Capitolo 51

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{Buon pomeriggio!

Sono tornata e finalmente ho pubblicato questo benedetto capitolo.
Anche se al momento, scrivere per me non è un lavoro e dunque non ho alcun obbligo, voglio comunque scusarmi con voi per tutto questo tempo di attesa. Trascurare questa mia passione doveva essere necessario affinché mi concentrassi e mi impegnassi durante i mesi universitari più duri e, a malincuore, ho dovuto farlo.

Ma bando alle ciance, adesso vorrei sapere se c'è ancora qualche anima disposta a riprendere la lettura di questa storia, dunque se ci siete battete un colpo. Ne ho davvero bisogno perché sto cercando di capire se valga la pena continuare oppure no.

Inoltre, c'è un piccolo avviso che voglio fare, piccolo ma importante, che riguarda in particolare uno dei personaggi ovvero Roselynd la quale non si chiamerà più così, bensì Amaya.
Naturalmente il nome "Roselynd" non sparirà definitivamente, ma diventerà il suo secondo nome. Nei prossimi giorni apporterò questa piccola modifica a tutti i capitoli scritti fino ad ora.
Le ragioni che mi hanno portata a questa decisione sono state varie, ma non mi va di annoiarvi ulteriormente, dunque vi lascio al capitolo, nella speranza che possa piacervi, nonostante esso non mi abbia molto soddisfatto.

Abbiate pietà di me.

Un bacione a tutte!

Anna

P.s. Tanto per cambiare non ho riletto, perdonate gli eventuali errori di battitura!

Dal capitolo precedente...

"Ragazzi, dobbiamo andare in cantina adesso - disse immediatamente - non è più sicuro restare qui in casa, forza, sbrigatevi!" Fece un cenno con il capo e ci diede le spalle prima di riprendere a camminare verso le scale. Incrociai lo sguardo di Harry: "Io vado un attimo in bagno, tra cinque minuti scendo"

"Muoviti" si limitò a dirmi per poi uscire dalla stanza. Rimasta da sola mi legai i capelli in una crocchia orribile per poi afferrare la borsa ed il cellulare che vibrò ancora. Convinta che fosse Giselle sbloccai seduta stante lo schermo.

Da: Sconosciuto

Toc toc. Rosie, hai paura del buio?

E poi la luce cessò d'illuminare la stanza ed il buio mi circondò.


Il cuore batteva forte e le gambe tremavano mentre fissavo quelle parole con il fiato mozzato. D'istinto attivai la torcia dell'iPhone e con essa mi aiutai ad illuminare lo spazio che mi circondava, ma nulla, non c'era nulla. Ero sola. E probabilmente era saltata la corrente elettrica. Deglutii quando il mio sguardo si posò di nuovo sul display e rabbrividii prima di uscire velocemente dalla stanza e raggiungere il bagno. Poggiai il cellulare sul bordo della vasca con lo schermo rivolto verso il basso così da poter usufruire di un po' di luce e senza perdere altro tempo mi cambiai. Il dolore che percepivo provenire dal basso ventre era piuttosto insistente, ma in quel momento imposi a me stessa di ignorarlo e di scendere le scale che mi consentirono di tornare in salotto dove tutti mi stavano aspettando.

[...]

Raggomitolata su me stessa imprecavo mentalmente contro la coperta che stava compiendo a metà il suo dovere di riscaldarmi, ciò però era dovuto all'umidità di quella cantina piuttosto vecchia e viscida.
Tossicchiai infastidita dalla polvere che ero costretta a respirare e alzai il capo in direzione di Paul ed Harry che stavano cercando una stazione radio per poterci tenere informati sulle condizioni meteo esterne, per poi bagnarmi le labbra con la punta della lingua e appoggiarmi allo schienale dell'unico e decrepito divano posto al centro della cantina. In un angolo era stato sistemato un tavolo di plastica e sparse c'erano varie sedie bianche, di plastica ovviamente. Lucinda occupava una di esse proprio di fronte a me, il suo sguardo però era rivolto ad Harry. Non smetteva un secondo di guardarlo. Di fissarlo, di osservare con attenzione ogni suo movimento, il ragazzo però sembrava non rendersene conto, oppure la stava semplicemente ignorando. Sospirai in silenzio ed incrociai le braccia sotto al seno mentre alle mie orecchie giungeva la voce dello speaker radiofonico.

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