Capitolo 36

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Come in un battito di ciglia, mesi e mesi passarono, scoprendo sempre più cose nuove e imparando a conoscersi. Dal loro primo Natale tutti insieme, con i Malfoy e Iris, era passato quasi un anno. Ormai si sentiva l'abitudine in quella casa, anche per una cosa così banale a cui nessuno aveva mai fatto caso. Harry preparava la colazione magari alle sette, insieme a sua madre e quando si giravano trovavano sempre la solita faccia di James sporca di miele e Sirius che se la rideva con Marlene che fissava male il marito. Remus guardava i suoi migliori amici con in braccio Teddy che correva a tentoni verso James Sirius ogni volta che scendeva le scale in braccio alla madre, era abitudine infilarsi nel lettino e dormire abbracciati, vedere il camino accendersi per l'ennesima visita, le persone che fissavano Harry come una divinità, una serie di via vai. Tutto faceva parte della loro quotidianità. Un giorno tutta questa familiarità però cambió e doveva ancora essere deciso se in meglio o in peggio.

Ginny dormiva nel grande letto, sola dato che Harry era uscito per il turno. Adorava il fatto che il lavoro non la richiedesse all'alba perché non sapeva se avrebbe retto. Non che fosse pigra, anzi tutt'altro, era molto iperattiva, sempre con la voglia di muoversi e non stare ferma a non fare nulla. Ma, con due bambini e una famiglia particolarmente affiatata era normale per lei fare i suoi articoli durante la notte, mentre suo marito riposava dopo un turno particolare stancante. E adorava farlo. Perché sentiva il silenzio, il respiro veniva cullato dal battito lento e non si sentiva anima viva. Sentiva la presenza di Harry, la sua magia così pura donandogli calma e sicurezza. Perciò alzarsi prestissimo non era la cosa migliore.

<< Ehy Lils>> sorrise allegra vedendo una delle sue care amiche, oltre che è la madre di Harry, ancora in pigiama. << Tu mi nascondi qualcosa>> disse lei, seria però. Ginny deglutì: conosceva fin troppo bene quei occhi per non riconoscerli. Minacciosi. Tempestosi. Simili a quelli del figlio mentre era in guerra. Un verde da non sottovalutare. <<Sai che non mento mai>> rispose, dopo minuti di silenzio << e poi su cosa? Non ho niente da tenere nascosto. Amo tuo figlio, adoro la mia famiglia, il mio lavoro. Nessuna minaccia!>> parole veloci le uscivano dalla bocca, come se dovesse già trovare una giustificazione per quei giorni in cui non era stata molto presente. << Nessuno ha detto questo>> ribattè calma Lily con un piccolo sorriso. Si sciolse un po' e con un pò di tensione le due donne si sedettero sul divano in salotto, una tazza di tè nelle mani di entrambe. Ecco il senso di famigliarità che sentiva ogni giorno e adorava. Quello dove tutti si volevano di un bene incondizionato. Non mancavano i litigi, le sfuriate, i giorni no, la vita difficile degli adulti, ma finiva sempre nel migliore dei modi, rendendo ogni legame sempre più forte. 

Per un pò di tempo rimasero in silenzio, sorseggiando il proprio tè, poi fu Ginny ad interrompere quella calma. << Aspetto un bambino>> dichiarò infine. Lily non se lo aspettava proprio perchè subito dopo prese a tossire quando il sorso di tè gli andò di traverso. <<Ma è fantastico Gin!>> disse allegra e con un sorriso luminoso che contagiò anche l'altra rossa. << Harry lo sa già?!>>  e come la felicità era tornata, sparì. Lily notò quel cambio di umore ma non disse nulla per un paio di minuti, poi esistante, vedendo che Ginny se non spronata non avrebbe mai parlato: <<Avete litigato? Sai, è normale. Non si può pretendere di essere sempre felici. E' una specie di equilibrio: non si conosce la vera felicità  se non si ha provato un grande dolore. La vita è così. >> Lily sapeva già che non era quello il problema. Harry e Ginny erano anime gemelle: era persino difficile litigare. 

<< Non è quello>> disse Ginny pacata. «Solo... Insicurezze. Amo più di me stessa la vita che si sta creando dentro di me, Merlino è la prova che Harry ama me» e in quelle frasi dette così debolmente si sentiva tutta la fragilità che non mostrava mai, come se non potesse permettersi di essere debole davanti alla sua famiglia e forse era veramente così. «Amo tutti i miei figli, davvero, donerei la mia vita per loro. Però a volte penso che questo è il mio pensiero, ma non ho mai sentito niente da parte di Harry. Nessun parere, niente...» disse. «Quali pareri? Ginny, Harry adora tutti i suoi figli, tutti noi, adorerà anche questo piccolino» gli disse Lily prima che li accarezzasse la pancia che iniziava piano a mostrarsi.

Ginny si morse il labbro, tirando le gambe al petto, la testa affondata in mezzo alle ginocchia. «Dici che non lo vedrà come un peso? Che anche se ha già due figli con un trauma alle spalle riuscirà a sopportarne un terzo? Lavora, cucina, bada ai nostri bambini e non so... Mi sembra tanto. Mi sento uno schifo di madre» e così le amare lacrime che teneva da molto scesero. Che fosse per gli ormoni della gravidanza o un semplice sfogo, quel pianto durò per delle ore che finí quando finalmente la ragazza si addormentò cullata dalle braccia di Lily, che l'aveva supportata senza farla sentire sbagliata.

*

Quando Harry, James Sirius e Remus tornarono da lavoro mai avrebbero pensato di trovare una Ginny con gli occhi gonfi dal pianto, seppur chiusi, vicino ad una Lily addormentata. Harry si fermò allo stipite della porta, non sapendo cosa dire e cosa fare. Ginny stava bene? Era successo qualcosa? Stava male e lui non se ne era accorto? Quel pensiero fece molto male, perché mai aveva sottovalutato le emozioni di sua moglie, la sua stella, la sua ninfa.

James si avvicinò lentamente a sua moglie, ancora più bella ogni giorno che passava e le fece una dolce carezza sulla guancia bianca, per poi fissare l'altra rossa così simile alla sua. «Cos'ha Ginny, Harry?» chiese preoccupato notando gli occhi gonfi. «Io... Io...» uno sguardo basso, occhi pentiti «Non lo so» mormorò Harry con un filo di voce. James annuì, capendo la situazione.

Scosse un'altra volta Lily che stavolta aprì gli occhi verdi assonnati « Devo andare a lavoro?» chiese con la voce impastata, pronta già a correre in caso di ritardo. «No amore, oggi non vai a lavoro. Dobbiamo parlare di un paio di robe>>disse calmo James, facendo intendere che la questione fosse Ginny con un movimento della testa. Lily annuì e con lentezza si mise dritta con una smorfia per poi mettere meglio e più vicino il corpo della ragazza al suo, in modo che stesse comoda.

Fissò suo figlio, immobile che guardava la scena con il panico negli occhi. « Sta bene, era solo scossa emotivamente. È meglio che parliate». Harry annuì per poi avvicinarsi a suo moglie e con la sua solita delicatezza la prese in braccio e, continuando a fissarla, si diresse di sopra. La adagiò piano sul grande letto per poi spostarle diverse ciocche. «Gin?Amore?» chiese piano: non voleva svegliarla ma doveva sapere. Se era stata colpa sua, se l'aveva trascurata, ferita, risposto male o se non centrasse niente. Mugolando Ginny aprì gli occhi. «Harry?» sperava che il marito non si fosse accorto del pianto ma dagli occhi preoccupati quanto spaventati capì che il suo desiderio non era stato accontentato. 

«Harry non è niente, davvero. Tu sei perfetto: non c'è nulla che non va.» Harry sospirò «Ginny sono tuo marito! Se stai male dovrei essere il primo a saperlo o almeno capirlo! Parlami ti prego! Dimmi ciò che ti preoccupa» Ginny alzandosi piano e stiracchiandosi prese un sospiro. Poi con coraggio afferma: « Aspetto un bambino...Lo so da qualche mese...E...Ne sono felice! Un sacco! Ma, non so, magari ti bastavano già Jamie e Albus e....» Non riuscì a finire che due labbra si posarono sulle sue e due braccia muscolose la strinsero delicatamente. Ginny sorrise e si appoggiò ad Harry, chiudendo gli occhi. 

«Ti amo Gin. E sono felice di avere un'altro bambino di cui occuparmi...Spero che sia una principessa sai?» disse dolcemente Harry, per poi appoggiare la mano sul ventre leggermente tondo della più bella ragazza del mondo. 

The Return of Lily Evans And the Marauders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora