30 - Oh, Cherìe

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Sabrina

Samu non mi ha fatto chiudere occhio stanotte. Probabilmente sentiva il mio nervosismo, ma non sapevo come calmarmi. Quando poco fa l'ho lasciato con Neil, sembrava che gli stessero strappando un arto da quanto strillava, ma spero che sia sfinito e ora dorma, lontano dal mio pessimo umore.

Sono riuscita per miracolo a riporre in camera ogni giocattolo, coperta e vestitino del piccolo. Non credo di tenerlo nascosto a Sage, non lo voglio nemmeno, ma non posso dirglielo oggi. Devo scoprire se lui abbia accettato che io sia la figlia di colui che gli ha portato via così tanto, se prova qualcosa per me nonostante questo fatto e poi deciederò come proseguire.

Ho preparato del caffé per lui e del succo per me, che preferisco non assumere caffeina nella speranza di crollare a dormire con Samu tra un paio d'ore.

Puntuale, suona il campanello.
"Buongiono" saluto quando gli apro e proprio quando sto per invitarlo ad entrare, noto un movimento a lato del mio campo visivo. Neil, alla finestra, mi osserva.

Gli faccio un breve cenno, mentre Sage si volta a guardarlo e poi mette piede in casa.
"Chi era?" domanda immediatamente. Sto per ridere, perché sembra che non sia cambiato di una virgola, ma mi trattengo.
"Il figlio della vicina" rispondo.

"Siete amici?"

"Sei qui per farmi il terzo grado?"

Stringe le labbra, ma non replica. "Possiamo sederci?" chiede invece.

Gli faccio strada fino al tavolo, poi gli offro il caffè. Accetta e mi osserva mentre poso la tazzina e lo zucchero davanti a lui, prima di prendere posto e afferrare il bicchiere di succo di frutta che ho lasciato a metà mentre lo aspettavo.

"Tu non prendi il caffè?"
"L'ho bevuto prima" dico stringendomi nelle spalle, ma poi non so come proseguire la conversazione. E' così strano averlo qui, dopo tutto quello che ci è successo. Il silenzio si protrae, mentre Sage si guarda attorno. Sembra in perlustrazione e io mi sento ancora più nervosa.

"Ti trovo bene" azzardo.

Finalmente posa lo sguardo su di me ed è un colpo. Ogni fibra del mio essere si tende per il desiderio di andare da lui, abbracciarlo, sentire il suo calore e respirare il suo odore. Mi è mancato perfino il suo caratteraccio in questi mesi solitari. I suoi occhi mi attraggono come calamite e dannazione è come se il tempo non fosse passato.
Amo quest'uomo come allora, rivedo tratti di lui ogni giorno nel viso di mio figlio, ma l'originale, è spettacolare.

Lui sembra incantato a guardarmi, non dice nulla, resta semplicemente seduto di fronte a me e mi osserva. Dovrei sentirmi in imbarazzo per questa perquisizione visiva, invece mi sento bene. Sembra ammaliato da me e la speranza che non sia più incazzato con me per le mie bugie mi fa tirare un vero sospiro di sollievo.

"Stai bene coi capelli corti" dice poi. Li tocco involontariamente, arrotolando una ciocca tra le dita, prima di darmi della sciocca e lasciarla andare di scatto. "Volevo cambiare" ribatto.

Non gli dirò che ho scelto di tagliarli perché non ho il tempo di asciugarli, ora che ho dieci minuti scarsi per farmi una doccia e prepararmi. Samu è anche questo, oltre che l'amore della mia vita.

"Beh, hai cambiato continente, tagliato i capelli... davvero parecchi cambiamenti. Nient'altro?"

Inspiro, perché la determinazione nella sua voce sembra intendere altro e ho paura che sappia, anche se Tony ieri  mi ha assicurato che non glielo aveva detto.

Tossisco, cercando un argomento diverso, ho fantasticato così tanto su cosa avrei detto a Sage se ci fossimo incontrati di nuovo che non so da dove iniziare, poi mi butto.

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