TIRO AL BERSAGLIO

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La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d'amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce.
(Frida Kahlo)


La mattina seguente mi alzo con l'intenzione di parlare con Harry. Ho dormito male, tormentata dagli incubi e so che ciò è in parte dovuto alla nostra lite. Inoltre ho fame. Mi mordicchio le labbra mentre scendo le scale. Forse è meglio se prima passo in cucina. Dopo un'abbondante colazione sarò più pronta ad affrontarlo.

Il tavolo è apparecchiato. Harry non c'è, ma la cosa non mi sorprende. Vado in cucina e mi preparo una tazza di caffè. Nel frattempo penso. A quello che è successo tra me e Harry, alla porta chiusa, alla mani posa sul bracciolo. Sono così distratta che per poco il caffè non mi esce dalla tazza.

Lo vedo dalla finestra. Lui è fuori, l'arco teso. Si sta allenando. Lo guardo per alcuni minuti. Seguo i suoi movimenti fluidi. È veloce, molto bravo.

Alla fine mi decido a uscire. M'incammino con passo lento. In realtà non voglio affrontarlo. Ho paura di ciò che mi dirà. Mi fermo davanti alla porta d'ingresso. Devo tentare. Inspiro a fondo ed esco. Mi avvicino da dietro.

-Ci alleniamo ancora con l'arco?- chiedo, cercando di avere un tono allegro.

-Se vuoi- mi risponde lui e mi lancia l'arco.

Mi butto in avanti e lo prendo al volo.

-Ottimi riflessi- si complimenta.

Sorrido. –Grazie-

-Non ringraziarmi, vediamo prima come va oggi il tiro con l'arco-

Mi sfugge un sorriso. –Va bene-

Osservo Harry posizionare i bersagli. Gli mette più distanti. So che non riuscirò a colpirli, eppure non m'importa. Alla fine si mette di lato e incrocia le braccia.

-Allora, ragazzina, fammi vedere di cosa sei capace- dice, con un tono leggermente provocatorio.

-Mi stai sfidando?-

-Esatto- mi fissa con il suo sguardo color smeraldo.

Non parlo. Afferro l'arco e lo tendo. Faccio fatica. Posiziono la freccia. Miro e... sbaglio. La freccia si conficca per terra.

-Devi puntare più in alto- mi consiglia.

Inspiro a fondo e riprovo. La freccia vola oltre il bersaglio.

-Più in basso-

Tento una terza volta inutilmente. Mi sfugge un sospiro di frustrazione. –Non è giornata- mormoro.

-Oh, ti aiuto io- mi raggiunge, soddisfatto –Si fa così-

Mi abbraccia da dietro e mi aiuta ad aprire l'arco. Poi all'improvviso mi fa girare e mi bacia. È un bacio inaspettato che mi fa tremare. L'arco cade a terra con un tonfo, ma a nessuno importa. Mi aggrappo a lui. Ci baciamo a lungo. Questo è molto meglio che lanciare frecce.

Quando la Bella s'innamorò del LupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora