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Maileen's pov
due settimana dopo

'Starai meglio senza di me.'

E i suoi occhi si chiudono.
Il respiro si spezza, il cuore perde i battiti.
I medici gridano da una parte all'altra del corridoio, corrono in fretta per le stanze portando da esse nuovi strumenti.

Cercano di rianimarlo.

"Libera!" nella stanza si crea il silenzio.
Niente.

"Tentativo numero 2" dice una donna.
"Libera!" Le persone guardano, incuriosite.
I bambini sono in silenzio, abbracciati alla mamma. Ogni tanto bisbigliano qualche domanda. Chiedono che cosa succede, perché tutti sono improvvisamente così interessate alle grida dei medici.

"Tentativo numero 3, ultimo tentativo"
"Libera!"

Silenzio. I secondi si fanno infiniti, Il tempo smette di scorrere.
Il cuore batte così forte che sembra uscirmi dal petto mentre il mio corpo rimane immobile, bloccato su quella scomoda sedia in plastica.

"Ora del decesso: 11:34" annuncia un medico.

Ora del decesso: 11:34.
Ora del decesso.
Ora del decesso.
11:34.
11:34.

Ripeto nella mia testa quella frase così tante volte cercando di comprenderla, ma il mio cervello si rifiuta di capirla.
Non può essere vero.
Non dopo tutto quello che abbiamo passato.

Mi alzo in piedi. La testa mi gira, le gambe tremano. Barcollo cercando un punto dove aggrapparmi ma finisco per crollare a terra.

"Signorina!" grida un infermiera correndo verso di me. Mi alza il busto e mi appoggia contro la parete.
Il mio cervello non sembra aver intenzione di reagire.
Le palpebre si fanno pesanti "si svegli" dice la donna.
Ma ormai non ho più un motivo per tenere gli occhi aperti, e gli assecondo.

Il mondo si fa buio, eppure ancora riesco ad udire la voce della donna che mi chiede di alzarmi.
Perché deve continuare a parlarmi.
Perché non può semplicemente lasciarmi in pace.

"Signorina si svegli, l'ora delle visite è finita" sento qualcuno scuotermi la spalla e la stessa voce nelle orecchie.

Apro gli occhi.
Il viso della donna è dinanzi al mio, e mi scruta mentre mi strofino gli occhi per abituarmi alla luce.

"Si era addormentata" dice.

Era tutto un sogno.
Quando la donna si sposta, Payton è davanti a me. Ha delle flebo nelle braccia ed un tubo attaccato alla bocca per respirare.
Mi sento pazza da quanto questa visione così macabra possa rendermi felice.

Quasi deceduto due volte ed incapace anche solo di respirare, ma almeno è vivo.

"Sì, mi scusi. Adesso vado" Raccolgo lo zaino di scuola che ho lasciato a terra e mi alzo dalla sedia mentre l'inferno era esce dalla stanza.

Stringo la mano di Payton e lo guardo un'ultima volta.
"Non morire mentre sono a casa, mi raccomando"

Proprio quando sono fuori, ricevo una chiamata da Josh.

"Ehi" lo saluto.

"Ciao, stai arrivando?"

Mi tirerei da sola uno schiaffo per essermi dimenticata delle prove che devo fare con Josh "Sì, scusa, ero da Pa-"

"da Payton e ti sei addormentata, lo so. E' almeno la quarta volta che ti succede in una settimana"

Dico solo un "mi dispiace", perchè arrabbiarmi con lui non avrebbe senso, ha ragione ad essere stufo di ricevere sempre la stessa scusa "adesso arrivo".

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora