claire si era presa una cotta per... Luke?! Di tutte le persone al mondo proprio Luke?!

- No, - sospirai. - ma lui è... particolare. - asserii, mettendo maggiore enfasi sull'ultima parola.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora