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7:24 p.m.
Le lancette dell'orologio erano l'unica cosa che riusciva a guardare in quel momento.
Era seduto al tavolo del Mc Donald's da ormai piú di mezz'ora ed aveva appena finito le sue crocchette.
Mancavano poco più di trenta minuti alle otto.

Si ripeteva di essere pazzo per aver creduto ad una ragazza che nemmeno conosceva.
Aveva riflettuto tutta la giornata sul se andare o no, ed ora doveva mettere in atto la sua scelta.

"Paytooon! Ci sei?" Lo chiamava Avani passandogli una mano davanti agli occhi.
Notò che tutti lo stavano fissando e lui non se n'era neanche accorto.

"Devo andare, scusatemi" se prima credeva di essere un pazzo, ora aveva la prova definitiva che lo fosse davvero.
Lasciare i suoi amici in quel modo voleva dire subirsi un interrogatorio appena tornato, ma dire che stava andando in un posto che non conosceva perché doveva incontrare una persona che non aveva mai visto prima non era meglio.

Uscì dal fast food più velocemente possibile, e cercò sul navigatore il Waikiki.
Ci volevano trenta minuti a piedi.
Era meglio iniziare a correre.

Con il fiatone della corse e le gambe distrutte si ritrovò nell'enorme parcheggio di quel ristorante.
Era un bel posto, di due o tre piani, costruito interamente in legno bianco, con una scritta "Waikiki Club" sopra l'ingresso.

Continuò la sua corsa verso la spiaggia e, successivamente, verso gli scogli.

Si arrampicò sulle rocce stando attento a non scivolare.
Una volta su, con i piedi ben stabili su una pietra, si guardò in torno.
Non c'era nessuno.

"Fanculo" sussurrò. Doveva aspettarmelo che fosse solo uno scherzo.

Continuò comunque a saltare tra un masso all'altro fino ad arrivare a quelli più avanti, bagnati dalle onde che gli si scontravano addosso.

Si sedette su uno di quelli, con i piedi a penzoloni sull'oceano.
Con la leggera brezza che gli scompigliava i capelli, lui fissava il sole che si nascondeva dietro quella immensa distesa d'acqua.
Fasce di colori giocavano lontano, nell'orizzonte, cambiando gradazione dal viola al giallo.

Afferrò il telefono dalla tasca e scattò una foto.
Una sola.
Non sette a guardare se il sole fosse centrato e non si preoccupò di rimuovere gli uomini in barca.
Non poteva sprecare quella meraviglia per una foto.
Scrisse la prima frase che gli venne in mente, la più vera, ed aggiunse la posizione e l'ora.

Scrisse la prima frase che gli venne in mente, la più vera, ed aggiunse la posizione e l'ora

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"Ho trovato il mio posto"

Visualizzato da Avani, Lilhuddy, Luvanthony e 350.000 altri.

Messaggio da Lilhuddy:
Si può sapere dove ti sei cacciato? Vedi di non farti riprendere mentre fai cazzate...

Rimise il telefono in tasca.
Quei colori, il vento, l'oceano. Era tutto cosí perfetto.
Si era dimenticato di ogni cosa gli stesse succedendo in quel momento.

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora