Capitolo 35

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Hiii!

In questo capitolo sono presenti scene di sesso, abbastanza dettagliate, dunque se siete particolarmente sensibili potete tranquillamente saltare la prima parte in corsivo, leggendo poi quella successiva, senza alcun problema.

Mi scuso per il piccolo ritardo, ma questo capitolo non voleva proprio venir fuori dalla mia testolina, hahah.
Anyway, vi auguro una buona lettura e mi scuso per qualche piccolo errore di battitura.
Grazie, come sempre, di tutto il sostegno.

E lasciatemi tanti commenti, sono davvero importanti per me!
Spero di non deludere le vostre aspettative.

All the love

Anna

Cinque minuti trascorsi a fissare il vuoto. Trecento secondi di silenzio smorzato solo dal battito impazzito del cuore che sembrava quasi essermi scivolato nello stomaco, già preso d'assalto dall'ansia. Non è possibile, pensai ancora una volta, mordendomi disperatamente il labbro inferiore mentre percepivo le lacrime allagare i miei occhi che, nel frattempo, si erano spostati verso il soffitto. Mi passai una mano tremolante tra i capelli, spingendoli all'indietro e scossi più volte il viso. Mi rifiutavo di crederci. Mi rifiutavo di credere che gli fosse accaduta una cosa del genere. Conoscevo Harry da poco tempo, eppure il dolore che in quel momento avvertii invadere i miei sensi superava di gran lungo le aspettative. Merda, no. Mi poggiai una mano sul petto e mi asciugai una guancia con l'altra mentre i piedi mi spinsero in cucina dove, per fortuna, Louis aveva lasciato un post-it attaccato a frigorifero. Era andato dai miei zii. Senza badare al mio abbigliamento, afferrai il cellulare sul tavolino e tirai su con il naso prima attraversare a passo svelto il corridoio e raggiungere la porta d'ingresso che immediatamente aprii, pronta per raggiungere Louis a New York. Avevo bisogno di parlare con lui per accertarmi della veridicità di quella terribile notizia.
E improvvisamente il mio cuore tornò a respirare.

"Harry..." sussurrai, incontrando i suoi occhi verdi e sbattei velocemente le palpebre, quasi incredula di rivederlo.
Lui era lì, era vivo. Stava bene. Per una ragione che ancora non conoscevo Harry non era salito su quell'aereo e con un piccolo cipiglio sul viso mi stava osservando dal pianerottolo. "Rose?" chiese stranito, non ottenendo però alcuna risposta da parte mia. Le mie corde vocali si rifiutavano di proferire parola.
Mi morsi l'interno della guancia nel sentire il suono roco e profondo della sua voce e, spinta dai miei nervi ballerini e da ciò che il cuore mi implorava di fare, mi avvicinai esitante a lui per poi abbassare appena il capo e allungare le braccia intorno al suo petto, stringendolo piano a me. A quel contatto, un brivido lento e piacevole percorse la mia spina dorsale e i miei occhi si socchiusero. Lo stavo abbracciando. Avvertivo il calore del suo corpo raggiungere i miei sensi e, in qualche modo, calmarmi, ma quella sensazione durò ben poco poiché, un istante dopo, le grosse mani del ragazzo si posarono sui miei fianchi che spinse bruscamente all'indietro, costringendomi ad indietreggiare. Inghiottii a vuoto, arrossendo di colpo, e imbarazzata come poche volte, spostai lo sguardo verso il pavimento. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, non dopo essere stata respinta in quel modo. Era un semplice e stupido abbraccio che lui non aveva ricambiato. Non riuscivo a capire il perché lo avesse fatto. Eravamo una sottospecie di amici, giusto? Gli amici non si baciano, disse la solita vocina, facendomi quasi alzare gli occhi al cielo infastidita dalla pura verità. Certo, avevamo uno strano rapporto, ma sapevo perfettamente di non dovermi aspettare nulla da lui e, soprattutto, ero consapevole di dover dare un taglio a quello strano rapporto che si era creato. Forse aveva frainteso tutto. O forse sei attratta da lui e hai, inconsciamente, sperato in qualcosa. Trattenni un sospiro rumoroso e impercettibilmente mossi la testa a quel pensiero. Non avevo frainteso, non avevo sperato nulla e non ero affatto attratta da lui, dannazione! Sentii il suono del suo respiro bloccarsi di colpo come se stesse per dire qualcosa, ma non appena alzai la testa nella sua direzione, una voce proveniente dalle scale raggiunse le mie orecchie: "Rosie, ciao! Da quanto tempo"

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