Capitolo 24

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"Zayn, posso sapere cos'è successo?" chiesi al ragazzo, che con un gesto rapido infilò la chiave nel cruscotto e avviò il motore.

Alzò un sopracciglio e mi lanciò una veloce occhiata, per poi accelerare ed uscire dal parcheggio. "A cosa ti riferisci?"

"Perché non vai d'accordo con i miei amici?" chiesi, provocando una sua risatina alquanto irritante, ma che m'imposi d'ignorare.

"Rose, solo perché sono i tuoi amici, non è detto che io debba andare d'accordo con loro, non credi?"

Analizzai la sua risposta, che senza alcun dubbio non faceva una piega, ma il suo sguardo puntato esclusivamente sulla strada e il suo continuo tirarsi il ciuffo di capelli erano la prova che, probabilmente, mi stesse nascondendo qualcosa.

"Zayn -"

"Roselynd, ascoltami - disse, fermando l'auto al semaforo, per poi spostare gli occhi verso di me - ciò che è successo in passato non ti riguarda e non voglio in alcun modo influenzarti con ciò che penso, ma per favore.. - socchiuse gli occhi e sospirò profondamente, prima di tornare a guardarmi e riprendere a parlare - stai attenta, va bene?" concluse, allungando una mano verso il mio viso. Sentii il palmo della sua fredda mano adagiarsi sulla mia guancia, che, dopo pochi secondi, mosse lentamente, accarezzandomi. Piegai piano il capo verso il basso ed annuii, prima di spostare la sua mano, che andò a posizionarsi di nuovo sul volante.

"Il semaforo" sussurrai, indicando con il capo il semaforo, che segnalava il verde.

Dieci minuti dopo, finalmente, giungemmo a destinazione. Ringraziai e salutai Zayn con un "ciao", e scesi dalla sua auto, per poi sistemare lo zaino sulla spalla ed attraversare la strada. Aprii il portone e salii il più velocemente possibile le scale, per poi infilare le chiavi nella serratura, che feci scattare, ed entrare in casa.

"Sorpresa!" un coro di voci invasero le mie orecchie. Aggrottai la fronte e mi voltai di riflesso, separando di colpo le labbra nel vedere un Louis sorridente, seduto sulla sedia a rotelle, accanto ai miei zii. "Louis.. cosa.." mormorai, sbattendo piano le palpebre, confusa, ma allo stesso tempo felice e sollevata di riaverlo a casa.

"Uhm, ciao Roselynd, felice di vederti, come stai? Io bene, grazie" borbottò, fintamente infastidito.

Alzai gli occhi al cielo e, senza pensarci due volte, lo raggiunsi per poi piegarmi appena verso di lui e stringerlo in un forte abbraccio, che ovviamente ricambiò.

"Mi sei mancato tantissimo" mormorai, stringendolo piano, mentre sentivo le sue mani accarezzarmi la schiena. "Anche tu, scricciolo" mormorò con un filo di voce.

Lo strinsi ancora più forte, generando da parte sua una tossa finta, della quale, inizialmente, mi preoccupai. "Stai bene?" chiesi, staccandomi immediatamente da lui.

Si morse il labbro, soffocando una risata, ed annuii mentre sulle sue labbra era ben visibile un sorriso dolce ma allora stesso tempo irritante.

"Stronzo" borbottai, non appena il suono della sua risata arrivò a me. Scossi leggermente il capo, guardandolo male, ed allungai di colpo una mano verso il ciuffo di capelli, che gli tirai con poca forza.

"No, i miei capelli, cazzo!" alzò appena il tono di voce, lanciandomi un'occhiata stizzita, alla quale risposi con una smorfia divertita.

"Okay, ragazzi, avete finito?" chiese zio, scrutando me e Louis, che, dopo una scrollata di spalle, annuimmo.

"Allora andiamo in salotto, dobbiamo dire una cosa a Roselynd" e detto ciò, seguito da zia Johannah, raggiunse il salotto.

Inclinai appena il viso, tornando a guardare Louis, e mi spostai dal viso una ciocca di capelli, deglutendo silenziosamente.

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