PANCAKE, ROSE ROSSE E SPINE

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C'è un incontro fissato, ancora senza ora e senza data, per trovarci, io sarò lì, puntuale, non so tu.
(Julio Cortázar)


Dopo essermi sistemata scendo in sala da pranzo. Harry non c'è, ma la tavola è apparecchiata per la colazione. In mezzo c'è una caraffa di caffè. Ci sono anche dei pancake, delle frittelle, un vasetto di cioccolato e una di marmellata, dei pezzi di torta e altre cose che non riesco a identificare. Un biglietto fa bella mostra lì vicino.

"Non sapevo cosa ti piacesse"

Sorrido.

Mi rendo conto solo ora che ho fame. Mi siedo e inizio a mangiare. Provo un po' tutto. Quando ho finito mi alzo. Harry non si è ancora visto. Inizio a cercarlo.

Giro per i corridoi, tenendomi lontana dalla parte proibita. Non voglio discutere oggi. Mi sento stanca e confusa. Mi affaccio a una delle finestre del corridoio e lo vedo. Se ne sta seduto su una panchina vicino al piccolo stagno che si trova in giardino. Il sole disegna delle ombre nei suoi capelli. Dopo una breve esitazione, esco e lo raggiungo. Le scarpe affondano nell'erba bagnata di rugiada.

-Già sveglia?- chiede Harry, senza muovere un muscolo. Ha lo sguardo perso davanti a sè. Mi chiedo a cosa stia pensando.

-Sì, ho difficoltà a dormire nei letti che non conosco- indugio un attimo, poi mi siedo vicino a lui.

Restiamo in silenzio. Piccoli pesci rossi e neri nuotano nello stagno. Chissà perché penso alla condizione umana. Forse non siamo poi così diversi da questi pesci, vaghiamo senza una meta.

-Conoscevo una ragazza che amava i pesciolini rossi-

L'affermazione di Harry mi sorprende. La sua voce è diversa. Non c'è sarcasmo, non c'è divertimento. È come se qualcosa fosse riaffiorato da un passato che vuole ignorare. Si alza.

-Vieni, camminiamo- mi dice.

Lo seguo, sentendomi stranamente nervosa.

Passeggiamo nel giardino della villa in silenzio. Il piccolo sentiero è coperto di sassolini bianchi che scricchiolano sotto i nostri passi. Noto un roseto. Grandi rose rosse brillano come enormi rubini. Involontariamente mi porto una mano al ciondolo. Al centro del roseto c'è una piccola statua. Mi fermo a osservarlo.

-Com'è bello- esclamo.

Harry si ferma al mio fianco. Vedo che c'è qualcosa di strano nel suo sguardo. È turbato. Ma cosa può averlo turbato? E poi noto come guarda il roseto. –Le rose non mi piacciono- dichiara, ma non ci credo. Il problema non è che non gli piacciono le rose. Sono quasi certa che il problema si chiami Claire.

-A me invece piacciono molto- dico.

Lui si avvicina al roseto, senza parlare. È elegante e maestoso mentre cammina. Non capisco cosa vuole fare fino a quando non si piega in avanti e coglie una rosa. Si gira e mi si avvicina. –Per te- dice semplicemente, le labbra piegate in un sorriso indecifrabile.

-Non avresti dovuto- mormoro.

-Perché non avrei dovuto?- sembra sorpreso.

Prendo la rosa. Mi sembra di essere in un sogno. Nel mio sogno. Un acuto dolore mi percorre il dito. Abbasso lo sguardo e vedo una goccia vermiglia cadere e macchiare i sassolini bianchi. Mi sono punta.

-Non è niente- si affretta a dire Harry. Un attimo dopo mi preme un fazzoletto sul dito ferito. –Sono abituato a questo... Claire... - s'interrompe prima di continuare.

-Anche lei si pungeva?- lo incalzo, cercando di non svelare nulla dal tono della mia voce.

-Sì, era un disastro- sorride malinconico.

-Lo sono anch'io- mormoro.

Harry si stringe nelle spalle. –Aspetta- prende la rosa e me la sistema tra i capelli –così sei perfetta- mi dice.

Scommetto che anche a Claire metteva una rosa nei capelli. Mi mordo le labbra.

-Sanguina ancora?- mi prende delicatamente la mano tra le sue. Il fazzoletto si è tinto di rosso.

-Un po', credo- mormoro, guardando altrove. Mi da fastidio la vista del sangue.

-Sarà meglio se lo disinfettiamo- mi dice dolcemente -Vieni, andiamo dentro- s'incammina verso casa.

Lo seguo, il cuore che mi sobbalza nel petto.

Quando la Bella s'innamorò del LupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora