37. Sweet Despair

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You've been foolish
And I've been stupid
Oh-oh-oh-oh-oh
One mistake is all it really takes
To take my breath away
Go on put the knife in
Run away, don't need you anyway.
Although I wish you stayed.

[Sweet Despair - Cher Lloyd]

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LUKE.

- Luke, ma santo Dio, sei scemo o scavalchi cancelli aperti? -

Abbassai lo sguardo e mi resi conto di aver appena rovesciato una manciata di patatine fritte sulla spalla di Jenna, nel tentativo di sedermi sulla panca accanto a lei senza far cadere il mio intero pranzo a terra. Ovviamente avevo sbagliato qualcosa nell'inclinazione del vassoio.

- Scusa Jen. - le sorrisi in modo buffo, sperando che mi avrebbe perdonato. Poi ripensai a quello che aveva detto e aggrottai le sopracciglia. - Perché qualcuno dovrebbe scavalcare un cancello se è aperto? -

Lei si voltò verso di me con un'espressione scandalizzata dipinta sul volto. - È proprio questo il punto. -

- Ma io... Credo di non aver capito. - scossi la testa, mettendo su un piccolo broncio.

- È un insulto Luke, non c'è nulla da... Oddio, lascia perdere! - sbottò, tornando a masticare rumorosamente la sua insalata.

- Dov'è Moe? - chiesi subito, non vedendola seduta al tavolo. In effetti, era da più di una settimana che non avevo sue notizie. - E dove sono anche tutti gli altri? -

- Shiver non sta bene, ha detto di avere l'influenza. Ma credo che le sia presa anche una brutta congiuntivite: i suoi occhi sono tutti gonfi e arrossati da una settimana. - mi spiegò, senza distogliere lo sguardo dal suo pranzo. - Ashton, Lux e Calum non ho la più pallida idea di dove siano. Il tuo amico strano, invece? -

- Intendi Michael? - chiesi perplesso, aprendo la bustina di ketchup e spruzzandola involontariamente da tutte le parti. Anche lui era completamente sparito: non veniva a pranzo, rimandava sempre le prove, se ne stava tutto il giorno chissà dove e rientrava soltanto la sera tardi.

- Seriamente microcefalo? - scattò Jenna, quando qualche goccia di salsa le atterrò sulla manica della giacca. - Stai cercando di trasformarmi nel tuo pranzo? -

Le rivolsi un ghigno sarcastico e malizioso allo stesso tempo. - Beh, tecnicamente ti ho già assaggiata... -

- Tappati quella bocca! - urlò lei, arrossendo e tirandomi uno schiaffo sul braccio. - Ti ho già detto che non voglio mai più sentire riferimenti riguardo a quella sera! -

Darle il tormento continuava ad essere uno dei miei passatempi preferiti, ma ormai lo limitavo a quando Colton e Claire non erano nelle vicinanze, per paura che si creasse una gigantesca coltre di imbarazzo tra di noi.

- Pensa a quello che fai con la tua ragazza. - grugnì lei, trovando sempre nuove patatine fritte da togliersi di dosso.

- Lei non è la mia ragazza. - borbottai, facendo una piccola smorfia. Claire era fantastica e mi piaceva passare del tempo con lei, ma non ero ancora pronto ad adattarmi all'idea che lei fosse la mia ragazza. - E noi non... -

- Non lo voglio sapere, microcefalo! - mi interruppe subito, alzando una mano e piazzandola davanti alla mia bocca. - Preferirei avere la descrizione dettagliata dell'aspetto del vomito di balena piuttosto che avere ulteriori dettagli sulla tua vita sentimentale. -

Soltanto per darle fastidio (ma anche perché non sembrava intenzionata a spostarla) tirai fuori la lingua dalla bocca e le leccai la mano, guadagnandomi un'espressione ancora più scandalizzata e disgustata di quella che mi aveva rivolto prima. Dio, era così divertente portarla all'esasperazione. - Le balene vomitano? - domandai in tono pimpante, non appena mi fui liberato.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora