"Cosa ci fai qui?" chiese Harry, spostando finalmente lo sguardo sul mio viso.
Scrollai le spalle, accigliandomi, ma prima che potessi formulare una risposta, Zayn mi anticipò: "È con me, qualche problema?"
I miei occhi balzarono, per qualche secondo, sul moro che dischiuse le labbra in un sorriso rassicurante per poi tornare a guardare Harry. Dalla mascella ben serrata e dal cipiglio comparso sul suo viso mi resi conto che non aveva affatto gradito la risposta di Zayn.
Fissò i miei occhi e, dopo un sospiro profondo, riprese a parlare lentamente: "Rose, allora? Perché non sei a scuola?" il tono gentile che uscì dalla sua bocca era nettamente in contrasto con l'espressione che aveva assunto in viso e, prima di farlo innervosire ulteriormente, mi affrettai a spiegargli che, data l'assenza del professor Fox, avevamo due ore di spacco, che comprendevano la prima e la seconda ora. In risposta Harry si limitò ad annuire, prima di girare i tacchi ed uscire dal bar, lasciandomi alquanto perplessa.
A differenza mia, Zayn non sembrava confuso dall'atteggiamento di Harry; i suoi occhi erano concentrati sul display del suo iPhone che, da qualche secondo, vibrava con insistenza. Alzò gli occhi al cielo e portò l'aggeggio all'orecchio, mormorando un: "Mamma"
Uno sbuffo uscì dalle sue labbra, scuotendo piano il capo. "Non ho marinato la scuola - disse con un sopracciglio alzato - il professor Fox non c'è, la smetti? Non sono un bambino di cinque anni, cazzo" imprecò il ragazzo, alzando appena il tono di voce.
Mi mordicchiai piano il labbro inferiore e, non volendo farmi beccare ad ascoltare la conversazione, spostai lo sguardo verso il bicchiere che strinsi in una mano, prima di portarlo alla bocca e bere il latte restante.
Con un: "va bene, arrivo" Zayn pose fine alla telefonata per poi grattarsi la nuca ed alzarsi dalla sedia. "Devo tornare a scuola, mia madre mi sta aspettando - mi accigliai, annuendo lentamente - l'anno scorso sono stato bocciato e adesso quello stronzo del preside vorrà di sicuro farmi un discorsetto, visto che ieri ho mandato al diavolo quella scrofa della professoressa Bonnet"
Una piccola risata uscì dalle mie labbra quando terminò di parlare e scossi piano il viso.
"Questa non me l'aspettavo.." mormorai, rielaborando le informazioni del moro.
Negli anni precedenti, prima del trasferimento di suo padre, Yaser, Zayn era considerato uno degli alunni più educanti ed efficienti della George Washington High School, adesso invece era tutt'altro che questo. Mi chiesi come fosse possibile un cambiamento così radicale, ma lasciai scivolare via il pensiero, non appena la voce cordiale di Zayn arrivò alle mie orecchie. "Adesso devo proprio andare, scusa" sussurrò con filo di voce, continuando a guardarmi.
"Tranquillo, vai pure" dissi, alzando gli angoli delle labbra in un lieve sorriso e scrollando le spalle.
Mosse il capo in cenno d'assenso e, dopo un piccolo sorriso, si avvicinò al bancone, dove pagò, probabilmente, il suo caffè per poi alzare la mano nella mia direzione a mo' di saluto ed uscire dal bar.
Rimasta da sola, adocchiai il grande orologio, posto sulla parete di fronte a me, e storsi le labbra, non appena misi a fuoco l'orario: 08:30.
Sospirai silenziosamente e mi massaggiai le tempie con due dita, riflettendo sul da farsi per poi alzarmi e prendere lo zainetto da terra. Mi avvicinai al bancone e, prima che potessi prendere i soldi, il barista mi disse che il mio amico aveva pagato il conto per me. Gli sorrisi educatamente e, non molto contenta, uscì dal bar. Era stato gentile, ma non volevo assolutamente che pensasse ad un mio possibile dietrofront. Non c'erano possibilità per la nostra amicizia, non dopo ciò che era successo tre anni prima.
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Hudson River
أدب الهواةMamihlapinatpai: guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo. E se la tua ancora s'incagliasse tra le rocce e ti trascinasse giù...