Capitolo 47

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"Rose?" La voce di Lucinda mi richiamò e contro ogni mia volontà alzai il capo, guardandola.

"Non so cosa dire" mi limitai a dirle, scrollando le spalle. Ero abbastanza sconvolta.

"Non credo che tu possa dire qualcosa!" Notai una punta di acidità nelle sue parole, il che mi fece accigliare ancora di più. Si stava innervosendo.

"Smettila di guardarmi in quel modo!" Brontolò, distogliendo lo sguardo dal mio viso.

"Non ti sto guardando in nessun modo, sto solo cercando di capire qualcosa, dannazione! Posso accettare il fatto che tu mi abbia tenuto nascosto una cosa, ma non posso accettare il fatto che tu mi abbia mentito!" Sbottai, alzando di tono di voce e gesticolando in modo quasi frenetico. Stavo per raggiungere il limite massimo della sopportazione.

"E cosa potevo dirti?! - sbraitò anche lei, spalancando gli occhi - Rose, in realtà conosco Harry, conosco ogni centimetro del suo corpo perché l'ho conosciuto in vacanza l'anno scorso e, cazzo, ho perso la verginità con lui. In 15 giorni credo di essermelo fatta in tutte le posizioni del kamasutra! E sai una cosa? Sono una codarda e mi vergogno perché la realtà e che se tornassi indietro rifarei tutto, ogni cosa!" Concluse con tono fermo e deciso, lasciandomi per qualche istante senza parole.

Non ero in grado di mettere insieme una frase di senso compiuto perché, in quel momento, le uniche cose che mi passavano per la testa erano parole davvero poco carine. Parole che mai avrei pensato di poterle rivolgere. Parole che ingoiai, lasciando al mio sguardo il potere di urlarle. La guardai con disprezzo. La disprezzai e la giudicai come mai avevo fatto. Forse stavo esagerando perché si era solo divertita con un ragazzo, forse un po' mi sentivo male perché quel ragazzo era Harry, ma questo non glielo mostrai, non potevo mostrarle che quelle sue parole, senza che io lo volessi, mi avevano ferita. Non potevo più negarlo a me stessa, non era giusto che lo facessi perché per quanto volessi, non potevo più farlo.
Era arrivato il momento di affrontare ciò che per giorni avevo tentato di combattere, ero arrivato il momento in cui ammettevo a me stessa la verità: io ero cotta di Harry Styles.
Che merda.

HARRY's POV

"Allora ci vediamo fra tre giorni, va bene principessa?" Scalciai un sassolino mentre sorridevo spontaneamente al saluto di Sophia, per poi mormorare un: "A domenica e fai la brava, piccola", prima di riattaccare e far scivolare il cellulare nella tasca dei jeans.
Mi guardai intorno con un sopracciglio alzato e quando mi resi conto che ero addirittura uscito dalla proprietà dei Morris, mi affrettai a percorrere velocemente il piccolo viale per poi entrare in casa. Avevo percepito fin da subito la tensione che si era creata tra Rose e Lucinda, ma francamente ero grato agli infermieri che avevano permesso a Sophia di chiamarmi proprio in quel momento. Sapevo che di lì a poco sarebbe scoppiata una litigata e la voglia di assistere era pari a zero, soprattutto dopo ciò che era successo in aereo quella mattina. Non ero riuscito a controllarmi, avevo lasciato che quella fottuta paura si prendesse gioco di me proprio di fronte a Rose e, come se non bastasse, le avevo confidato come il più stupido dei bambini che il buio mi terrorizzava. Cazzo.

"Va bene mamma, allora ci vediamo domani mattina" la voce di Lucinda catturò la mia attenzione, strappandomi dalla voglia irrefrenabile di prendermi a schiaffi da solo.

"Hey!" Si voltò verso di me che con un sopracciglio alzato mi guardavo intorno. Di Rose nemmeno l'ombra.

"Rose?" Chiesi, lasciando che il mio borsone dalla spalla scivolasse per terra.

"È andata da alcuni nostri vecchi amici" m'informò la mora, facendomi bestemmiare mentalmente. Non conoscevo San Francisco e non avevo voglia di passare tutto il pomeriggio in quella squallida stanza d'albergo che avevo prenotato due giorni prima, ma altro non potevo fare, dunque dopo un bel respiro, mi affrettai a riprendere il borsone.

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