Capitolo 14

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"Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona"

Lessi per l'ennesima volta quelle parole, mentre la professoressa Jones c'invintava a riflettere su quel celebre passo che il Sommo Poeta aveva fatto pronunciare a Francesca nel V Canto dell'Inferno. Secondo il racconto di Dante, Francesca, donna bella e colta, ebbe una relazione adulterina col cognato Paolo e i due, sorpresi dal marito di Lei, furono uccisi.
Dante lì collocò nel girone dei lussuriosi dove Egli stesso ebbe modo di incontrarli. Le due anime vagavano l'una accanto all'altra trascinate dalla bufera infernale che regnava nel II Cerchio ovvero quello dei lussuriosi e, dopo aver ottenuto da Virgilio il permesso di poter parlare con i due amanti, ascoltò le parole di Francesca per poi assistere alle lacrime amare di Paolo, che ne seguirono.
Rilessi ancora una volta la frase, lasciando che la mia mente rielaborasse le informazioni che la professoressa ci aveva dato all'inizio della lezione e, prima che potessi esporre la mia idea, la Jones parlò:

"Si presuppone che Dante, in questo celebre passo, abbia voluto sottolineare come l'Amore non può non essere ricambiato; la persona amata non può fare a meno di ascoltare il richiamo dell'Amore, non può non essere attratto da questo Sentimento così nobile e forte.
Quelle di Francesca sono parole che, oltre ad essere strazianti, rappresentano anche ciò che è stata la sua condiziona in vita e ciò che sarà all'inferno e quindi per l'eternità. La grandezza di questa donna sta nell'accettare la pena della sofferenza eterna, senza rancore e senza rabbia nei confronti di Dio, ribadendo con l'espressione: "che, come vedi, ancor non m'abbandona", la forza e l'autenticità dell'Amore che prova per Paolo; quell'amore che le ha prima sconvolto la vita e poi segnato l'eternità non è mai abbandonato da Francesca, ma continua ad albergare nella sua anima, seppur dannata. Francesca continua ad amare Paolo e Paolo, non potendo farne a meno, continua ad amare Francesca.
Anche all'Inferno, l'Amore continua a bruciare nei cuori, privi di battito, di chi per questo splendido ma devastante Sentimento pagò cara la propria vita"

Sorrisi affascinata alle parole della professoressa. Ammiravo Francesca per la sua straziante forza e mi spaventò quasi il suo modo di ribadire l'amore per Paolo.
Possibile che una donna continuasse ad amare, nonostante quel sentimento, così malato e sbagliato, le avesse prima privato della vita e poi condannata ad un'eternità così dolorosa e dannata?
La campanella pose fine all'ora e, con dispiacere, dovetti lasciare l'aula per raggiungere la professoressa di matematica che ci aspettava al terzo piano.
Mi lasciai letteralmente cadere sulla sedia, mandando al diavolo le buone maniere, e finsi un sorriso quando dalla porta sbucò la chioma rossa della professoressa Stanley che si accomodò alla cattedra e cominciò a spiegare. Cercai di stare attenta per tutta la lezione e, quando finalmente terminò, un profondo sospiro uscì dalle mie labbra. Dopo la breve discussione con Harry, ero letteralmente corsa in aula, evitando Zoey e gli altri ragazzi. Non avevo la minima voglia di parlare con qualcuno, ma naturalmente nessuno degli Dei aveva deciso di stare dalla mia parte perché, non appena la campanella annunciò l'inizio dell'ora di storia, il viso, oserei dire perfetto, del mio ex migliore amico si presentò davanti ai miei occhi. Sperai con tutta me stessa che mi evitasse e andasse a sedersi in uno dei tanti posti vuoti alle mie spalle, ma persi ogni speranza quando lo vidi accomodarsi nel posto vuoto, proprio accanto a me.
I suoi occhi erano intenti ad osservare il verdastro del banco davanti a lui e, quando il viso paffutello del professor Fox fece il suo ingresso, alzò il capo in direzione dell'uomo che salutò la classe con un: "buongiorno, mocciosi".
Sentendo le risate dell'intera classe, compresa quella di Zayn, aggrottai le sopracciglia e mi decisi a spostare lo sguardo verso il professore che, a quanto pare, sembrava destare grande simpatia tra i suoi alunni. Mi limitai a stendere le labbra in un sorriso, quando i suoi occhi si posarono su di me.

"Lei è..?" mi guardò attentamente, aspettando che mi presentassi.

"Roselynd Margaret Potter" il tono della mia voce era leggermente tremante, per via dell'attenzione che involontariamente avevo attirato, e le mie guance avevano assunto un colorito tendente al rosso, che scomparve del tutto con l'inizio della spiegazione del giorno.
Presi dal borsellino una penna e cominciai a prendere qualche appunto fino a quando un fogliettino, lasciato scivolare sul mio libro, catturò la mia attenzione.

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