Capitolo 33

2.3K 124 39
                                    

«Harry! Dobbiamo andare al San Mungo! Albus deve uscire» chiamò Ginny una settimana dopo. «Si Gin,arrivo! No James non puoi venire!» disse ridendo divertito davanti alla vista del figlio maggiore che lo fissava con gli occhi da cucciolo. «Nonna Lily e nonno James insieme agli altri baderanno a te e poi c'è Teddy» ammiccò e James improvvisamente felice corse dal suo compagno di giochi.

«Beh c'è voluto poco» mormorò li impalato ma all'ennesimo urlo di Ginny si decise a muoversi. «Andiamo. Il nostro bambino ci aspetta» disse e stringendo a sé Ginny scomparí nelle fiamme verdi del camino.

Arrivare all'ospedale dei maghi per i due genitori fu un colpo al cuore. Quel posto portava ricordi belli, i suoi figli erano nati lì, li aveva visti per la prima volta lì e spiacevoli, uno dei suoi bambini era lì per colpa sua o per colpa di un momento che era troppo sconvolto per reagire come aveva fatto dopo.

I loro passi rimbombavano tra quei corridoi puliti in modo chirurgico, riempito da dei mormorii e strilli al passaggio di Harry e Ginny estremamente stizziti per quelle attenzioni che odiavano e felici perché Albus stava bene.

Bastava quello.

La porta della stanza dove era stato seguito il basi spalancò e Albus gorgoliò alla vista dei suoi genitori che però aveva visto il giorno prima.

«Il bambino sta bene, si è ripreso del tutto ma cercate di non farlo stancare e la sua mente non è stata toccata. Da grande non potrà ricordare questo avvenimento e ciò è un bene, perché avrebbe portato a dei traumi» disse la medimaga professionale come poche.

Baciò piena di affetto la fronte del bambino che ricordava il padre che ora lo teneva stretto tra le sue braccia. «Vedi di stare attento eh? Buon proseguimento Signori Potter» disse prima di dargli le spalle per raggiungere un'altro paziente.

Il camino della casa a Godric's Hollow si illuminò e ne uscì la famigliola Potter con il loro secondo figlio di nuovo tra le braccia.

«Harry!» Esclamò Regulus entrando nella grande sala come un tornado. Finalmente, dopo mesi di continue richieste, l'orgoglioso Regulus Black aveva accettato di vivere lì insieme a loro seppur avesse Grimmauld Place.

Anche Kreacher che era rimasto molti anni in quella casa finalmente aveva deciso di rimanere a Casa Potter, Black e Lupin seppur spesso passava per il numero dodici per pulire e magari raccattare qualche oggetto maledetto dai genitori dei due fratelli Black.

«Reg! Dimmi! Stai male? Hai bisogno di aiuto o...» Harry aveva preso subito per simpatia il fratello di Sirius e lo considerava il suo fratellino insieme a Hermione. Già Hermione. Una sorella che non si faceva vedere o non gli parlava da due settimane.

«Tranquillo! Tutti stanno bene. Volevo avvisarti che i Mangiamorte che erano usciti sono stati tutti rispediti ad Azkaban, nessun fuggitivo» disse dando un'occhiata al bambino che lo fissava curioso dalle braccia del padre. «Vuoi prenderlo?» chiese Ginny, rimasta in silenzio fino a ora ma notando l'occhiata.«Io...» le guance di Regulus si fecero scarlatte «io...non credo che si-» « stupidaggini» disse Harry e gli mise il bambino in braccio.

Albus prese subito a giocare con i capelli neri di Regulus senza mai fargli male tirandoli, tutto il contrario della peste che era ed è James Junior. Non che il più grande fosse migliorato pur avendo molti più anni e Lily, insieme a Severus, cercava di farglielo ricordare ogni giorno e perché no, ogni ora con urla e strilli. «Ora andiamo in cucina è ora di pranzo » disse la rossa appoggiando la borsa su una sedia per poi andare in cerca di Lily.

«Che cosa hanno combinato tuo fratello e mio padre?» mormorò Harry scuotendo la testa esasperato.
«sinceramente non lo so» rispose onestamente Regulus suo malgrado.

Il camino che avevabo lasciato alle spalle si illuminò e una figura riccia ne uscì tutta impolverata.

«Mione!» accorse Ginny «Che ti è successo?» chiese e per la fedeltà dell'amica gli scoppiò a ridere in faccia. La faccia di Hermione era rossa, che sia per rabbia o imbarazzo non si sa.
«Sono venuta qui per Harry» mormorò mentre con un colpo di bacchetta tornava normale e pulita. Sorrise a Regulus e Ginny prima di prendere per un polso Harry e portarlo di sopra.

Andò nello studio di Harry e senza che potesse dirgli nulla lo abbracciò stretto. Harry sobbalzò ma ricambiò la stretta. «Mi sei mancata tantissimo» mormorò con le lacrime agli occhi.

Ora che era finita la guerra finalmente mostrava le sue vere emozioni rendendolo dolce, gentile con tutti compresi chi in passato gli avevano fatto male. E ciò non lo aveva reso debole, anzi, tutt'altro. Era pari a Merlino.

«Anche a me Harry. E credimi se ti dici che mi sono odiata per averti detto quelle parole. Conoscendoti so perché l'hai fatto e non sai quanto ti sia grata eppure mi sono fatta guidare dalla paura e non ho pensato...» scosse il capo e riabbracciò. Harry rimase in silenzio.

«Hermione Granger l'alunna più brillante che non ha pensato? Questa mia nuova» ridacchiò tra le leggere lacrime che si erano formate agli angoli dei suoi occhi.

«Harry Potter se ci tieni la vita ti conviene di ritirare ciò che hai detto» sibilò fintemente Hermione.

«Oh certo che ci tengo! Dopo essere sfuggito alla morte più di tre volte pensi che non sopravviva alla furia di una Granger?!» e gli fece l'occhiolino.

Sembrava rianimato rispetto a ore prima che il litigio ancora bruciava sotto pelle.

«Potter...» stava per rincorrerlo inveendo la sua morte certa, quando spalancò gli occhi presa di sfuggita.

Sulla sua guancia due dolci labbra si erano appena posate e lei era rimasta paralizzata. Harry si accorse dopo di ciò che aveva fatto.

Graduando spalancò gli occhi con il verde pieno di timore e si stacco velocemente.

«Oddio! Mi dispiace Hermione non so cosa mi sia pre-» Hermione lo zitti con delle lacrime e Harry, con il suo cervello altamente acuto, sospirò capendo che non erano di tristezza o rabbia ma gioia e felicità.

«Mi sa che il colpo me lo hai fatto prendere sorellina» mormorò scendendo le scale con la figura della riccia al suo fianco.

«Ahahahaha» rise Hermione. Ginny li fissava hai piedi delle scale con sguardo di felicità.

«Finalmente! Mi manca passare il tempo con la mia migliore amica! Troppe poche donne in questa casa» borbottò contrariata prima di prendere il braccio di Hermione e portarla di peso in cucina che con della cioccolata calda presero a parlare.

«Ehi! Ma anche io voglio la cioccolata calda e passare del tempo con la mia sorellina» urlò imbronciato quanto divertito. Ciò che gli arrivò alle orecchie furono delle risate mal trattenute.

«E va bene, mi arrangio» mormorò stizzito e la testa rossa sbucò con un sorriso a trentadue denti.
«Dai vieni amore» disse allegra e Harry pensò che quella parola dalle sue labbra sembrava più magnifica del vero e proprio significato che portava.

The Return of Lily Evans And the Marauders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora