Capitolo 2

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"Piccolina.."

"Piccola Rosie" quella voce, la sua voce.

Il mio papà era qui. Cominciai a guardarmi intorno, era tutto buio. Merda.

"Piccola mia, vieni da me" continuava a chiamarmi. Mi morsi forte il labbro mentre giravo su me stessa, spostando lo sguardo nell'oscurità, fino a quando una luce si accese. Era accecante, talmente accecante che dovetti coprirmi gli occhi con il braccio.

"Dai bambina, vieni su, non posso fermarmi per molto tempo" e finalmente lo vidi. In fondo a quella luce c'era il mio papà. Cominciai a camminare velocemente verso di lui ma quel corridoio sembrava non finire mai, fino a quando mi ritrovai di fronte a mio padre, o meglio alla sua schiena. Si girò molto lentamente e non appena i suoi occhi trovarono i miei, sul suo viso comparve un sorriso, un sorriso che dopo qualche secondo diventò un ghigno orribile. Davanti ai miei occhi apparvero le immagini della mattina precedente, quell'uomo orribile che stava per uccidere quel poliziotto era tornato a farmi visita nei sogni. Feci un passo indietro, ma era tutto inutile, l'uomo non si allontanava ed io non riuscivo ad allontanarmi da lui. Improvvisamente allungò una mano verso di me e mi afferrò il braccio, stringendolo con forza e costringendomi ad avvicinarmi a lui.

"Ciao Roselynd, finalmente sei arrivata'' sussurrò avvicinandosi al mio orecchio prima di sentire una fitta di dolore al ventre. Spalancai gli occhi ed abbassai lo sguardo verso il punto dolorante per poi lanciare un urlo strozzato non appena notai che la mia maglietta bianca era diventata rossa. Tirò fuori quell'enorme coltello per poi conficcarmelo più volte nello stesso punto.

"No!" urlai spalancando gli occhi e portandomi una mano sul cuore mentre respiravo a fatica. Era uno stupido incubo. Inghiottii la saliva e mi passai una mano tra i capelli, spostandomi alcune ciocche dal viso sudato per poi scendere dal letto e, con qualche difficoltà, riuscii ad aprire la porta della mia stanza. La fioca luce della Luna che entrava dalla finestra rendeva meno buio il corridoio che portava al salotto, così camminando in punta di piedi lo attraversai. Poggiai più volte la mano sul punto là dove, nel sogno, ero stata colpito e tirando un sospiro di sollievo, mi lasciai cadere sul divano.
Strabuzzai gli occhi quando mi accorsi che sul divano stava dormendo qualcuno e mi alzai di scatto, non prima di ascoltare la voce di colui che si era appena svegliato.

"Ma che cazzo?!"

Era una voce molto roca e decisamente maschile. Feci qualche passo indietro, senza spostare lo sguardo dalla sua figura.

"Scusami" sussurrai.

Sentivo il suo respiro pesante avvicinarsi e nel momento in cui lo fece, deglutii nuovamente ed abbassai appena il capo. Chi diavolo era?

"Chi sei?" non appena dalle mie labbra uscirono queste parole la luce si accese, rivelandomi l'identità della persona che stava dormendo sul divano.

Oh, Dio.

"E tu, invece?" mi chiese scontroso.

Osservai con attenzione i ricci spettinati che gli ricadevano sulla fronte, lasciando poi scivolare lo sguardo sui suoi occhi color smeraldo mentre mi spostavo una ciocca di capelli dal viso.

"Io sono Roselynd" abbassai per qualche secondo lo sguardo verso il suo petto muscoloso e mi mordicchiai con debole forza l'angolo del labbro superiore per poi scuotere appena il capo e riportare le iridi verso il suo viso che si era contratto in un sorrisetto malizioso.

"Ma che nome... originale" pronunciò l'ultima parola facendo un passo in avanti.

"Ne sono consapevole, ma grazie lo stesso" alzai appena le spalle mentre m'imponevo mentalmente di non abbassare ancora lo sguardo verso il suo petto. Pochi secondi mi erano bastati per notare che aveva molti tatuaggi e tutti estremamente sexy. Scossi velocemente la testa a quel pensiero e feci un ulteriore passo indietro, chiedendomi mentalmente perché quel ragazzo stesse dormendo mezzo nudo sul divano di mio cugino.

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