Capitolo 46

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Buonasera!
Non sono affatto soddisfatta di questo capitolo, ma spero che un pochino vi piaccia.

All the love

Anna

"Sono in ritardo, cazzo" borbottai imprecando mentalmente contro il caricabatteria del cellulare che, qualche istante dopo, ritrovai sulla scrivania. Che idiota, mi dissi mentre velocemente lo gettavo in borsa. Chiusi la piccola valigia che avevo preparato la sera precedente e mi avvicinai alla finestra, ammirando il grigio del cielo ed il soffio pacato del venticello fresco che con delicatezza cominciò ad accarezzarmi il viso pallido.
Sospirai profondamente e socchiusi gradualmente le palpebre, cercando di rilassarmi invano. Ero tesa e nervosa ma allo stesso tempo il pensiero di riabbracciare Lucinda mi rallegrava e, in un certo senso, mi tranquillizzava. Avevo bisogno di parlarle, di raccontarle tutto, ogni dettaglio dell'amicizia che Zayn stava cercando in tutti i modi di ricostruire, quasi come se la sua felicità dipendesse da questo. Sapevo che non l'avrebbe presa bene, ma avevo bisogno di qualcuno che riuscisse a leggermi dentro perché, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a mettere ordine tra i miei pensieri. Confusi e monotoni erano trascorsi i giorni da quella strana mattinata, dopo la quale avevo trascorso la maggior parte del mio tempo libero con il moro che, a poco a poco, stava rientrando nella mia quotidianità a differenza di Harry, il quale sembrava essersi volatizzato. Non lo vedevo da quella mattina, ma non avevo avuto il coraggio di chiedere informazioni a mio cugino che proprio in quel momento entrò nella mia camera.

"Rose, il taxi è arrivato..." sussurrò alle mie spalle.

Mi voltai verso di lui ed annuii, facendo un piccolo cenno con il capo mentre i miei occhi scrutavano con particolare attenzione i lineamenti del suo viso: sembrava calmo e rilassato nonostante sapevo che fosse l'esatto contrario. Era preoccupato per me, ma cercava di non darlo a vedere a differenza dei miei zii che la sera precedente mi avevano trattenuta a telefono per circa quaranta minuti nei quali non avevano fatto altro che ripetermi di stare attenta e di chiamarli il prima possibile. 

"Se avessi potuto, ti avrei accompagnato io lo sai..." Mormorò, mordicchiandosi il labbro inferiore ed  abbassando lo sguardo quasi mortificato.

"Louis! - lo richiamai accigliata e mi avvicinai a lui, accovacciandomi così da poterlo guardare negli occhi - so che lo avresti fatto, ma non devi preoccuparti per me. Io starò bene e poi andrò da Lucinda, come ho promesso a tua madre - aggiunsi mentre mentalmente pregavo affinché quelle parole lo tranquillizzassero almeno un po' - stai tranquillo, dico sul serio" conclusi, continuando ad osservarlo attentamente. Svariati secondi dopo mi spostai dal viso una ciocca di capelli e, quando lo vidi annuire e disserrare la bocca in un lieve sorriso, mi protesi in avanti, stringendolo in un abbraccio che prontamente ricambiò.

"Stai attenta, mi raccomando" sussurrò qualche istante dopo, sciogliendo la presa dal mio corpo.

"Lo farò, non preoccuparti!" Dissi convinta, prima di afferrare un felpa ed indossarla. Presi la valigia e sorrisi a Louis che sembrava essersi del tutto tranquillizzato.

"Ci vediamo tra qualche giorno allora - dissi, dando le spalle alla porta che nel frattempo avevamo raggiunto insieme - ti voglio bene!" Esclamai, lasciandogli un bacio sulla guancia prima di aprire la porta e varcare a passo svelto la soglia di essa.

"Anche io ti voglio bene e chiamami!" urlò.

Gli lanciai un'ultima occhiata, facendo un segno affermativo con il capo per poi sollevare la valigia con una mano e scendere le scale il più velocemente possibile. Una volta fuori mi affrettai ad attraversare la strada e a raggiungere il taxi nel quale mi fiondai senza perdere altro tempo.

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