Capitolo 7

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Harry sospirò e guardò Severus, raccontando i suoi anni non avrebbe fatto trasparire l'odio che aveva provato per il professore, ma il terzo anno doveva farglielo vedere.
Chiuse gli occhi e quando gli riaprì vide solo dei capelli corvini, qualcuno lo aveva stretto in un'abbraccio e quel qualcuno era suo padre. Era da tanto che bramava quel contatto e si lasciò andare un breve tremolio di emozione che suo padre percepì perché sorrise e si allontanò per lasciarlo parlare.

«il mio secondo anno è stato uno dei più pericolosi.» cominciò e vedendo il pallore di sua madre capì che anche usando un tono abbastanza normale non era riuscito a rassicurali.
«beh, se sono qui è andato tutto bene, no?» rettificò ma Sirius semplicemente scosse la testa dando una manata sulla fronte con aria esasperata.
«non e successo nulla, ho affrontato una guerra e sono ancora qui» sbottò ma si mise le mani sulla bocca appena capì il madornale errore che aveva commesso.
Harry non aveva accennato nulla e tutti pensavano che Voldemort fosse ancora vivo e Harry Ron e Hermione avevano concordato che non glielo avrebbero detto finché non sarebbero arrivati al settimo anno che avrebbe fatto sicuramente vedere.

«tu cosa?» chiese Sirius
«nulla» rispose sbrigativo Harry cercando di cambiare velocemente discorso.
«allora, tutto iniziò quando un elfo domestico venne a farmi visita dissubidendo alla famiglia che serviva. Dobby mi disse semplicemente che c'era un complotto e che non dovevo tornare a Hogwarts. Ovviamente non lo ascoltai e la notte del mio compleanno Ron e i gemelli mi vennero a prendere su una ford anglia volante. Lì conobbi Ginny che appena la salutai corse su intimorita. Andammo a Diagon Alley per prendere le cose per l'anno e scoprimmo che il nostro professore di Difesa Contro le Arti Oscure sarebbe stato Gilderoy Allock. Insomma, come l'anno scorso ci dirigemmo, in ritardo per precisare, al binario 9 e¾, passarono tutti e quando toccò a me e a Ron la barriera non ci lasciò passare, così al mio migliore amico venne la splendida idea di prendere la macchina e così volammo fino ad arrivare a Hogwarts. Lì si presento il professor Snape che ci fece una sfuriata che non dimenticherò mai, ma dico mai. Le prime settimane andò tutto bene, apparte che durante una punizione sentii un voce sibilare "ti troverò" finché un giorno mentre correvamo tra i corridoi io e Hermione trovammo una frase su un muro incisa col sangue "la camera dei segreti è stata riaperta, amici dell'erede temete e affianco vidimo la gatta di gazza Msr. Purr pietrificata. Io continuavo a sentire questi sibili che mi facevano venire la pelle d'oca. Il giorno della prima partita, tra Grifondoro e Serpeverde un bolide impazzito cercò di uccidermi ma riuscì solamente a spaccarmi un braccio, così dopo aver preso il boccino il "professor Allock" cercò di ripararmi il braccio ma mi fece scomparire tutte le ossa così dovetti andare in infermeria. Durante la notte venne a farmi visita Dobby che mi spiegò che la barriera bloccata e il bolide maledetto erano opera sua perché pensava che non sarei andato a Hogwarts perché la cosa si era ripetuta. Poi scomparì perché la McGrannit e Silente erano entrati in infermeria portando il corpo di Colin Canon» un singhiozzo mi ruppe dal racconto. La morte di Colin era incisa come il marchio che portava Severus sul braccio sinistro che capendo mi abbracciò, cercai di non lasciare uscire qualche lacrima e così mi staccai, ma appena i presenti videro i miei occhi pieni di dolore e disperazione si preoccuparono seriamente, ma mi ripresi in fretta, non era il momento.

«che era stato pietrificato e lì Silente annunciò che la camera dei Segreti era stata veramente aperta. Intanto a scuola, Allock creó un gruppo di duellanti e il suo aiutante era niente che po' po' di meno Severus Snape che lo mise a terra con un semplice schiantesimo. Per la prima volta fui dalla parte del professore che mi odiava. Alla fine decisero che i duellanti fossimo io e Draco che mi lanciò addosso un serpente e gli parlai e scoprii che ero Rettilofono.
L'anno andava avanti e tutti credevano che fossi io l'erede,mentre io, Ron e Mione pensavamo che fosse Malfoy così per scoprire se lo era abbiamo fatto la pozione polisucco con qualche aiuto da parte di Herm e così l'abbiamo bevuta e abbiamo scoperto che la camera era stata aperta cinquant'anni fa, il periodo in cui andava a scuola Tom Riddle alias Voldemort.»
Feci una pausa per farli comprendere.
«avete fatto la pozione polisucco al secondo anno?!» sussurrò sconvolto Severus.
«beh... Si» dissi imbarazzato e automaticamente andai a scompigliare i miei capelli corvini per poi continuare a parlare.

«comunque, le pietrificazioni diventavano sempre più frequenti, come anche i sussurri che sentivo dai muri. Finché un giorno anche Hermione venne pietrificata, però ci ha dato un'indizio, quando è stata trovata, aveva uno specchietto e nel pugno trovai un foglio di carta, parlava del Basilisco che poteva uccidere con lo sguardo. Poi ci arrivai io, la gatta di gazza lo aveva visto dal riflesso dell'acqua, Justin lo aveva visto attraverso Nick-quasi-senza-testa e Colin attraverso l'obiettivo della fotocamera. Un giorno mentre andavamo da Mirtilla Malcontenta ci disse che un diario gli aveva trapassato la testa, era nero e con una scritta dietro "Tom Orvoloson Riddle". Il diario era vuoto, nessuna parola, apparte una data il 13 giugno. Provai a scrivere e il diario mi rispose così ne aprofittai e gli chiesi della camera dei segreti ma lui non scrisse nulla, bensì me lo mostrò, l'espulsione di Hagrid e la morte di Mirtilla, Albus intanto venne cacciato da Lucius Malfoy ma prima di andarsene disse "non me ne andrò mai a Hogwarts finché nessuno mi sarà fedele" disse. Così mentre andavo, di nuovo, da lei insieme a Ron vidimo i professori correre dove c'era il muro sporco di sangue con una nuova scritta "il suo scheletro giacerà lì per sempre" e scoprimmo che la colpevole era Ginny Weasley. Tutti i professori incaricarono Allock per trovare la camera dei segreti ma invece il caro professore voleva scappare così noi lo obbligammo e mentre cercava di Obliviarci prese la bachetta di Ron e si tolse la memoria da solo. Poi ci fu una frana e purtroppo ci dovemmo separare, io andai avanti fino a una stanza dove vidi Ginny per terra poi arrivò Tom che mi disse che stava uccidendo Ginny per arrivare a me. Io mostrai la mia lealtà a Silente e arrivò Fanny portandomi il cappello parlante e tolse la vista al Basilisco in modo da non uccidermi con il suo solo sguardo. Continuava ad attaccarmi, però quando ributtai lo sguardo sul cappello vidi smaterealizzarsi qualcosa, la spada di Godric Grifondoro con la quale uccisi il Basilisco però un dente mi si conficcò nel braccio»
stavo per continuare ma mia madre mi fermo «COSA?!» strillò «HAI UCCISO UN BASILISCO?!» continuò.

Ma non gli risposi, vidi solo le loro facce farsi sempre più pallide, chiusi gli occhi e continuai il mio racconto.

«mi tolsi la zanna dal braccio, mi rimaneva poco da vivere, la conficcai nel diario e il ricordo di Tom si disintegrò e Ginny si risvegliò. Le dissi di andare che più avanti c'era Ron e che non si doveva preoccupare per me, ma in quel momento arrivò di nuovo Fanny che con le sue lacrime mi curò così tornammo insieme. Io andai a parlare con Silente ma entró Lucius seguito da Dobby. Lui e Silente parlarono per un'po poi se ne andarono. Io avevo capito che era stato proprio lui a mettere il diario di Tom nel calderone di Ginny così lo seguii e gli diedi il diario che lui porse a Dobby, gli dissi di aprirlo e ci trovò un calzino. Avevo liberato un elfo. E così si conclude il mio secondo anno» conclusi.

Riaprii gli occhi, vedevo tutti guardarmi con gli occhi sgranati e la pelle pallida.
«ehi, sono vivo. Severus, Remus» li ammonii, sapevano che avevo partecipato a una guerra, ma non sapevano come era andata a finire.

Sirius dopo essersi ripreso mi abbracciò come solo lui poteva fare e io non potei fare a meno che assecondarlo, mi strinsi a lui e mi lasciai andare in un pianto disperato.

Non riuscivo proprio a capire il motivo di quelle lacrime, o forse ne avevo troppi ma non sapevo quale scegliere ma penso che mi era mancato un sacco, il suo odore, il suo sorriso, i suoi abbracci che ti facevano sentire in pace col mondo. E mi addormetai tra quelle braccia, sfinito che mi cullavano per poi appoggiarmi sul letto e darmi un leggero bacio sulla fronte

Però nessuno dei due sapeva che quei due attimi erano stati impressi nella memoria di una macchina fotografica magica...

The Return of Lily Evans And the Marauders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora