Capitolo 23

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"Tesoro, tutto bene? Mi sembri un po' strana"

Ascoltai la voce di zio Kenith ed alzai lentamente lo sguardo verso di lui, annuendo con un cenno del capo. "Tutto bene zio, tranquillo, - mormorai, più a me stessa che a lui, per poi sospirare silenziosamente - c'è qualche libreria o una biblioteca da queste parti?" chiesi, sperando in una sua risposta positiva. Avevo voglia di iniziare a leggere un nuovo libro, magari un romanzo o una qualsiasi cosa che mi rapisse da quella realtà fin troppo scomoda per me.

"Sì, c'è una biblioteca proprio da queste parti" m'informò, continuando a guardare in avanti.

Sospirai in risposta mentre i miei occhi fissavano la strada, anche se in realtà continuavano ad osservare mentalmente ciò che era successo qualche minuto prima. Non riuscivo a capire il comportamento di Harry, non riuscivo a capire la ragione per la quale mi aveva... baciata? Quel ragazzo era così strano, misterioso e decisamente ambiguo; per quanto mi sforzassi, non riuscivo a decifrare i suoi comportamenti. Che diavolo aveva nel cervello? E poi Kyra che ruolo aveva nella sua vita? E perché era così arrabbiato? Sbuffai silenziosamente, non riuscendo a trovare, per l'ennesima volta, risposta a nessuna delle mie domande e, infastidita da tutta quella situazione, mi passai una mano tra i capelli, che si erano leggermente gonfiati, facendomi somigliare ad un barboncino.

Qualche minuto dopo, la macchina si fermò. "Ecco, è quella - indicò un edificio di medie dimensioni - devi prendere molti libri? Posso scendere io e darti una mano" propose.

"No, non c'è bisogno che tu scenda, devo solo prendere un libro" gli risposi.

"Allora io vado al distributore di benzina e poi vengo a prenderti, va bene?"

Annuii sorridendo e scesi dalla macchina, per poi attraversare la strada e salire le scale che mi portarono all'intero della piccola biblioteca del Bronx.

Strano che qui ci sia una biblioteca, mi ritrovai a pensare mentre camminavo lentamente tra i vari scaffali. Soffermai lo sguardo su un libro e allungai una mano per prenderlo, alzando gli angoli delle labbra in un sorriso lieve nel leggere il nome dell'autore: Lev Tolstoj. Accarezzai lentamente la copertina ed aprii il libro, leggendo alcune delle parole impresse su quei fogli, ingialliti dallo scorrere del tempo.

"L'amore impedisce la morte. L'amore è vita. Tutto, tutto ciò che io capisco, lo capisco solamente perché amo. È solo questo che tiene insieme tutto quanto. L'amore è Dio, e il morire significa che io, una particella dell'amore, ritorno alla sorgente eterna e universale."

"Guerra e pace" sussurrai, riconoscendo immediatamente il libro, che avevo letto ben 12 volte, per poi riportare gli occhi in direzione dello scaffale e riporlo esattamente nello stesso punto. Accanto ad esso, notai un libro della medesima grandezza, che scoprii essere dello stesso scrittore; lessi la trama e, incuriosita, decisi di prenderlo.

Strinsi la piccola borsa, che mi ero concessa di portare, e ripresi a camminare tranquilla con il libro stretto contro il mio petto, fino a quando qualcuno improvvisamente mi passò accanto, dandomi una forte spallata e facendomi, di conseguenza, voltare. Sbattei piano le palpebre ed assottigliai appena gli occhi, cercando di riconoscere invano la persona che, coperta da una felpa con cappuccio, camminava a passo svelto verso l'uscita. Spinta dalla curiosità di scoprire chi fosse, feci qualche passo in avanti, ma un rumore improvviso mi fece trasalire. Accigliata mi avvicinai allo scaffale, dal quale era caduto un libro, e, dopo aver poggiato il tomo, che avevo deciso di prendere, sul grande tavolo posto tra gli scaffali, inclinai appena il capo verso l'alto, assottigliando gli occhi per poter leggere la scritta che appariva su una piccola insegna posta sopra lo scaffale.

Non toccare.

Mi guardai intorno, per qualche secondo, per poi posare lo sguardo sul libro che giaceva per terra. Strinsi l'interno della guancia con i denti e, ignorando la vocina interiore che mi urlava di lasciar perdere, lo raccolsi, osservando per un istante lo strano simbolo che era impresso sulla copertina, per poi aprirlo lentamente.

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