Classica giornata in ufficio

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"Buongiorno!" Gridò Ink ghignando verso Cross, che si stava avvicinando in quel momento alla porta dello studio che Ink stava aprendo.

"Non urlare..." Sbuffò Cross.

"Perché?"

Cross lo guardò male.

"Che succede Cross? Sembri strano." Chiese Phoenix.

"Ho bevuto." Mormorò.

"Come? Non ti abbiamo sentito." Lo provocò Ink.

"Ho bevuto ieri." Ripeté a voce abbastanza alta per farsi sentire da Phoenix, "Ink, per favore, apri questa cazzo di porta, è troppo freddo per questo."

"Pensavo ti piacesse il freddo?"

"Non mi sento bene, fottiti." Sibilò.

Una volta che la porta fu aperta, i tre ragazzi entrarono, con Cross che spinse gli altri due da parte per poter entrare per primo.

"Quando arriva Ashley?" Chiese Ink.

"Non ne ho idea. Le ho detto di venire alle nove come tutti." Rispose Phoenix prima di parlare alzando la voce, "Cross, portami la macchinetta per i tatuaggi quando torni qui, questa è quella rotta."

"Prenditela da solo!" Urlò di rimando dall'altra stanza.

"Sei più vicino tu!"

Cross ritornò da loro in fretta, stringendo la suddetta macchina per i tatuaggi, gettandola sulla sedia davanti a Phoenix.

"Fai attenzione!" Sibilò mentre Cross se ne andava di nuovo.

Per i quindici minuti successivi, Cross non tornò mentre Ink e Phoenix preparavano lo studio per la sua apertura alle nove e mezza. Finalmente, Ink decise che anche Cross avrebbe dovuto aiutare, quindi andò a recuperarlo.

"Su andiamo, idiota. Fuori di qui." Ordinò, entrando nella stanza. Cross era sdraiato sul divano, impegnato a scrivere al telefono.

"Si, un secondo."

"Che c'è, stai dicendo a Nightmare come 'l'altra sera è stato uno sbaglio'?" Ghignò.

"No. E per informazione, non è successo nulla. È andato a casa."

"Probabilmente è meglio così." Ink ridacchiò. Cross, invece, non sembrava divertito, continuando a tenere gli occhi sullo schermo.

"No, davvero, cosa stai facendo?"

"Non importa."

"Cosa?"

"Scusa," Sospirò, "È mia madre, ha detto che i dottori le hanno detto che, uhm..." Si interruppe, "Non ci sono stati cambiamenti, e uhm...già."

"Aw, mi dispiace, davvero." Ink sospirò, avvicinandosi e sedendosi accanto a lui, "Non è colpa tua, o di nessun altro tranne A-"

"Basta cercare di incolpare qualcuno," Lo interruppe Cross, sedendosi, "Non sono sicuro se avere qualcuno da incolpare in ogni situazione sia meglio. Ci sono circa cinque diverse persone che potrei incolpare, ma nessuno di loro voleva che succedesse questo. Sinceramente, il problema maggiore sono io, ma-"

"Cross-"

"-Ma non è esattamente colpa mia."

"Certo che no. Perché dovrebbe?"

"Cosa farò se Chara non riuscisse a farcela?" Chiese improvvisamente, guardando il vuoto, "Cioè, mia madre mi odierà. Lei vuole qualcuno da incolpare. E, io...Chara è...è difficile da sopportare a volte, ma...il suo tono di voce, la sua persistenza nell'ottenere quello che vuole...preferirei sopportarlo per tutta la vita, che stare senza per sempre." Finì con un sospirò.

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