Giorno 24: Ospedale

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Ore 15:15

Finn non aveva mangiato nulla.

Non aveva un briciolo di appetito.

Era seduto sulla sedia della sala d'attesa dell'ospedale dove era stata portata Maxine.

Vicino c'era suo padre, ovviamente.

Betsy Riggins era al telefono, fuori la stanza.

Si avvicinò un uomo in camice bianco, sulla cinquantina.

"È lei il poliziotto, giusto?"

"Si." Disse Eric alzandosi. "Non sono un poliziotto, ma un procuratore distrettuale." Precisò.

"Si, insomma, la stessa cosa."

Non proprio, pensò il procuratore ma preferì stare zitto.

"La ragazza sta bene: non è in pericolo di vita, se la caverà." Iniziò il dottore non curante del fatto che Finn la stesse ascoltando attentamente.

Alla faccia della discrezione, pensò Eric.

"Ha una frattura al piede destro, diverse ecchimosi, se le è più facile capire dirò lividi, su tutto il corpo, sopratutto nella zona dell'inguine e dell'interno coscia. Ha dei traumi cutanei sulla gamba e braccio destro e uno sotto il seno sinistro. È anche stata stuprata, come penso avete già sospettato. Ho esaminato le sue ferite, che sono sia interne sia esterne alla vagina, e secondo la mia esperienza quelle sono ferite di una violenza che va avanti da anni. Poi siete intervenuti in tempo, fortunatamente: altri cinque colpi con la mazza da baseball sarebbero bastati a sfracellarle lo stomaco."

Finn deglutì rumorosamente.

Gli stava venendo da vomitare.

"Posso parlarle, adesso?" Domando Eric.

"Si, è sveglia e cosciente, ma non so quanto lei riesca a rivolgerle parola: è terrorizzata. C'è voluto il doppio del tempo per fare tutti gli esami e il kit stupro proprio per questo motivo: non si lascia neanche toccare. Adesso devo andare da altri pazienti. Questa è la cartella medica della ragazza." Disse lasciandogli una cartellina di carta bianca.

Il procuratore non esitò ad entrare nella stanza dove stava riposando la rossa.

Finn restò seduto su quella sedia, tamburellando la gamba sul pavimento.

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