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Per cosa mi sta ringraziando? Non ho fatto altro che sbagliare. Ho sempre saputo di quelle foto, sapevo che sarebbero venuta a prenderla e ho comunque scelto di non fare niente fino all'ultimo.

Finalmente trovo le forze di alzarmi in piedi e aiuto anche lei a fare lo stesso.

Mentre apro di poco la porta per controllare che se ne siano davvero andati lei si stende sul letto.
Smetto di controllare solo quando sono certo, poi chiudo a chiave e torno da lei.
È stesa sopra le coperte, il volto rivolto verso la finestra nonostante le tende blocchino la vista.

Mi siedo di fianco a lei e passo una mano tra i suoi capelli.
"Mi dispiace" dico. Non avrebbe comunque risolto niente se non i sensi di colpa che provavo.

"Non è colpa tua."

Sto in silenzio, continuo a passare la mano tra i suoi capelli, arriccio le ciocche intorno al dito.
"Io sapevo di quelle foto."

"Le ha inviate anche a te?"
Annuisco "ha detto di non chiamare la polizia, sapeva tutto di noi, anche dove e quando ci spostavamo, non sapevo cos'altro fare. Mi dispiace, davvero"
Mi preparo al peggio. Sono già pronto ad essere cacciato via dalla stanza, ma lei non muove un muscolo.

"È per questo che hai fatto quello che hai fatto?" mi chiede poi. So a che cosa si riferisce, al giorno a cui ho rischiato ti togliermi la vita.

"Quello e il lavoro. Dopo che te ne sei andata stavo sempre peggio"

Mugola qualcosa e capisco che si sta per addormentare. Passo una mano sulla pelle morbida della sua guancia, è più pallida del solito, sotto gli occhi di scurisce dove passano le occhiaie.

"Non ce la faccio" la sento sussurrare, come se fosse la conclusione di un pensiero che non avevo potuto sentire ma che capivo lo stesso.

"Non devi fare tutto questo se non lo vuoi davvero. Non fare come ho fatto io."
Avevo firmato il contratto, era meno di cinque mesi fa eppure sembravo ancora un ragazzino ingenuo in cerca di popolarità.
"Vincere quel talent ti stravolgerà tutto. Finirai come me, Nessa e centinaia di altri cantanti. Ti useranno per soldi e basta."

Mi guarda e, senza rispondere, si mette a lato del letto e mi fa segno di stendermi. Esito un po' ma alla fine tolgo la giacca e mi sdraio al suo fianco.

I nostri volti sono vicini, sorrido e arrossisco quando i nostri occhi si incontrano. Io continuo a guardarla, lei sposta lo sguardo sulla camicia che indossavo, rimasta semiaperta da quando l'avevo sbottonata per il caldo.

"Perché sei vestito così elegante?" mi chiede, e con le labbra accenna un sorriso, il primo suo vero che vedevo in tutta quella sera.

"Dovevo andare a una cena" rispondo "lo so, è orribile, ma non l'ho scelta io"

Sorride e si gira dall'altra parte per spegnere la luce, la camera si fa buia.

"Buonanotte" dice.

Raggiro la sua vita con il mio braccio e la porto più vicina a me "buonanotte."

MAILEEN'S POV
La mattina dopo

Quando mi sveglio, Payton non c'è. Penso se ne sia andato via prima che Riley tornasse insieme a Josh. Oppure, non è mai stato qui. Non mi sorprenderebbe essermi immaginata tutto, ieri sera mi è sembrato di vivere in un incubo.

Sciacquo il viso, mi cambio in nuovi vestiti nonostante la scorsa notte non mi sia messa il pigiama.
Non esco per fare colazione, sarebbe troppo pericoloso, mi limito alla tazza di caffè del bar nella haul e al cioccolatino che regalano.

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora