5 - Acquisti impulsivi

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Sage

Perché cazzo Tony non è ancora qui? L'ho chiamato venti minuti fa, dovrebbe essere quasi arrivato ormai.
Richiamo e risponde subito, come al solito, ma dice che era lontano dall'auto. Dove cazzo era?
Sbuffo, alternando lo sguardo da Raul all'uomo sporco di sangue rappreso che barcolla sulla sedia a cui è ancora legato.
"Il tuo capo non vuole rivederti vivo, sai?" spiego. "Avrebbe accettato l'incontro, se lo volesse. Invece non gli importa abbastanza da muovere il culo da quella poltrona su cui era seduto quando ha risposto al telefono."
Il prigioniero, che prima faceva lo spavaldo, ora ha le rotule frantumate e un braccio rotto, oltre al naso e non è più così tronfio.
Raul è in grado di ammazzarlo in modi diversi, ma Tony è quello che si occupa di disfarsi delle carcasse di questi galoppini senza importanza.
"Allora, mi dici perché Saverio Prati ti ha mandato a ispezionare i dintorni di casa mia?" chiedo.
Scuote la testa.
"Vuoi dire che è stata tutta una tua idea?"
Nega, con lo stesso movimento del capo.
Sbatto le mani sul tavolo di metallo e il rimbombo somiglia a una detonazione, che fa sobbalzare il poveretto.
"Senti uccellino, mi sono stancato. A dire il vero non ho mai molta pazienza, lo avrai capito, perciò te lo dico chiaramente: vuoi farci la cortesia di dirci qualcosa per salvarti la vita o la facciamo finita qui?"
Sgrana gli occhi, muovendosi in modo scomposto, ma guardo Raul, sa che deve intervenire.
"Io non so niente. Mi ha solo detto che dovevo venire nel quartiere. Non sapevo che era casa sua. Non so cosa dovevo fare. Non avevo istruzioni."
"Uhm, dovrei crederti?"
"La prego io non so altro."
"Allora non mi servi."
Mi volto, stringendo i denti quando il rantolo del prigioniero smette, sostituito dal rumore di osso che si spezza e quando rivolgo lo sguardo a Raul, lo trovo intento a liberare i polsi dell'uomo, a cui testa pende con un angolo innaturale.
Tony entra poco dopo dalla porta.
"Oh, finalmente mi degni della tua presenza!" lo apostrofo.
"Sono arrivato in tempo, come al solito, capo."
Sembra teso, sa che non sono paziente e ho dovuto chiamarlo tre volte prima che fosse qui.
"Beh, potevi goderti l'interrogatorio con noi, non è vero Raul? Purtroppo ammetto che non ti sei perso molto, non aveva informazioni da darci" sospiro andando verso l'unico mobile della stanza e da un cassetto estraggo due bicchieri e una bottiglia di bourbon.
"Me ne occupo subito e poi torno a fare rapporto" dice Tony.
"Bene, Raul, ti fai un goccetto con me?"
"Certo, capo, aiuto solo Tony a portare il corpo in auto."
"Torna presto."

Quando sono solo, chiamo il mio contabile di fiducia.
"Hai novità per me?"
"Non molte, signore. Il Fairytale sembra avere tutte le autorizzazioni necessarie e opera nella legalità, se si esclude il suo prestito, signore. Ma non trovo la cartella di questa Sabrina negli archivi del personale assunto."
Male. "Hai controllato dappertutto?"
"Sì, signore. Due volte. Polly ha depositato il contratto per la serata in cui ha lavorato per lei, ma non trovo altro."
Butto giù il primo bicchiere, pensando che sembra tremendamente difficile recuperare informazioni su quella ragazza. Questa cosa mi piace ancora di più.
Se lei è sfuggente, allora mi interessa.
Sta diventando il mio nuovo hobby, scovarla.
"Va bene, ti farò sapere quando fare l'offerta."
"Certo, signore. Buonanotte."
Guardo l'ora e mi scappa un'imprecazione. Pensavo di finire prima.
Aspetto assieme a Raul per un'ora e mezza, ma quando Tony torna non è molto locquace.
"Eri a un appuntamento per caso?" chiedo con scherno ma lui mi guarda negli occhi e non osa dire una parola. Quindi è così.
"E lei meritava?"
Stringe le labbra. "Non era male."
"Oh, deve essere più di questo, se sei così evasivo. Lo succhia bene, almeno?"
Voglio provocarlo, ma lui è abituato ai miei interrogatori e non è facile scucirgli informazioni.
"Non sono arrivato fino a quel punto" ammette a denti stretti.
Senti, senti. Allora la ragazza gli piace davvero.
"Era quella della discoteca?"
E' stato Raul a parlare e Tony gli ha rivolto un'occhiataccia. Interessante.
"Raul, tu la conosci?"
"Mi ha presentato la mia futura moglie" dichiara orgoglioso e con un ghigno in viso.
"Sul serio? Hai trovato l'anima gemella?"
"Cazzo capo, quella beve più di me e resta in piedi! Chi non vorrebbe sposarla?"
"Per questo te la sei scopata in bagno, no?" ribatte Tony.
"Raul quindi hai parlato anche tu con la ragazza? Dimmi un po'com'è."
"Oh, un angelo biondo. Molto sexy e parecchio giovane."
La descrizione potrebbe calzare a Sabrina, ma scaccio l'idea. Impossibile.
"Sembra il mio tipo. Tu Tony che ne dici?"
"Non ne ho idea, Sage. Non credevo che avremmo fatto un pigiama party stasera" commenta asciutto. Non capita spesso che sia così evasivo, la ragazza deve piacergli sul serio.
"Magari una sera puoi portarla a cena" propongo.
Sgana gli occhi ma è veloce ad abbassare lo sguardo.
"L'ho piantata in asso prima della fine della serata, non penso vorrà frequentarmi" dice.
"Beh, se non scappa prima di una settimana, portala a cena."
Sa che è un ordine.
"Se non scapperà, la porterò, Sage."
"Ottimo. Non vedo l'ora. Bene ragazzi, direi di andare a dormire, ci vediamo domattina al solito orario" annuncio alzandomi.
Mi scortano fino alla villa e poi mi lasciano per andare a parcheggiare, mentre mi guardo attorno, controllando il perimetro.
Saverio Prati è un problema. Lo è sempre stato, ma dopo quello che ha fatto, la mia priorità è fare fuori quel bastardo che ha ucciso mia sorella.
Cazzo, quel folle ha fatto saltare per aria la macchina quando anche suo figlio era a bordo, solo perché aveva deciso di restare con lei invece di tornare nell'organizzazione.

"Eccoci. Tutto a posto".
Raul parla per entrambi, mentre entriamo dentro, mentre Tony resta in silenzio e questo non fa che aumentare la mia voglia di consocere la misteriosa ragazza.
Quel pensiero ne porta un altro, più confuso.
Sabrina. Non ho notizie di lei da giorni e Polly è stranamente abbottonata sulla sua dipendente. Questo, in aggiunta al fatto che non si trovi alcun contratto a suo nome tra quelli delle dipendenti mi incuriosisce più della ragazza stessa.
Essere in grado di diventare chi vuole, per compiacere un cliente, sarebbe un gran valore aggiunto. Potrei farla lavorare per me, saltuariamente.
Dovrebbe essere iscritta all'università, quindi con un prestito studentesco da restituire. Dei soldi in più le faranno comodo.
Mi sfrego le mani, mentre accarezzo l'idea di averla sotto i miei comandi.
La mattina dopo, sistemo le cose urgenti e poi senza quasi pensarci, mi dirigo al Fairytale.
Polly si irrigidisce, ma non me ne frega niente. Tra pochi giorni questo posto sarà mio e anche le ragazze, ormai l'ho deciso.
"Cosa vuoi, Sage?"
"Godere della tua compagnia, non è evidente?"
"Ci scommetto. Sputa l'osso, perché sei qui, o meglio, per chi?"
Ci vede lungo la stronza, glielo devo riconsocere. "Polly come vanno gli affari?"
Impiega troppo tempo a rispondere che va tutto bene, dandomi l'input che mi serviva.
"Hai bisogno di un altro aiuto?" propongo.
"Spero di no. Non mi piace indebitarmi con gente come te" ammette tra i denti.
Allora è un bene che io voglia comprare l'intera baracca.
Una ragazza vestita come una cortigiana del Settecento irrompe nella stanza senza notarmi, concentrata nel non far cadere la parrucca bianca e piena di boccoli che indossa.
"Polly abbiamo un problema con Emmet."
Lei mi lancia un'occhiata in tralice, prima di concentrarsi sulla ragazza e quando anche io la guardo mi si secca la gola. Ecco il mio angioletto. Gonna ampia e ricamata, bustino aderente al busto stretto e generosa scollatura, nonostante non abbia molto seno.
Respira velocemente e questo tende la stoffa contro la sua pelle chiara, leggermente arrossata per la corsa.
Vorrei infilare una mano dentro quel vestito, saggiare la morbidezza del suo incarnato.
"Che succede?"
La domanda esce quasi in contemporanea con Polly, catalizzando l'attenzione di Sabrina su di me invece che su Polly.
"Sage. Nulla che ti debba interessare. Polly possiamo parlare?" aggiunge sottovoce.
Schiocco la lingua, per evitare di minacciarla. Odio che mi si nascondano le cose e dal momento in cui ho deciso di acquistare questo locale, lo sento mio. Non riesco quasi a trattenermi dal dirlo, nonostante non abbia ancora parlato con Polly.
Aspetto con impazienza finché Polly ritorna da me, notando con disappunto che Sabrina non è con lei.
"Di quale problema parlava?"
Lei abbassa lo sguardo, cercando di svicolare ma mi avvicino di un passo, minacciandola con la mia mole. Alla fine sospira, arrendendosi alla mia curiosità.
"Un cliente ha violato il regolamento, molestando una dipendente che non era nemmeno la ragazza pagata per la fantasia" spiega e io sono confuso.
"Non capisco."
"Voleva prendere un tè e biscotti come nel Settecento, con tutto il contorno. Pizzi, crinoline, parrucche eccetera, hai presente? Serviva una cameriera, perché la ragazza della fantasia sarebbe dovuta essere la sua ospite. A quanto pare pensava di potersi fare la servitù."
Sabrina chi era delle due? Il pensiero che uno sconosciuto allunghi le mani su di lei mi fa incazzare senza motivo.
"Polly mi stavi dicendo che stai avendo dei problemi di soldi, o sbgalio?"
Sage resta calmo.
"Io.. sì."
"Ero convinto che un posto come questo funzionasse. Dopotutto anche se non offri sesso, i clienti escono sempre con le palle svuotate, no?"
Sussulta, ma non ha senso girarci intorno.
"Alcune fantasie sono dispendiose e suppongo di non aver richiesto il giusto compenso ai clienti. Ultimamente poi, con la crisi alcuni vengono una volta ogni due mesi, mentre prima ogni due settimane al massimo" ammette.
"Solo questo?"
"Sì. Non ho altre spese ma nemmeno altre entrate e non ho alcuna intenzione di far prostituire le ragazze."
"Capisco. Vorrei aiutarti, se me lo permetti."
"Non posso sostenere gli interessi di un altro tuo prestito, Sage."
"Non ho detto che ti avrei fatto un prestito. Ho bisogno di pensare a questa cosa" annuncio mentre inizio a ragionare. "Polly mi procureresti una fantasia con la tua protetta?" chiedo di getto.
"Perché ti sei fissato con Sabrina? Voi due non andate bene uno per l'altra."
"Siamo entrambi maggiorenni e non ho intenzione di molestarla sessualmente, se è questo che ti preoccupa." Almeno non qui al Fairytale.
"E che fantasia vorresti soddisfare?" domanda con gli occhi stretti in una fessura.
"Una doccia. Voglio vederla mentre si fa una doccia. Non mi interessa che si stuzzichi mentre si lava, o faccia altro, solo una doccia. Niente vetro satinato però."
"Quando?"
Sorrido. "Appena è disponibile."
"Ti chiamo dopo aver parlato con lei. Ora ti prego di andartene, prima di spaventare i clienti."
"Polly quando mi chiamerai, vorrei che mi dessi anche due informazioni: a quanto ammontano i tuoi debiti e quanto vale questo posto."
Trattiene il fiato, ma non replica. Sa che se mi metto in testa qualcosa sono irremovibile.
Sorrido sardonico, prima di lanciare uno sguardo verso il corridoio, nella speranza di rivedere Sabrina, ma non accade.
Spero solo che non mi faccia aspettare molto per quella doccia.
Dopo, se lei accetterà la mia proposta, io libererò Polly dai suoi problemi e chiuderò questo posto.

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