54. Find My Way Back

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One step closer
Closer to the light
No matter where we're going
I'll be by your side
And everything we used to know
Crashed into the great unknown
One step closer
We're gonna be alright

[Find My Way Back - Eric Arjes]

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8 marzo 2015

Non mi era mai piaciuto viaggiare. Forse perché collegavo automaticamente i viaggi a dover ricominciare tutto da capo: nuova scuola, nuovi compagni, nuova casa, nuove strade da percorrere per arrivare dappertutto, essere costretta a rinchiudere tutta la mia vita in una valigia e non avere mai una certezza su dove avrei passato il prossimo Natale. Per quello ero abbastanza scettica quando Jenna aveva proposto quel viaggio all'ultimo minuto, senza farmi sapere perché aveva scelto di andare proprio in quel posto, né perché dovessimo farlo così nell'immediato.

«Per la duecentesima volta Shiver, non c'è una ragione precisa per questo viaggio!» sbuffò lei, prendendo posto sulla metropolitana che ci avrebbe portato alla fermata più vicina al nostro hotel. «Tu hai appena concluso il primo semestre del secondo anno al college e io sono finalmente riuscita a superare il maledetto esame del professor Abel. Ho solo pensato che ci meritassimo un piccolo premio.» alzò le spalle in maniera poco convincente.

«Ma perché l'Italia?» insistetti io, lasciandomi cadere a mia volta su uno degli scomodi sedili di plastica, esattamente di fronte a lei.

«Perché non l'Italia?» ammiccò, provocandomi un profondo sospiro.

«Questa non è una risposta.» borbottai, sistemando la borsa sulle mie gambe e spostando lo sguardo sul finestrino accanto a me.

«Vuoi smettere di fare la brontolona?» rise lei brevemente. «Siamo in Italia!» gesticolò in modo fin troppo esagerato e sgranò gli occhi per enfatizzare ulteriormente il tutto.

«E tu non mi hai ancora detto perché ci siamo!» imitai alla perfezione i suoi gesti e il suo tono, aggiungendoci una vena sarcastica. «Né come facessi ad avere due biglietti gratis per l'Italia così per caso.» proseguii, riprendendo il mio tono normale.

Jenna grugnì per la frustrazione e si afflosciò sullo scomodo sedile blu scuro. «Sono stufa di questa tua acidità.» bofonchiò, incrociando le braccia al petto. «E ti ho già detto che sono un regalo di mia nonna.»

«E io ti ho già detto che ho imparato a capire quando menti.» ribattei, alzando un sopracciglio con scetticismo.

«Oh, finiscila. Siamo quasi arrivate e abbiamo a malapena il tempo di prepararci per stasera.» brontolò, distogliendo lo sguardo dal mio viso e prendendo a giocare nervosamente con le frange che pendevano dalla sua borsetta. Mi aveva mentito riguardo a sua nonna. Di nuovo.

«Ed ecco un'altra cosa di cui io non so assolutamente nulla, signore e signori.» sfoderai ancora una volta il mio migliore tono sarcastico. «La fantomatica nottata con impegno improrogabile e assolutamente segreto.»

Jenna sospirò per l'ennesima volta, alzando gli occhi al cielo e probabilmente maledicendomi nella sua testa in almeno quindici lingue. «È proprio questo lo scopo di una sorpresa, Shiver.» puntualizzò lei, rivolgendomi un sorriso palesemente falso e tirato. «E sappiamo entrambe quanto tu ami le sorprese.»

«Io odio le sorprese.» alzai le sopracciglia in modo scettico.

«Oddio, non ti sopporto più!» esclamò lei, alzando nuovamente gli occhi al cielo e scuotendo la testa.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora