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Mi voltai di scatto al suono della sua voce, Luca attraversò di corsa il piazzale e si fermò a pochi passi da me, sul suo viso meraviglioso un'espressione tesa.

«Scusa per il ritardo, non mi è partita la macchina, sono dovuto venire a piedi, sei molto arrabbiata?», pronunciò quelle parole velocemente, forse temendo una mia reazione improvvisa, voleva avere modo di giustificarsi.

«Non sono arrabbiata, sono felice di vederti. Temevo non saresti venuto».

«Come potevo non venire? Sapevo che era importante per te, poi te l'avevo promesso».

Mi prese le mani tra le sue, si avvicinò a me così tanto da confondermi, il suo profumo mi dava alla testa.

«Sei bellissima», mi sussurrò all'orecchio. Il suo respiro sul mio collo mi diede i brividi.

«Anche tu sei molto bello». Bello era davvero poco, ma tanto non sarei riuscita a spiegargli, a parole, quello che riusciva a provocare in me.

Lui sorrise e gli occhi gli brillarono come due piccoli fari nel blu intenso della notte. Erano i miei fari, mi avevano indicato la via quando intorno a me c'era solo il buio.

Mi baciò, per un istante che mi fece perdere la cognizione del tempo e girare la testa, così intensamente e dolcemente da cancellare tutto quello che non fosse noi.

«Entriamo?», disse con la sua voce profonda e bellissima e purtroppo, per farlo, dovette staccare le sue labbra dalle mie.

Stavo quasi per chiedergli dove, quando tornai in me e mi ricordai dov'eravamo e perché.

«Certo, entriamo», dissi quasi senza respiro e gli feci strada. Dentro il locale era ancora più bello: le luci soffuse e i tavoli piccoli e abbastanza separati l'uno dall'altro, davano un aspettato riservato e romantico alla sala. Avevo scelto bene... ora che Luca era lì.

Mi guardai intorno cercando Anna e Teo, erano seduti ad un tavolo in fondo al ristornate. Anna mi fece un cenno con la mano, ricambiai per farle capire che l'avevo vista. Quando vide Luca mi sorrise felice e sollevata. Quel gesto mi fece capire che anche lei non era poi così convinta che sarebbe venuto.

Li raggiungemmo al tavolo, Luca mi stringeva forte la mano. Forse era un po' nervoso, eppure l'espressione del viso era totalmente serena e rilassata, sembrava perfettamente a suo agio. Non mi sarei accorta di niente se non avessi sentito il suo corpo irrigidirsi leggermente mano a mano che ci avvicinavamo.

Dopo le presentazioni ufficiali e le domande di rito, sempre un po' imbarazzanti per tutti, la cena andò splendidamente. Come speravo Luca e Teo andavano d'accordo ed io ne ero entusiasta, inoltre Anna, con la sua allegria e spontaneità, riusciva sempre a rendere tutto più facile.

Luca non era un ragazzo particolarmente socievole, ma era educato e gentile e Teo non lo guardava come si guarda il ragazzo di una sorella minore, ma come si guarda il ragazzo che quella sorella minore l'ha salvata da un incubo. Lo osservava con curiosità, ma si vedeva che gli era riconoscente, lo trattava con rispetto e gratitudine, lo trattava come si tratta un amico.

Sedute a quel tavolo, in quel momento esatto, c'erano quattro persone felici, che parlavano delle loro vite che qualche strana e fortunata stella aveva fatto incontrare. E quell'incontro le aveva rese perfette.

Dopo cena Luca tornò a casa sua, mentre io, Teo ed Anna tornammo ai collegi.

Mio fratello sarebbe ripartito la mattina seguente, quindi finsi un'improvvisa stanchezza e andai a dormire, lasciandoli di nuovo soli.

Potevo solo immaginare quanto dovesse fargli male quella separazione forzata e ora capivo l'impegno di Anna nello studio, capivo il suo desiderio di finire il prima possibile l'Università, capivo il loro progetto di vita insieme. Solo ora comprendevo che quello che mi era sembrato un progetto a lungo termine, era il progetto naturale di due persone innamorate.

Lo stesso peso dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora