Giorno 34: Letto comodo

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Dei poliziotti con la divisa blu l'avevano scortata fino ad un grande edificio bianco.

Una signora gentile l'accolse.

L'accompagnò dentro.

Percorsero il primo corridoio, alla fine del quale Maxine doveva registrarsi, scrivendo il proprio nome.

Paurosa prese la penna e scrisse il suo nome.

Curva per curva.

Lettera per lettera.

Sillaba per sillaba.

Dopo di ché lei, insieme alla donna che portava un cartellino fermato con una spilla da balia al vestitino bianco con su scritto 'Meredith', girarono a destra.

C'erano diverse porte con dei numeri sopra.

A lei toccò la porta numero 69.

Meredith aprì la porta con una chiave spiegando a Maxine le regole del posto.

A letto presto.

Non si fa rumore oltre le 20:00.

La mensa apre dalla 12:00 alle 14:00 e dalle 18:00 alle 20:00.

Niente felpe, pantaloni, maglie o scarpe con i lacci.

Niente lamette.

Tutto per la sua sicurezza.

Una volta rimasta da sola nella camera, si cambiò con i vestiti che le erano stati poggiati sul cuscino.

Con la felicità e la consapevolezza di non essere spiata.

E anche se erano solo le 19:15, si mise sotto le coperte e si addormentò.

In un letto comodo.

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