Capitolo 41

8.2K 482 106
                                    

Buonasera!

Mi scuso per questo immenso e colossale ritardo, davvero. In uno spazio autrice precedente vi ho spiegato i motivi per i quali gli aggiornamenti saranno più lenti, quindi spero che possiate capire!
Per farmi perdonare, cercherò di pubblicare il seguito il prima possibile.
Nel frattempo mi auguro che il capitolo che, a breve leggerete, sia di vostro gradimento e che mi lasciate tanti commenti!

Grazie sempre a tutte.
Vi adoro.

All the love

Anna

P.s. Mi scuso per gli eventuali errori di distrazione!

HARRY's POV

"Tappati quella fogna, cazzo" borbottai infastidito, lanciando un'occhiata di fuoco a Liam che, a quelle parole, alzò gli occhi al cielo e - grazie a Dio - decise di mettere fine alla tortura alla quale le mie orecchie erano state sottoposte per gran parte del tragitto. Sospirò sonoramente, prima di voltarsi in direzione delle mora che, dall'inizio del breve viaggio, fissava la strada attraverso il finestrino alla sua sinistra e di tanto di tanto si inumidiva le labbra rosse. Sembrava essersi totalmente estraniata dalla realtà che la circondava, quasi come se io e Liam non fossimo lì e lei non stesse in macchina con noi.

"Ti stai annoiando anche tu, Rose?" Le chiese il mio amico, ottenendo con qualche secondo di ritardo la sua attenzione.

"Beh, non credo che si possa fare molto in auto" rispose lei in sussurro, ed io dovetti trattenere la voglia di dirle che in auto si potevano fare molto cose, limitandomi a fissare la strada che, per fortuna, terminava con una grande cancellata che circondava il cottage del padre di Deborah. Parcheggiata l'auto, scesi e cominciai a guardarmi intorno alla ricerca dell'auto di Drew che, fortunatamente, si trovava a poca distanza dalla mia.

"Rose, tutto bene?" La voce di Liam attirò i miei occhi che  immediatamente tornarono sui due ragazzi; si erano fermati a pochi passi da me e, mentre Rose si guardava intorno, Liam, con la fronte corrugata, la osservava confuso. Come faceva a non capire che si sentiva a disagio? Scrollai le spalle, quando quella domanda attraversò la mia testa, ma non distolsi lo sguardo dal viso della mora che, dopo aver annuito al mio amico, mi guardò. Immediatamente, le sue guance divennero rosse e non riuscii a trattenere un ghigno soddisfatto di fronte a quella sua reazione. Era divertente vederla arrossire per ogni cosa; avevo ormai capito l'effetto che avevo su di lei e, ogni volta che potevo, mi divertivo a giocare. Dovevo però cercare di controllarmi, era pur sempre la cugina del mio migliore amico e, in quanto tale, i miei istinti non dovevano in alcun modo prevalere. Non la conoscevo bene e per tale ragione non sapevo come stesse interpretando il mio comportamento nei suoi confronti, ma sperai vivamente che non avesse frainteso nulla. Non contava nulla per me, non avevo bisogno di lei e non volevo che si legasse a me in alcun modo. Forse avrei dovuto dirglielo, ma in quel momento, confidai nel suo buon senso e nel fatto che avesse compreso il mio modo d'agire con tutte le ragazze. Non che avessi sofferto in passato, semplicemente non volevo che nessuno invadesse il mio spazio ed il mio mondo. La mia vita ed il mio umore non dovevano dipendere da nessuno e, fino a quando avrei potuto farne a meno, avrei evitato come la peste l'amore o qualsiasi altra cosa fosse. Non ne avevo in alcun modo bisogno così come non avevo bisogno dei borbottii infastiditi di Liam rivolti al sottoscritto. Gli lanciai un'occhiata torva e, senza dire altro, raggiunsi la mia stanza ignorando Kyra e la sua insistenza nel voler venire in camera mia. La notte, passata a dormire - se così si può dire - sulla quella dannata sedia d'ospedale, mi aveva distrutto e l'unica cosa che volevo con tutto il cuore era dormire su un letto decente, senza essere disturbato da nessuno.

Hudson RiverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora