Capitolo 39

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Sobbalzai letteralmente non appena il tonfo della porta raggiunse le mie orecchie e, di conseguenza, corrugai la fronte, imbrociando le labbra in una smorfia sconcertata e altrettanto frustrata dall'ennesimo sbalzo d'umore di Harry. Se non fosse stato per i tratti mascolini del suo viso e, soprattutto, del suo fisico possente, avrei dubitato del suo essere un ragazzo: aveva più sbalzi d'umore di una donna mestruata. Inoltre non riusciva a controllare in alcun modo la rabbia e sembrava scattare per qualsiasi cosa; forse sì, ero stata invadente con quelle domande, ma ciò non giustificava la sua uscita di scena tutt'altro che educata e gentile. Sbuffai non del tutto sconfitta poiché, seppur involontariamente, mi aveva rivelato un qualcosa di sè che - ad essere onesti - non mi sarei mai aspettata. Harry e l'idea che avevo del mondo dei Marines - e dell'esercito in generale - sembravano distanti anni luce, ma in quel momento realizzai di non potermi esprimere al riguardo per una ragione in particolare: non conoscevo Harry, non sapevo nulla di lui e del suo passato; non sapevo nemmeno quanti anni avesse e quale facoltà frequentasse. E poi perché andava all'università e, soprattutto, perché aveva lasciato i Marines? Era forse un disertore? Scossi immediatamente la testa come per voler allontanare l'idea che, senza alcun permesso, avesse abbandonato l'esercito, commettendo così un reato. Restare a rimuginare su Harry e sul suo strano e ambiguo carattere era del tutto inutile così, seppur riluttante, uscii dalla porta e, dopo qualche istante di esitazione, i miei piedi si mossero in direzione dello stesso tragitto che avevo percorso con il ragazzo riccio.
Una volta fuori, affilai lo sguardo in cerca del bel viso di Louis che per fortuna riuscii a trovare subito, e mi avvicinai a lui che, nel frattempo, stava chiacchierando con Zoey e Liam. Harry non era lì. Probabilmente è andato via.

"Dai Louis, vieni con noi - piagnucolò quasi la bionda mentre le labbra di mio cugino si arricciavano in risposta - Non puoi stare rinchiuso in casa per sempre!" Aggiunse la ragazza, lasciandosi poi scappare un flebile sospiro, dopo il quale anche Liam parlò: "Zoey ha ragione. Devi uscire e svagarti, Lou. Vieni al cinema con noi, dai - lo pregò il ragazzo, gettandomi un'occhiata - Rose, diglielo anche tu" m'invitò a parlare, facendo voltare anche Louis e Zoey nella mia direzione.

Mossi appena la testa con fare affermativo mentre i miei denti affondavano nel labbro inferiore che poi liberai subito per riprendere a parlare: "Hanno ragione e lo sai anche tu" dissi convinta.

"Ma Rose, io..." Provò a contraddirmi, ma prima che potesse terminare la frase, decisi di interromperlo.

"No no e ancora no, tu vai con loro, okay?" Formulai quella domanda che sembrò più un'affermazione per il tono che avevo usato.

Sbuffò sonoramente e ruotò occhi al cielo. "Tu però vieni con noi" affermò sicuro.

"Cosa? No no, preferisco andare a..."

"No, se non vieni anche tu non ci vado" s'impuntò, incrociando le braccia al petto.
Alzai un sopracciglio, guardandolo torva. "Questo sarebbe un ricatto?"

"Così sembra - scrollò le spalle con nonchalance, mordicchiandosi debolmente il labbro superiore - allora?" Domandò poi, lanciando una veloce occhiata a Harry che, proprio in quel momento, si era avvicinato a noi. Non osai voltarmi nella sua direzione ma, nonostante ciò, percepii il suo sguardo posarsi sul mio viso che, a disagio, si colorò di una tonalità di rosa tendente al rosso.

"Vengo - borbottai per poi guardare Zoey e Liam che mi rivolsero un piccolo sorriso colmo di gratitudine - prima però dovrei andarmi a cambiare" aggiunsi, lasciando scivolare la punta della lingua sul labbro inferiore che era vagamente screpolato.

"Ti fa male?" Si preoccupò Louis, cambiando per un istante discorso e soffermando lo sguardo sul mio naso che - grazie a Dio - non sembrava più farmi male come pochi minuti prima. Probabilmente Harry aveva ragione e non era rotto, altrimenti il dolore sarebbe stato insopportabile.

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