Capitolo 48

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Hiii!

Questo è decisamente il capitolo più lungo che io abbia mai scritto per questa storia e mi auguro che vi piaccia almeno un po'.
Lo dedico alla mia Tess. Lei capirà il perché.

Vi ringrazio di cuore per tutto il sostegno e l'affetto che mi dimostrate ogni volta.
Lasciatemi tanti commenti, tengo particolarmente a questo capitolo.

All the love

Anna

P.s. Chiedo scusa per gli eventuali errori di battitura!

"Lucinda mi ha..."

Ad interrompere la voce di Harry fu lo squillo del mio cellulare che avevo poggiato sul tavolino di fronte al divano.
Allungai una mano per afferrarlo e sorrisi istintivamente al nome apparso sul display: Zayn.
Avevo davvero voglia di sentire la sua, di parlare con lui, di vederlo, così me ne infischiai di Harry, e, senza pensarci due volte, risposi alla videochiamata.

"Piccola Rosie!" Fu ciò che sussurrò, facendomi sorridere come l'ebete.

Sussultai appena quando il suo viso comparve sullo schermo del cellulare e mi strinsi l'interno della guancia, mormorando poi: "Hey"

"Come stai?" Mi chiese il moro. Avrei voluto correre da lui e abbracciarlo ma mi trovavo dall'altra parte del continente e, soprattutto, in compagnia di Harry che, di tanto in tanto, mi lanciava delle occhiate piuttosto scocciate.
È questo ciò che meriti, stronzo, pensai soddisfatta senza però guardarlo.

"Sto bene e tu?" Abbassai lo sguardo per un istante prima di incontrare il suo sguardo che mi parve preoccupato.

"Ne sei sicura?" Domandò sollevando un sopracciglio.

"Certo - mentii non potendo fare altro - tu invece come stai?" Cercai nuovamente di portare il discorso su di lui che non sembrava affatto convinto delle mie parole. Per fortuna però lasciò perdere, cominciando a raccontarmi di come la mascotte della squadra di calcio si fosse schiantata al suolo durante la partita che c'era stata quel pomeriggio. Scoppiai a ridere immaginandomi Jeff, il ragazzo che faceva da mascotte, rotolare con quel meraviglioso costume da procione che indossava e lo ringraziai mentalmente per avermi strappato un sorriso. In realtà dovevo ringraziare Zayn. Cercava in tutti i modi di starmi vicino, di non perdermi. Voleva a tutti i costi recuperare il rapporto che avevamo anni prima, voleva riavere la nostra amicizia, il mio affetto e grazie ad ogni suo gesto, ogni sua parola, ogni suo semplice sorriso mi rendevo conto che anche io volevo riaverlo con me. Mi rendevo conto che senza di lui la mia vita non era stata la stessa, che lui sapeva come starmi accanto, forse ogni tanto diventando invadente, ma nonostante ciò la sua presenza stava diventando quasi fondamentale. Un punto fermo tra tanti punti interrogativi: ecco cosa Zayn stava diventando per me, ecco cos'era stato insieme a Lucinda anni prima. Eppure avevo paura. Paura di fidarmi ancora. Nessuno poteva garantirmi che lui fosse sincero. L'unica persona della quale potevo fidarmi realmente era Louis. Lui non mi avrebbe mai tradito. Lui, in un certo senso, mi apparteneva. Aveva il mio stesso sangue, eravamo legati e nessuno poteva dividerci. Ed io dovevo smetterla di essere la persona che ero. Dovevo, in qualsiasi modo, aprire gli occhi. Smettere di illudermi, smettere di credere a tutti.
Mettere da parte la mia ingenuità e cominciare a crescere una buona volta.

"Rosie?" Mi richiamò il moro forse notando il mio sguardo perso nel vuoto. Scossi appena il capo come per risvegliarmi dai tanti pensieri che circolavano nella mia testa e mi schiarii la voce.

"Non vedo l'ora di tornare" dissi, senza riflettere sul significato che poteva avere quella frase.
Infatti il moro si accigliò. "Perché? Non eri da Lucinda? Non capisco..." Mi esternò la sua confusione con quelle domande alle quali non potevo rispondere, limitandomi a scrollare le spalle.

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