RIFLESSIONI

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Harry mi fa sedere su una sedia in un piccolo soggiorno. Mi tira indietro i capelli. Un gesto dolce e stranamente familiare.

-Prendo il disinfettante- mormora. 

Si dirige verso un mobiletto, lo apre, ci fruga dentro, poi lo richiude.

-Scusa, non so mai dove sono le cose- dichiara.

-Succede anche a me- ammetto. Il dito mi brucia, ma cerco di non darlo a vedere.

Apre un altro mobiletto ed estrae il disinfettante. –Finalmente- esclama e si dirige verso di me. Prende un altro fazzoletto, lo bagna con il disinfettante, quindi mi sorride. –Ti potrebbe fare un po' male, ma sarò il più delicato possibile-

Rido. –Non molto confortante- commento.

-Hai ragione- e mi appoggia il fazzoletto sul dito.

Stringo i denti. La ferita brucia, ho le lacrime agli occhi, ma resisto. Guardo altrove. Harry è veloce e leggero.

-Fatto- mi dice alla fine –ora ci applichiamo un cerotto- si alza per cercarlo.

-Non pensavo che fossi così bravo a medicare- scherzo.

-Sono bravo a fare molte cose-

Arrossisco, mentre la mente corre ai suoi baci. -Esagerato- borbotto.

-Diciamo che ho preso da mia madre, lei mi medicava sempre le ferite quando ero piccolo-

La madre di Harry. Non riesco a immaginarla. Ricordo quello che mi ha detto Jack sui suoi genitori. I suoi genitori sono scomparsi, anche se Harry sostiene che lavorino all'estero.

-Davvero?- sussurro, non sapendo cosa dire.

All'improvviso Harry sembra essersi incupito. Si allontana. Forse avrei dovuto stare zitta. Apre un cassetto, estrae un cerotto, quindi me lo mette intorno al dito. La sua pelle è calda, invitante. Alza lo sguardo e mi sorride. È un sorriso forzato, la sua mente è lontanissima da qua.

-Mi sono ricordato che devo fare una cosa- dice, ma so che mente e ciò mi ferisce.

-Va bene-

-Tu vai pure dove vuoi, fai come se fossi a casa tua-

Annuisco. –Certo-

-Torno presto- promette.

-Ti aspetto- mormoro e subito mi pento di ciò che gli ho detto. Non dovrei fargli capire quanto tengo a lui.

-Un motivo in più per fare in fretta- dice prima di voltarsi e andarsene.

Io resto a guardare il punto in cui è sparito. Ho la gola stretta in una morsa.

Mi siedo su una panchina, nel giardino della villa

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Mi siedo su una panchina, nel giardino della villa. Ho bisogno di aria e di schiarire i miei pensieri. Lancio uno sguardo al cellulare che tengo in mano. Katy mi ha scritto. Apro il messaggio. Mi chiede se Harry ha chiesto di lei. Mi sfugge un sospiro. La situazione è veramente infelice. Se anche tra me e Harry le cose dovessero diventare serie, beh, non potrei mai uscire con il ragazzo che piace alla mia migliore amica. C'è anche un messaggio di Jack. Mi ricorda che devo stare attenta. Jack è un altro problema. Neppure lui accetterà la relazione con Harry. Sono nei guai. Non voglio rinunciare ai miei amici, ma allo stesso tempo sento che sta nascendo qualcosa con Harry e non voglio rinunciare a lui. Sono confusa. Osservo il cielo azzurro e quasi spero che tutto possa cambiare magicamente. Mi sfugge un sorriso. So che non succederà. Probabilmente però la situazione si risolverà da sola. Harry si stancherà di me e io tornerò alla normalità. Una banale normalità. Dopo aver conosciuto lui la vita sembrerà molto più triste. È una strana consapevolezza. Una consapevolezza che mi rende infelice.

Quando la Bella s'innamorò del LupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora