Capitolo 5

10.2K 620 124
                                    

''Zia'' spostai lo sguardo dal viso di Harry, portandolo su quello di mia zia che mi accolse in un caldo abbraccio. Sentivo i suoi singhiozzi mentre dai miei occhi ricominciavano a scendere le lacrime. Qualche secondo dopo ci staccammo e mi sentii stringere dalle braccia di mio zio che era rimasto indietro di qualche passo.

''Hai saputo qualcosa?'' tirò su con il naso zia mentre si poggiava a zio Kenith.

Annuii, abbassando lo sguardo. "Mi ha detto il dottore che ha un trauma cranico e qualche frattura.. adesso lo hanno messo in coma farmacologico'' conclusi, fissando una mattonella.

''Ho bisogno di vederlo...'' mormorò mia zia." Non credo che si possa, almeno non adesso - gli rispose zio, prima di sospirare e rivolgersi a me - e quei ragazzi sono i suoi amici, giusto?'' mi domandò.

Annuii in risposta. ''Mi hanno detto che ha avuto un incidente con la sua moto"

"Moto? Ma Louis non ha una moto" affermò convinto zio Kenith.

"Davvero?" chiesi confusa.

"Non che io sappia almeno" alzò appena le spalle, continuando a stringere mia zia Johannah.

"Allora non so..." misi entrambe le mani nelle tasche della felpa e sospirai rumorosamente per poi lanciargli un'ultima occhiata ed incamminarmi verso le sedie posizionate infondo al corridoio. Avevo bisogno di stare da sola e di riflettere, anche se non c'era nulla su cui riflettere. Louis era in un dannato letto d'ospedale ed io mi ritrovavo su quella maledetta sedia ad aspettare che il buon Dio decidesse cosa farne della sua vita. Era così maledettamente ingiusto, sbagliato ed io mi sentivo inutile, non potevo fare nulla per aiutare una delle persone più importanti della mia vita.

E se gli occhi azzurri di Louis non brillassero più?

E se la sua vita si spezzasse?

E se decidesse di arrendersi?

No, no e ancora no. Scossi violentemente il capo a quei pensieri e mi presi la testa tra le mani, mentre mi mordevo il labbro inferiore per cercare di trattenere l'ennesimo pianto della serata. Ero schifosamente vulnerabile, ma l'idea che lui mi lasciasse da sola era tremendamente orribile e soprattutto vicina.
Sentii una mano posarsi gentilmente dietro la mia schiena e quando drizzai il busto, il viso di Harry si presentò davanti a me.

"Dovresti tornare a casa" parlò, scrutandomi attentamente.

Scossi la testa in risposta. "Non posso"

"Non puoi restare qui, devi tornare a casa e riposare"

"Non voglio" spostai lo sguardo verso il pavimento.

"I tuoi zii mi hanno chiesto di riportarti a casa e la cosa mi sorprende alquanto visto che non mi sopportano granché" continuò. Non lo guardai ma sentivo il suo sguardo sul mio viso.

"Louis ha bisogno di me" proferii, sospirando poco dopo.

"Sì che ne ha, ma... Rosie, ha bisogno di una persona forte o per lo meno che riesca a reggersi piedi e adesso sembri tutto tranne che questo, quindi muoviti e dammi retta" concluse, rialzandosi.

"Harry, per favore..." mormorai, non volendo ascoltare le sue parole nonostante sapessi che aveva perfettamente ragione. Il mio stomaco era chiuso totalmente, ma la testa continuava a pulsare ed il dolore era diventato quasi insopportabile. Deglutii e mi alzai lentamente dalla sedia, voltandomi verso zia Johannah che mi fece un cenno con il capo. Tornai a guardare Harry ed in silenzio uscimmo dall'ospedale.

Salii a bordo della sua auto ed incrociai le braccia sotto al seno, mentre osservavo il ragazzo riccio prendere posto e mettere in moto la sua auto.

Hudson RiverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora