51. Hush Hush

36.5K 2K 1.1K
                                    

So go on, live your life
So go on, say goodbye
So many questions but I don't ask why
So this time I won't even try
Hush hush now.

[Hush Hush - Avril Lavigne]

-------------

«Sei arrivata al campus senza problemi?» sentii domandare da Beth nel ricevitore del telefono, proprio mentre chiudevo la portiera di Harvey e riponevo le chiavi nel mio sgangherato zaino grigio scuro.

«Sono arrivata proprio ora. Ho trovato soltanto un po' di traffico all'ingresso di Stirling, ma per il resto è stato un viaggio molto tranquillo. Tu sei al lavoro?» le chiesi, tenendo il cellulare tra l'orecchio e la spalla per cercare di chiudere la cerniera della mia giacca. Perché doveva fare sempre così freddo in Scozia?

«Oh si.» sbuffò lei sonoramente. «Non voglio immaginare fino a che ora mi toccherà restare in ufficio, questa volta.»

Negli ultimi cinque giorni in cui ero rimasta a Dawnhill, praticamente non avevo nemmeno visto mia zia. Era sempre al lavoro e rientrava spesso quando io ero già a letto, quindi quella era la prima vera chiacchierata che avevamo da un po'. Beth adorava il suo lavoro, ma i suoi orari erano seriamente improponibili e molte volte mi chiedevo dove trovasse le energie per non crollare e la calma per non avere un esaurimento nervoso.

«Mandali tutti al diavolo e fatti un pisolino.» ridacchiai io, riprendendo in mano il telefono ed avviandomi pigramente verso il mio dormitorio.

Mi sembrava di essere stata lontana dal campus per secoli, e mi sembrava anche che in quel periodo di tempo la mia vita fosse cambiata completamente. Me n'ero andata da lì che la mia vita era un casino, non facevo altro che piangere ed ero sommersa dalle cose da studiare, mentre ora... Beh, la mia vita era ancora un casino ed ero ancora sommersa dalle cose da studiare, ma, almeno da una settimana, un sorriso da ebete era perennemente stampato sulle mie labbra.

Perché ero innamorata del ragazzo più strano dell'universo e lui era innamorato di me. Certo, questo nessuno dei due lo aveva detto esplicitamente all'altro, ma non avevamo bisogno di farlo: eravamo insieme nonostante tutto quello che avessimo passato e questo era molto più di quando avrei mai potuto desiderare.

«Grazie, Shiver, potrei davvero considerare l'idea.» sospirò mia zia, strappandomi ai miei sogni da adolescente innamorata e riportandomi alla realtà. «Ad ogni modo, hai detto a tuo fratello che saresti tornata?» chiese ancora.

«Glielo avevo accennato qualche giorno fa, ma probabilmente si sarà dimenticato.» alzai le spalle nonostante lei non potesse vedermi. «Vorrà dire che gli farò una sorpresa.» sorrisi tra me e me al pensiero di rivedere Colton e di ricevere uno dei suoi abbracci così sinceri e pieni di affetto. Era decisamente strano desiderare un abbraccio dopo tutti quegli anni in cui avevo evitato il contatto umano come la peste, ma allo stesso tempo era una splendida sensazione, nonché l'ulteriore prova che, oltre alla mia vita, anche il mio carattere freddo e distaccato stesse gradualmente cambiando.

«Salutalo da parte mia e digli che lo chiamerò appena avrò dieci minuti liberi.» sospirò ancora, e sentii un rumore di fogli che venivano girati e di una penna che scribacchiava convulsamente su di essi.

«Lo farò, capo.» sorrisi sinceramente, sempre più convinta che gli atteggiamenti di Beth assomigliassero a quelli di un genitore in ansia per i propri figli lontani da casa.

«E hai già pensato a come dirgli dell'altra cosa?» chiese, questa volta con un tono più divertito e leggermente cospiratorio.

«Quale altra cosa?» aggrottai le sopracciglia e mi fermai per un attimo, notando che la stringa della mia scarpa sinistra si era magicamente snodata. Mi capitava sempre nei momenti peggiori e puntualmente rischiavo di volare a terra con una piroetta spettacolare.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora