VISITA GUIDATA

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L'amore immaturo dice: "Ti amo perché ho bisogno di te". L'amore maturo dice "Ho bisogno di te perché ti amo".
(Erich Fromm)


Harry mi precede e apre la porta sul retro. Il silenzio viene rotto da un lugubre cigolio e un brivido mi percorre la schiena. Mille storie di fantasmi invadono i miei pensieri. Mi sforzo d'ignorarli. Lascio che Harry mi faccia strada, quindi lo seguo. Mi ritrovo in un ingresso enorme. I pavimenti sono di marmo bianco. Le pareti sono ricoperti da una tappezzeria di velluto. Dal soffitto pendono dei grandi lampadari di cristallo. Mi sembra di essere appena entrata in una reggia. Faccio un giro su me stessa.

-Rieccoci nella mia modesta dimora- dice Harry.

-Modesta?- chiedo, ironica.

Lui sorride. –Per me è modesta- risponde.

Rido e la mia risata rimbomba nel corridoio.

-Vuoi che ti mostri la tua stanza?- mi chiede con un sorriso accattivante.

-Volentieri- mi sento stranamente agitata.

-Vieni- mi prende delicatamente per il braccio e mi conduce di sopra con sé. Il piano superiore è percorso da un lungo e ampio corridoio. Le pareti sono ricoperte da quadri raffiguranti paesaggi o persone. Uno in particolare mi ricorda Harry. È un giovane con i lineamenti molto simili ai suoi. Lo guardo.

-Ti piace? È il mio prozio William- dice –lì doveva avere circa vent'anni-

-Ti assomiglia- mormoro. Vorrei quasi sfiorare quel viso immortalato per sempre sulla tela.

-Oh sì, sembriamo quasi gemelli-

-Aveva anche il tuo stesso carattere?- chiedo sarcastica.

-Assolutamente no, lui era insopportabile-

-Allora sì-

Harry scoppia a ridere. La sua risata è bellissima, sembra quasi l'acqua che scende da una cascata. –Così però mi offendi, non sono proprio insopportabile-

-Proprio come da bambino- aggiungo.

-Da bambino? Ero un bravissimo bambino-

-Mi spintonavi sempre- mi lamento.

Lui sorride. –Non sai che i maschietti tirano le trecce alle ragazze che gli piacciono?-

Sento il respiro mancarmi. Cosa vuol dirmi? Forse è una velata dichiarazione d'amore? No, probabilmente sono io che sto esagerando.

-Vieni- dice Harry, ricominciando a camminare.

La mia stanza è in fondo al corridoio, a sinistra. È grande con un bellissimo letto a baldacchino. C'è un grande armadio color panna e un'ampia finestra dalla quale entra la luce.

-Come ti sembra?- mi chiede.

-Perfetta- mi sfugge dalle labbra.

-Ci sono altre camere da letto, ma questa è certamente la più bella... inoltre è vicina alla mia-

Improvvisamente mi rendo conto di ciò che con queste parole vuole dire.

-Se mai avessi bisogno di qualcosa puoi venire a bussare- aggiunge e il modo in cui lo dice sembra lasciare intendere molte cose.

-Ottimo- mormoro imbarazzata.

-Mettiti pure comoda, si cena alle otto di sera- lascia la mia valigia accanto  alla porta –ora devo andare, ci vediamo più tardi- e senza aggiungere altro mi lascia da sola.

Resto immobile al centro della stanza per alcuni secondi. Non so cosa fare. Tutta questa storia mi sembra impossibile. Sospiro. Devo solo godermi il momento.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Sono tornata con la storia.

A presto ❤

Quando la Bella s'innamorò del LupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora