Quando Teo ripartì per tornare a Roma, per Anna non fu affatto facile, soprattutto i primi giorni.
Ogni tanto la vedevo diventare triste e sospirare, persa in chissà quali riflessioni esistenziali. Ogni volta che le suonava il cellulare correva a rispondere con un sorriso enorme e, se non era Teo dall'altro capo del telefono, quel sorriso si trasformava in una smorfia di delusione..
Poi col tempo tornò alla normalità riprese ad essere la ragazza di sempre, allegra e spensierata, desiderosa che il tempo passasse in fretta per rivedere il ragazzo che amava.
In quanto a me, il periodo più bello della mia vita proseguiva, al di là di ogni aspettativa.
Ma come spesso accade nella vita, i momenti belli non sono destinati a durare a lungo. La felicità t'inebria per qualche istante del suo sapore dolce e, quando finisce, il sapore amaro della tristezza sembra quasi veleno.
Dicono che la felicità ha un prezzo e quel giorno bussò alla mia porta per riscuoterlo.
Non era nemmeno un giorno come un altro, no, era un giorno speciale: il mio compleanno. Come se mi servisse altro per fissarlo in modo indelebile nei miei ricordi.
Per l'occasione Luca mi aveva invitata a cena a casa sua ed io ero felicissima. Aveva insistito tanto per portarmi a cena fuori o al cinema o ovunque io volessi andare, ma io volevo restare da sola con lui.
Quella sera volevo un regalo che non avrebbe potuto darmi in pubblico: volevo lui.
Mano a mano che il mio corpo e la mia testa avevano ripreso energia, avevo sentito nascere in me desideri nuovi. Per meglio dire erano desideri che c'erano sempre stati, dal primo momento in cui i miei occhi avevano incrociato i suoi, ma erano sempre rimasti nascosti, sepolti dalle mie insicurezze, dalle mie paure, dalla mia fragilità. Prima non gli avrei mai permesso di vedere il mio corpo nudo, io stessa ne avevo il disgusto. Ricordavo ancora l'imbarazzo di quella sera in cui, per convincermi a mangiare, mi aveva sollevato la maglietta per scoprirmi il torace. E non avrei mai dimenticato quel suo sguardo pieno di angoscia. Non gli avrei mai permesso di toccarmi.
Ora le cose erano cambiate, mi sentivo bene, mi sentivo viva. Ora non c'era niente al mondo che desiderassi di più delle sue mani su di me.
Non avevo mai affrontato l'argomento, era imbarazzante e non sapevo come fare, inoltre avevo notato che quando i nostri baci si facevano più intensi o i nostri momenti di intimità più... intimi, lui si allontanava. Forse era una mia impressione, ma mi sembrava che cercasse di evitare l'argomento, che cercasse di evitare me.
Quella sera l'avrei costretto ad affrontare il problema, anche se non avevo idea di come fare.
Per l'occasione avevo chiesto consiglio ad Anna, era sicuramente più esperta di me, come d'altronde il 99% delle ragazze a cui avrei potuto rivolgermi.
«Cosa? - Anna sbarrò i suoi occhioni scuri - Non l'avete ancora fatto?».
«Schh... Anna, per favore, abbassa la voce, non vorrei che metà collegio sentisse gli affari miei. Comunque no, non l'abbiamo ancora fatto», risposi a voce bassa e totalmente in imbarazzo.
«E' così grave?», chiesi, allarmata dalla sua reazione.
«No, non è grave - si ricompose, forse per non offendermi – è solo un po' strano», abbassò il volume ed io le fui davvero grata.
«Non mi sembra così strano, ci conosciamo solo da poco più di tre mesi», replicai.
«Solo? Guarda che tre mesi sono tanti! Soprattutto se consideri che lui è molto più grande di te, ha ventiquattro anni, tre mesi gli sembreranno una vita».

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Lo stesso peso dell'amore
ChickLitQuanto pesa l'amore? E' leggero come una piuma o pesante come un macigno? Per Giulia il peso è l'unica ossessione. Almeno finché non conosce Luca.