Capitolo 30

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Harry non era mai stato, ragazzo, adolescente e uomo che sia, lunatico e forse paranoico. Certo, impulsivo come pochi e diciamo diffidente anche di se stesso, ma percepiva, fin da quando si era alzato un senso di nervosismo, come se sarebbe dovuto succedere qualcosa. E la cosa non gli piaceva affatto.

Era lo stesso fastidio di quando tutti lo fissavano adoranti e con gli occhi a cuoricino ma quei sguardi che gli trapassavano il petto erano colmi di odio e rabbia. Vendetta per qualcosa o meglio qualcuno di cui era a conoscenza.

Strinse a sé una Ginny dormiente, come se ne dipendesse la sua vita. Con il passato che aveva avuto avrebbe dovuto essere più cauto e quei Mangiamorte erano ancora in libertà senza che Harry potesse sconfiggerli e rispedirli da dove erano venuti, o meglio, scappati.

Solo a colazione, dopo che Severus era venuto a fare gli auguri al festeggiato e si era seduto, aveva iniziato a preoccuparsi e a guardarsi freneticamente attorno. Una volta non avrebbe avuto tutta questa ansia, ma si parlava dei suoi genitori che aveva perso e che per qualche miracolo divino erano potuti tornare, di Remus che meritava vivere psr suo figlio e per Dora, per Sirius che ora era diventato padre grazie a Marlene e la famiglia che si era costruito lui stesso, Ginny e i suoi due ma anche tre, compreso Teddy, di figli. Non poteva perderli.

Rimase fermo, mentre tutti ridevano e scherzavano, rimase fermo lanciando occhiate furtive al suo angelo dispiaciuto che non potesse essere, in un giorno così importante, felice e spensierato. Ma suo figlio era più sveglio e sensibile di quanto pensasse. Lo fissava, il verde così luminoso era leggermente oscurato dal fatto che suo padre fosse preoccupato. Seppur così piccolo, con il collegamento che aveva fatto con la magia riusciva a percepire tutti i sentimenti del padre:dalla gioia alla rabbia, dalla felicità alla tristezza e in questo caso paura e frustrazione. Lo stesso valeva per Harry e il fatto che il piccolo Albus sia così preoccupato per lui dalla più tenera età lo amava ancor più di prima.

Harry si alzò di scatto, bacchetta alla mano. Ora era sicuro, c'era qualcuno fuori che li spiava ed era qualcuno che non doveva essere lì.

Le risate, come a rallentatore, si interruperò, le parole si persero nella stanza, c'era tensione nell'aria.

Hermione e Ron, migliori come sempre e abituati, senza fare domande si alzarono e si misero di fronte ai figlio come scudo e lo stesso fece Harry.

«Harry? Si può sapere cosa ti è preso?» sbottò incredulo James. «Infatti, tesoro. Sembri preoccupato» chiese apprensiva Lily. Harry si voltò, per rassicurare i genitori e quello fu un pessimo errore. I vetri si ruppero e scie verdi colpirono vari parti della cucina, senza beccare le persone che si erano accucciate in tempo, all'interno. Harry ringraziava i riflessi sempre pronti.

Fissò Ginny che intanto aveva creato uno scudo protettivo. «Ginny và via. Alla Tana, lì sarai al sicuro e chiama gli Auror» disse sbrigativo Harry si girò un attimo, per vedere com'era la situazione e poi si voltò di nuovo. Prese Ginny per i fianchi e fece collidere le loro labbra in un bacio passionale e un po' rude ma allo stesso tempo dolce come lo era lui. «Ti amo. Ti amo... Vai» disse Harry prima di lasciarla.

Mulciber, Dolohv, Rosier e Lestrange erano entrati e li fissavano con dei ghigni poco raccomandabili e l'aria da psicopatici come loro solito fare. Le tuniche alzate sulle braccia, facendo vedere il marchio in bella vista fece venire il voltastomaco ad Harry come non succedeva da tempo.

«Ah bene... Finalmente posso vedere i fuggitivi» si lasciò sfuggire Harry, bacchetta alla mano mentre si metteva di fronte a Sirius, James e Remus. Le ragazze erano state spedite via, per proteggere almeno loro. Harry aveva costretto anche Severus di lasciare la cucina, poteva essere un bersaglio fin troppo venduttiero per il suo tradimento della parte Oscura e lo stesso valeva anche per Regulus, avevano protestato ma Harry era fin troppo convincente. Rimanevano i bambini e gli uomini erano terrorizzati.

Albus, Teddy e James rimasero in silenzio, troppo spaventati anche solo per piangere.

«Che nessuno si muovi» ringhiò Harry. «Oh... Ma noi non vogliamo te» sibilò mieloso Mulciber, prima di attaccare.

«Avada Kedavra!» «Stupeficium!» «Protego» «Expelliarmus!»

Harry combatteva, come da tempo non faceva. Sentiva l'adrenalina farlo emozionare e lo stesso valeva anche per i Malandrini che erano messi meglio che dei Mangiamorte. Harry pensò questo troppo presto.

Altri Mangiamorte, persone che non riconobbe e pensò che fossero ad Azkaban da molto più tempo di loro, si smaterealizzarono e presero a sconfiggere anche loro.

La cucina era un disastro. Mangiamorte schiantati, alcuni uccisi dai loro stessi incantesimi, tutto rotto, Harry stava sudando, i bambini nascosti in un angolo, i Malandrini stanchi. Era da anni che non combattevano così.

Harry si chiese come mai gli Auror ci stessero mettendo così tanto ad arrivare che scoppi di smaterealizzazioni invasero l'aria. La sua squadra di Auror era arrivata e combattevano all'esterno gli altri Mangiamorte.

Leggermente meno concentrato, un incantesimo lanciato da Lestrange lo colpí in pieno, facendogli aprire un ferita sulla spalla che arrivava fino al polso. «Non sei più abile come una volt-» non poté neanche finire la frase che un Sirius, alquanto arrabbiato per il fatto che il suo figlioccio fosse stato ferito, lo schiantò. «Grazie Sir» disse Harry riconoscente. «Ah Lestrange, la tua mogliettina dov'è? » disse Harry ben consapevole che la tanto odiata Bellatrix fosse morta grazie a Molly e infatti, come si aspettava, Lestrange ringhiò e si buttò contro di lui.

«Me la paghi»

La porta si spalancò mostrando Ginny, Lily e Marlene e anche una Dora rosse dalla rabbia per il fatto che fossero state scartate da una battaglia che volevano affrontare.

«Harry!» urlò Ginny, mentre il Mangiamorte con cui combatteva veniva schiantato da Harry solo perché l'aveva toccata, disperata. Harry, in un primo momento non capí ma poi tutto gli fu chiaro.

Vide tutto lentamente, incapace di muoversi. «Crucio!» urlò Mulciber pieno di rabbia e l'incantesimo colpí Albus che prese a urlare. Non poteva non fare qualcosa, la maledizione su un bambino così piccolo per molto tempo era estremamente mortale. I Mangiamorte ridevano, Ginny era tenuta da quelle sporche mani e cercava di liberarsi. Lily e Marlene erano uscite a dare una mano e James, Sirius e Remus sembravano troppo sconvolti per dire solo una parola.

Fu uno scatto improvviso, prese a correre e si parò di fronte al bambino che svenne dal dolore e si beccò mezz'ora di tortura. Poteva contrastarla, eccome se poteva, ma era troppo debole mentalmente per fare un solo passo. Aveva le lacrime agli occhi solo per il fatto che non era riuscito a proteggere suo figlio, figlio che da più grande sarà la sua più grande gioia...

«Mi dispiace tesoro mio » disse Harry e con un gesto che non credeva possibile, forse dettato dalla paura, immobilizzò tutti i Mangiamorte che vennero rispediti ad Azkaban.

Angolo Scrittrice Disagiata:

Intanto, buon Ferragosto! ❤️ E sulle note positive che ci sono nel capitolo è uscito. Comunque spero vi sia piaciuto... Spero

Cri_2000 ⚯͛

The Return of Lily Evans And the Marauders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora