Capitolo 37

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«Albus! C'è Scorpius in cucina! Vai a giocare!» esclamò Lily, prendendo in braccio il bambino. «E lascia stare la tua mamma, sai non è mica facile tenere la tua sorellina. È già combattiva come vostro padre» disse ancora, il tono intriso da tenerezza mentre con amore, accarezzava i capelli neri ribelli.

Ginny ridacchiò, mentre sistemava alcuni fascicoli per i nuovi giornali che avrebbe dovuto scrivere. «Tranquilla cara, ho sopportato di peggio» e con questo entrò nella stanza, sulla sua scopa giocattolo James junior. «Vero, amore?» chiese Ginny prendendolo al volo dato che stava per cadere. «Jamie, quante volte ti ho detto che dentro casa non puoi andarci?» chiese e il bambino la fissò con i suoi enormi occhi ambra. Albus intanto gattonando si fiondò in cucina, dove c'era il suo compagno di giochi preferito.

Ginny chiuse la borsa e, velocemente scese le scale, salutando tutti. Suo marito la stava aspettando davanti al camino per andare insieme e poi scomparirono. Lily sospirò, poi prese Iris che cercava di catturare una farfalla che era entrata dalla finestra. Appena la bimba si calmò, la farfallina di uno splendido azzurro si posò sui suoi capelli, dove teneva diversi fiori rosa e bianchi.

Iris era molto cresciuta negli ultimi anni e ora aveva dei capelli rossi fuoco, tremendamente spettinati e degli occhi marroni e profondi e per adesso sembrava una vera malandrina.

«Quanto manca per il parto?» chiese apprensivo Harry, intanto. «Amore, manca. Non devi preoccuparti. Piuttosto, stai attento nella missione, ok?» sospirò Ginny, cercando di dare un senso ai capelli del marito «il nostro tesoro vorebbe un papà da cui andare quando la madre sarà arrabbiata con lei» e con questo lo baciò sulle labbra. Harry la strinse più a sé,per la vita grato di avere una moglie del genere con cui passare tutto il tempo della sua vita. «Si, ok. Sono sempre attento. Crescendo ho abbandonato la mia impulsività» disse accarezzando i capelli rossi «Ma non del tutto, Harry. Farà sempre parte di te. Comunque sta attento. Ti aspetto stasera sano e salvo, senza un solo graffio o livido.» lo minacciò per poi smaterealizzarsi nel suo studio. Adorava lavorare lì.

Harry scosse la testa, prima di entrare nella sala riunioni con la sua squadra al seguito e il suo migliore amico da tutta la vita, al suo fianco.  Non era nulla di grave, come Mangiamorte o cose simili, ma alcuni sostenitori di Voldemort che non avevano preso il marchio ma che comunque sostenevano gli ideali del loro Signore. Erano solo dei ragazzi fin troppo viziati e con il sangue puro che cercavano di togliere i babbani di mezzo. «Finché Voldemort non sarà dimenticato, il suo regno del terrore non sparirà » sospirò Harry sedendosi su una sedia. «Mi dispiace, amico » gli mise una mano sulla spalla Ron che si sedette al suo fianco. «So quanto possa essere difficile » «Mi chiedo solo se sia servito a qualcosa. Tutti i sacrifici, le morti, le notti senza dormire, le lacrime. » mormorò Harry a testa bassa rigirando la bacchetta tra le dita. «Scherzi amico? Ma non vedi la speranza che hai dato alle persone? Che siano maghi o persino babbani, ma finalmente tanti sono felici seppur le perdite che hanno avuto. Ma sanno che hanno combatutto per un ideale forte e per i diritti di tutti i magni, persino i NatiBabbani e i Mezzosangue. Finché vedranno te non arrenderti , neanche loro lo faranno»e abbracciò stretto quel ragazzo che sembrava più fragile di come si mostrava. «Grazie mille Ron, sei sempre al mio fianco » «Te l'ho detto. È questo che fanno i migliori amici» e gli sorrise. «Buona fortuna squadra!» esclamò Harry alzatosi vedendo che tutti i componenti si erano preparati. E si smaterealizzarono.

Ginny stava scrivendo l'ultimo titolo del giornale, che annunciava il torneo di Quidditch quando sentì dei dolori alla pancia. Allontanando la sedia dalla scrivania e piegandosi su ste stessa per il dolore e intanto cercando di non urlare (per orgoglio personale più che per disturbare) quando sentì un liquido imbrattare i suoi jeans. «Dean, ah-» urlò dal dolore che di paura. La bambina sarebbe stata prematura ciò la spaventava parecchio. Certo, i bambini non nascevano precisi, anzi Albus era nato una settimana prima ma non tre. Quasi un mese. Era in anticipo di un mese. Il collega si avvicinò velocemente, seguito da altri che avevano sentito l'urlo e si inginocchiò difronte a lei. «Ginny! Cosa sta succedendo?!» «Ah! Credo stia per nascere» «Ma non è presto?» chiese lui «MICA LA CONTROLLO IO! AH- CHIAMA LILY E JAMES » urlò la ragazza con il viso rosso e sudato, mentre cercava di spostare i capelli da davanti il viso. «Ok, si, si.» Dean fece un veloce patronus per avvisare Lily e James e poi prese Ginny e si smaterealizzò al San Mungo.

Lily e James si stavano riposando, guardando i bambini che si erano appena svegliati dalla dormita pomeridiana e che cercavano di rincorrersi a vicenda. Cadendo la maggior parte delle volte. All'improvviso arrivò un patronus, sconosciuto per la forma e anche per la voce che parlò velocemente «Scusate signori Potter,sono Dean, un collega di Ginny e amico di Harry. Ginny è diretta al San Mungo. Avvisate tutti e arrivate il prima possibile, grazie » .

James saltò giù dal divano velocemente «Vado ad avvisare Harry, tu prendi la borsa e porta i bambini » e scoparì nel camino. Lily salì le scale, prese una borsa dove c'erano diversi cambi, ed era sicura, qualche tutina per il/la bambino/a poiché Harry aveva voluto tenere il sesso nascosto e anche il nome. Le scommesse erano partite da Sirius, che ora era in turno insieme a Remus e Harry.

Scese le scale, prese i bimbi e con il camino scomparì per riapparire in un corridoio bianco. Una medimaga la riconobbe e con un certo rispetto la portò davanti ad una porta e la fece sedere. «Il padre?» chiese gentile passandole un bicchiere d'acqua «Umh, Harry è in missione. Mio marito è andato ad avvisarlo» disse, mentre prendeva un sorso con la mano che tremava. Sarebbe diventata nonna per la terza volta eppure era sempre emozionante.
La medina a quell'affermazione si tese e con voce più sottile di prima disse: «Mi dispiace rattristarla in questo belli giorno. Ma è impossibile che suo marito sia andato a cercarlo, a meno che non sia già qua» «in che senso scusi? Dove vuole arrivate?» chiese Lily alzandosi di scatto. «Suo figlio è già in questo ospedale. È stato portato qui nemmeno un'ora fa.  La squadra degli Auror deve aver ridotto la situazione per non impanicarvi, soprattutto con sua moglie in gravidanza» disse, facendola di nuovo sedere e mettendosi accanto per sostegno morale. «Ma ne è sicura?! Non è che si è sbagliata?!» chiese Lily scuotendo la testa con le lacrime agli occhi.

Il peso del mondo era nullo in confronto a quello che aveva sul cuore ora. Sembrava che tutte le sue certezze fossero state spezzate. Come se la sua immagine di uomo e figlio invincibile si fosse spezzata. Probabilmente, nel suo subconscio aveva sempre pensato che Harry fosse immortale o comunque incapace di provare dolore fisico. Lo vedeva sempre così forte, potente da non rendersi conto che anche lui era umano.

«Lily!» esclamò James arrivando con il fiatone, di fianco alla moglie, rimasta in piedi. La donna si girò velocemente e gli buttò le braccia al collo, rilasciando un breve singhiozzo, trattenuto per troppo tempo.
«Il mio bambino...» singhiozzò «Non mi hanno neanche voluto dire le loro condizioni. Sia di Ginny che di Harry.»

Improvvisamente si sentì un gran boatoe diverse urla di infermiere. Lily si voltò e vide suo figlio correre verso di loro. Aveva ancora la divisa, strappata in diversi punti.
«Signor Potter, si deve far curare!» una medimaga continuava a urlare «Mia moglie è la dentro! Non posso lasciarla da sola!» esclamò per poi precipitarsi dentro la porta sotto gli sguardi affettuosi e preoccupati di tutti i presenti.

*

Da quando Harry era entrato, l'esercito aveva occupato la sala d'aspetto. Remus e Sirius davano supporto a James mentre Lily, sempre al suo fianco chiaccherava con Molly e Dora, sui figli e varie ricette da provare. Quando Harry entrò nella sala il suo sorriso non era mai stato così commosso. «Vi presento Lily Luna Potter!» dichiarò facendoli applaudire. «Sarà la principessa di casa» disse Hermione accarezzandole la testolina con la peluria chiara, segno che i capelli non sarebbero di certo stati neri. «Ne sono certo» mugolò Harry facendo scontrare i suoi occhi verdi in quelli indefiniti della sua bimba e fu certo che il suo cuore si fermò per la terza volta rendendosi finalmente conto che era il padre di tre dolci e forti creature. Sbaglieranno, soffriranno, sorrideranno, vivranno avventure e Harry spera di essere sempre al loro fianco facendogli da guida e da padre.


Finalmente! Devo assolutamente scusarmi per la lunga assenza e davvero, ne sono desolata. Tra gli esami, lo stress per l'inizio del liceo e un blocco dello scrittore non sono riuscita ad andare avanti, ma ora eccomi qua. Purtroppo questo è il penultimo capitolo e prometto che non vi farò penare tanto per l'Epilogo. Approfittando che sono all'inizio ed ancora non ho molti compiti ho intenzione di finirla entro questa domenica. Spero possiate scusarmi e grazie mille a chi c'è stato fin dall'inizio.

Cri_2000

The Return of Lily Evans And the Marauders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora