Sabrina
Non riesco a spiegarmi la strana sensazione che ho addosso da stamattina. Non mi sentivo così inquieta da quando ero in America. La vita che ho scelto, il trasferimento a Vitrolles e la nascita di Samuele sono stati il cambiamento che mi ha dato la spinta per ricostruire la mia quotidianità.
Non sono più la figlia di Saverio Prati, lui non c'è più e nemmeno la sua organizzazione. Ha lasciato dietro di sé dolore e morte, soldi sporchi e una rete di oscuri traffici che fortunatamente è stata smantellata.
Ho trascorso le settimane del processo a pianificare il mio trasferimento qui. Dopo la disastrosa telefonata con Sage di alcuni mesi fa, ho capito che anche se non lo desideravo, ho ferito lui e gli altri con i miei silenzi.
Era arrabbiato, lo so bene, ma c'era un fondo di verità nelle sue accuse, che non mi ha permesso di dormire la notte. Troppo timorosa di perderlo se avessi confessato la mia identità, alla fine mi ero scavata la fossa da sola.
Anche se avesse provato qualcosa per me, con le mie menzogne lo avevo ferito nel profondo. Era l'ultima cosa che volevo fare. Speravo di tenerlo al sicuro da papà, ma ci è andata di mezzo Lavinia. Ora che guardo Samu negli occhi ogni giorno, mi rendo conto di come possa essersi sentito lui.
Sto sbagliando ancora, lo so bene. Eppure non ho imparato dai miei errori. Non ho mai più contattato Sage e nemmeno Tony o Raul. Ho custodito la mia gravidanza come un segreto per mesi, senza mai permettere a me stessa di pensare che lui ne sarebbe stato felice.
Avevamo condiviso qualcosa quella notte, ne sono certa, ma tutto era andato in rovina e lui era così arrabbiato...
Uno stridìo di freni, poco più avanti di dove mi trovo, attira la mia attenzione. Un Renault Trafic ha inchiodato a venti metri da me. Inquietante.
Per un istante temo possa essere qualcuno legato a mio padre, anche se sono stata accurata nel non lasciarmi dietro alcuna traccia, ma la persona che scapicolla fuori dal veicolo la conosco bene.
Sage Thompson in pantaloni scuri e camicia di jeans, proprio come quando l'ho visto la prima volta, è davanti a me, dopo più di un anno.
Impossibile.
Dallo shock mi tremano le gambe e prima che possa capire cosa succede, cado in ginocchio sul marciapiede. Un passante si ferma e domanda se mi sento bene, ma qualcuno lo scansa e si mette accanto a me.
Ho paura di alzare lo sguardo.Il proprietario delle braccia che mi sostengono respira forte, veloce, come se fosse scioccato quanto me. Com'è possibile che mi abbia trovata? Sono stata attenta.
Al pensiero che sia qui per Samu rischio di svenire, ma mi faccio forza. Non ho un piano di fuga da qui, credevo che non mi sarebbero più serviti."Sabrina?"
Non ho immaginato quella voce. Mi tormenta e mi delizia nei miei sogni da mesi.
"Sei davvero tu?" Questo è Tony. Oddio, questa cosa sta succedendo davvero.
Mi aiutano a rimettermi in piedi, senza stringermi. Beh, Tony non stringe.Cerco di calmare il mio respiro, tornare alla normalità e non sembrare pazza, ma mi riesce difficile, praticamente impossibile, quando finalmente incrocio lo sguardo scuro dell'uomo che amo, così simili a quelli di mio figlio da sentir male dentro il petto.
"Non credo alla mia fortuna. Finalmente sei qui" mormora preso in un ragionamento che non comprendo. Scuoto la testa, ma non riesco a distogliere lo sguardo dal suo, mentre la mia mente è sempre più annebbiata.
Quando ho desiderato vederlo? Sentirlo? Parlare con lui? Abbracciarlo?
Oddio, Samuele.Sage continua a parlare, non so nemmeno se con me o con Tony, non riesco a seguire il filo del discorso.
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Sage
RomansaRichard sogna le amiche della figlia teenager. Matt vuole essere dominato. Lorna vuole farla pagare al marito. E io? Realizzo le loro fantasie. Purtroppo la mia agenda è già piena, non ho davvero tempo per Sage, non importa che lui sia sexy da morir...