Quando mi sveglio, non sento più il mio corpo. Il rumore delle sirene ora è un bip costante e ripetitivo, le luci blu e rosse sono state sostituite da una raggio di sole biancastro che sfugge alle tende e penetra fino ai piedi del mio letto.
No, non è il mio letto. È bianco, e così lo sono le lenzuola, così lo sono le pareti.
Sono in ospedale.I ricordi mi colpiscono non appena lo capisco.
La testa fa male mentre cerco di scavare sempre più a fondo.Io che corro da Payton, lui steso sul pavimento, il suo naso rotto e sanguinante.
E poi io a terra, le mani strette sulla ferita e le suppliche di Josh.
"Stai sveglia, ti prego stai sveglia".Prima che possa ritoccarmi la ferita la porta si apre.
È Payton.
Sembra non mi noti, all'inizio, perché la testa è rivolta al caffè che tiene tra le mani e lo sguardo è perso.
Cammina fino al mio letto; le sue mani tremano, cerca di non rovesciare niente.Parlerei, ma la gola è secca e sono troppo, troppo stanca.
Quindi lo guardo sedersi sulla sedia di fianco a me, prendere il caffè, berlo in un colpo solo e accennare una smorfia addolorata quando ha finito."Caldo?" mi ritrovo a parlare senza neanche volerlo, e la gola mi brucia.
Lui si gira verso di me, i suoi occhi si sbarrano e il bicchierino gli scivola dalle dita.
Lo guardo cadere, e prima che possa tornare con lo sguardo su di lui le sue braccia mi avvolgono il busto, la sua testa si incastra tra la mia spalla e il collo.Il suo petto è premuto al mio, inizia ad alzarsi e abbassarsi sempre più velocemente e poi a scatti irregolari.
"Sei sveglia" sussurra.
Sta piangendo.Riesco ad alzare un braccio e appoggiare una mano sulla sua schiena, ma lui si stacca quasi subito.
Si asciuga velocemente le lacrime. "Vado a chiamare qualcuno" Si solleva dal letto e va corre verso la porta.
"Payton" il suo nome mi scivola tra le labbra, la gola brucia. Lui si ferma di colpo, e io continuo "resta".
Non posso dire molto più di quello, ma basta comunque.
Le sue labbra accennano un sorriso mentre torna verso di me e si siede sulla stessa sedia di prima.Allunga la mano sul mio volto, passa le dita sulla guancia e io guardo senza dire niente.
La sua mano trema ancora, il volto è spento e, nonostante il suo sorriso, sotto gli occhi si colora di un colore simile al viola.
Non ha dormito."Da quanto sei qui?" chiedo.
"Da quando sei arrivata, tre giorni fa"
Tre giorni. E lui è rimasto qui, ad aspettare che mi svegliassi.
"Dovresti andare a casa" gli dico, afferro il suo polso e con calma allontano la sua mano dal mio viso.
Non voglio che pensi non mi piaccia quel contatto. Mi piace, mi piace più di ogni altra cosa, ma deve prendersi cura di sé prima."Non adesso" risponde "non dopo che ti sei svegliata".
Tra noi cala il silenzio, ma va bene così.
Continuo a guardarlo, sembra distratto. Il suo sguardo di ferma sulla mia pancia. Sono coperta dalle lenzuola, ma so comunque che punti lì.
Poi mi sembra di vedere i suoi occhi inumidirsi dalle lacrime. Alla fine sbatte più volte le palpebre e sembra riprendersi dai suoi pensieri."Cosa?" gli domando, sposto lo sguardo sulla mia pancia e poi di nuovo su di lui.
Per un attimo si limita a scuotere leggermente la testa, poi sussurra un "niente. Niente", ma non lo lascio finire lì.
"Basta segreti, Payton. Penso sappiamo tutti e due dove ci hanno portato"
Mi guarda, tanto intensamente da farmi venire voglia di nascondere la testa. Poi sospira e si sistema sulla sedia.
Silenzio."Eri incinta." è l'unica frase che esce dalla sua bocca prima che si ammutolisce di nuovo.
Non riesco a parlare. Se io ero incinta allora... "Tu eri il-" non riesco a finire. Suona sbagliato, troppo sbagliato. Un appellativo che non darei mai a lui. Non ancora.
Annuisce.
"E' morto" dico.
"E' morto" conferma lui "Il proiettile l'ha preso e i dottori non hanno potuto fare niente".
Non so come sentirmi. Non sono pronta per un figlio, non dopo tutto quello che è successo. Ho bisogno di tempo per pensare a me e non a Payton o al talent ne tantomeno a un figlio.
"Lo volevi?" Gli chiedo, ma in verità ho solo bisogno di sapere se lui la pensa come me. Ho bisogno di sapere che anche lui non era pronto."Non ha importanza. E' morto" risponde.
Non ha importanza.
Ormai non c'è modo di cambiare quello che è successo, è successo e basta. Dobbiamo lasciarcelo alle spalle e continuare ad andare avanti."Payton" Lo richiamo, dopo lunghi minuti di silenzio. Non appena si gira verso di me, riprendo. Prima di lasciare tutto questo alle spalle, devo sapere come davvero sono andate le cose.
"Voglio sapere tutto."**
Mi aveva raccontato tutto.
Ogni singolo passaggio che lui, Riley e Josh in quei giorni erano riusciti a mettere insieme.Anne aveva mandato le foto. Era iniziato come uno scherzo, poi aveva trovato compratori disposti a pagarle una fortuna ed è andata troppo oltre.
Alla fine, ha smesso. Non voleva che la questione si trascinasse di più, e sperava che le precauzioni che aveva preso potessero impedire agli uomini di trovarla.
Loro lo fecero lo stesso. Non era mai andata in Germania, quella settimana, era sempre stata a New York, minacciata dagli uomini da cui aveva preso le foto di dire tutto quello che sapeva della mia posizione.
Quando sono entrati nel mio hotel avevano sbagliato camera, e hanno capito che sarei dovuta andare io da loro, piuttosto che loro da me.
Così hanno preso Josh e Riley, e il resto lo sapevo già.
Nel mezzo del combattimento, con la mano che Payton gli aveva slegato, Josh era riuscito a chiamare la polizia.
Quando sono arrivati, io ero già incosciente."Credevo saresti morta" Payton si aggiunge, il suo volto addolorato, stanco, gli occhi lucidi "lo credevamo tutti."
"Pay" con la mano raggiungo il suo volto.
Voglio fermarlo, si sta facendo male da solo a pensare a queste cose.
Sono qui, e sono viva.Alla fine cede, di nuovo, il suo volto crolla tra le sue mani e si nasconde dietro di esse mentre inizia a piangere.
"Non posso vivere senza di te" sussurra."Non dovrai farlo," rispondo.
Mai, mai più.fine.
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lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIER
FanfictionOgni tanto cerchiamo di nascondere il nostro passato a tutti, perfino a noi stessi. È proprio per questo motivo che Payton decide di aprire un nuovo capitolo della sua vita in California, trasferendosi nella famigerata Hype House insieme al suo migl...