31 - Ingorgo di sentimenti

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Sage

Non riesco a dare un nome o un ordine ai sentimenti che si rimescolano dentro di me in questo momento. L'unica cosa certa è che il fastidio per il ragazzo che ha chiamato la mia Sabrina cherìe, è evaporato nel momento il cui ho osservato la bionda tenere in braccio quel bambino.

Perché tutto il mio mondo era concentrato in quel punto. Ho anche Vinnie, chiaro, ma Sabrina tiene in braccio un bambino con gli occhi color carbone e i capelli scuri e ha tanto di quell'amore negli occhi mentre lo guarda, che non posso sbagliarmi.

Quello è suo figlio e se sono fortunato, è anche mio.

Potrei sbagliare a giudicare l'età del piccolo, perché i ricordi di quando Vinnie era così piccola ormai sono confusi nella mia mente, ma credo di avere di fronte un miracolo, tutto per me.

Se ciò che penso è vero, Sabrina e quel fagotto non resteranno mai più separati da me, nemmeno per un giorno.

Me l'ha tenuto nascosto. Non mi ha detto nulla, non ha provato a contattarmi, non ero presente quando è nato. Questo non lo sopporto.
Sono stato così terribile l'ultima volta che ci siamo sentiti, da indurla a pensare che fosse meglio non dirmi che aspettava nostro figlio?

Sono stupefatto, incazzato, preoccupato e grondante d'amore allo stesso tempo. Non riesco a mettere in fila le parole, vorrei strozzare e riempire di baci Sabrina, mi sento come se mi fossi spezzato e ricomposto in un modo nuovo, diverso.

Chi avrebbe detto che la figlia dell'uomo peggiore che io abbia mai incontrato mi avrebbe ridotto così?

"Tony dovrebbe imparare a non spettegolare" protesta, ma il tono non è astioso. Samuele si è quasi addormentato e vorrei allungare le braccia e stringerlo al mio petto, ma appena ci provo lei si tira indietro, portandolo lontano da me.

"Hai paura che te lo porti via?"
La consapevolezza mi colpisce e mi ferisce nel profondo.

"Sai essere crudele, quando sei arrabbiato" replica stringendo di più il bambino.

"Non ti porterò via tuo figlio, voglio che questo sia chiaro, però credo di avere il diritto di stringerlo tra le braccia per la prima volta, non trovi?"

Non so nemmeno come ho fatto a dirle tutto senza incespicare nelle parole. Una parte di me non ha ancora realizzato di avere davanti la donna che amo e nostro figlio.

"Si è appena addormentato, magari la prossima volta" risponde seria. Una leonessa col suo piccolo.

"Certo, avremo tempo" rispondo.

"Vi fermate per un po', allora?"

"Sì. Poi voi verrete con noi." Non ho intenzione di lasciarle credere che le lascerò la possibilità di scegliere. Non ci separeremo più.

Spalanca gli occhi, spaventata dalle mie parole, ma sono tremendamente serio. "Sabrina, non riesco a credere a tutto questo, non ne avevo idea fino a ieri, quindi scusa se ti sembro dispotico, ma non ho intenzione di separarmi da voi neanche un attimo." Sussulta ora, ma non ho finito. "Chi è il padre di Samuele, biondina? Voglio sentirtelo dire."

Gli occhi le si riempiono di lacrime, poi si avvicina e si lascia cadere sulla sedia di fronte alla mia, lasciandole rotolare giù per le guance, senza asciugarle.

"Lo sai" sussurra.
"Ho bisogno di sentirlo da te, di sentire la verità uscire dalla tua bocca" replico, emozionato come poche volte in vita mia.

Morde il labbro inferiore, respirando rumorosamente, ma non sposta lo sguardo. "Il padre di mio figlio è Sage Thompson."

E' come se tutto si fosse fermato. Non sento alcun suono attorno a noi, sono a malapena consapevole del fatto che MIO figlio stia respirando sereno in braccio a lei.

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