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Grazie davvero a tutti per i commenti del capitolo precedente. Mi avete fatto davvero sentire bene e non potrò mai ringraziarvi abbastanza.
Non sono riuscita a rispondere perché ho aperto wattpad raramente negli ultimi giorni ed era solo per continuare la storia.

Ho scritto un po' di capitoli. Ne pubblico due adesso e poi vedo come vestirmi con gli altri. Sono gli ultimi e vanno un po' veloci perché non voglio allungare troppo la storia.
Spero vi piacciano comunque.

Payton's pov

«Riposati un po', tra poco andremo a farti dei controlli» dice l'infermiera.

Mi sono svegliato, cazzo. Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?

Dalle finestre della stanza penetrano dei raggi di sole, abbastanza normale dato che sono le quattro di pomeriggio.
Ho ancora le flebo legate nelle braccia e fatico a fare qualsiasi movimento, ma con un po' di sforzo riesco ad appoggiare il busto sullo schienale del letto per avere una visione più chiara di quello che avviene nei corridoi dell'ospedale.

Fuori dalla mia stanza, vedo Nessa ed il mio manager.
Di certo non sono le prime persone che vorrei vedere in questo momento.

L'infermiera da loro la conferma ed entrano nella stanza.
Vedo di sbieco che da fuori delle fan mi stanno facendo un video.

Nessa viene vicino a me e mi abbraccia, ma io non riesco - ne voglio - ricambiare; e finisco per starmene immobile fino a quando non si stacca.

"È un piacere sapere che sei ancora tra noi" Non so perché, ma ne il suo sorriso ne il suo tono mi convincono. Quando mai quell'uomo così perfido è stato gentile con me?
Forse per lui è un piacere davvero, in fondo non so quanti soldi potrei fruttagli da morto.

"Perché sei qui?" chiedo subito.

"Vedi, prima che persi conoscenza per la seconda volta, un fan ha scattato una foto di te e la tua ex sdraiati insieme"

"Maileen?"

"Sì"

"Non è la mia ex"

Sospira "è un dettaglio insignificante. Comunque, questa foto ha rovinato tutto il piano che avevamo organizzato"

Sono ancora troppo stordito per interessarmi alle sue parole.
In questo momento vorrei solo tornare a dormire.

"Cosa ti avevo chiesto, Payton?"

Ora lo riconosco.
I suoi occhi freddi, il
sorriso sfottente, sono gli unici tratti che mi riconducono alla sua vera personalità.

"Di stare lontano da lei"

"E?"

"Di fingere di stare con Nessa" sbotto.
Ogni volta e ripeto quelle regole ripenso a perché ho voluto firmare quel contratto.

"Perfetto. Ora quando esci non dirai più niente fino al talent. So che ci va anche quella ragazza e voglio che tu confermi la tua relazione con Nessa lì davanti a lei. Daremo alle persone qualcosa di cui parlare."
È vero, il talent. Ogni anno ci sono due nuovi giudici e questa volta ci andiamo io e Nessa. È una cosa abbastanza importante, rifiutare sarebbe stato uno svantaggio troppo grande per la mia carriera.

Annuisco ed abbasso il capo mentre vengo assalito dai sensi di colpa.
Come posso farle questo. A lei, che c'è sempre stata per me. Sono una merda.

La mia collaborazione istantanea fa rilassare il mio manager, che si dirige verso l'uscita.

"Aspetta" lo fermo all'ultimo secondo "Maileen è mai venuta a trovarmi?"
Non ho idea di cosa ne possa sapere lui, ma voglio provarci lo stesso.

"No. Neanche una volta" risponde secco, uscendo dalla stanza.
Non mi rattristo troppo a quella affermazione, può aver avuto milioni di giustificazioni diverse per non venire a trovarmi e, durante le tre ore di visite successive, riesco a trovarne molte più di quelle che mi aspettassi.

Mia madre firma dei fogli per autorizzarmi ad uscire.
Tengo il profilo basso per evitare gli occhi di mia sorella.

Quando arriviamo a casa, mi butto sul letto.
Casa, se così si può chiamare. È solo l'appartamento di Nessa. Inizio ad accorgermi che, in fondo, non ce l'ho neanche una casa.

Maileen's pov

"Come sta Payton?" chiedo, in attesa che l'uomo dall'altra parte del telefono mi risponda.

"Sta peggiorando, è ancora in ospedale" risponde il suo manager.

"Va bene, grazie" inutile dire che di bene non ci andava proprio niente.
Infilai il telefono in tasca e feci finta di non aver mai sentito quella notizia.

Oggi devo andare a prendere il regalo per Riley, sperando di trovare qualcosa di bello. Avevo pensato ad una collana o un braccialetto.
Non sono mai stata originale con i regali.

Prendo la macchina e vado al centro commerciale. È giovedì, almeno non c'è il problema delle persone.

Entro in un negozio di gioielli e ne vedo un po'.
Poi, ne scelgo uno che preferisco particolarmente.

«Questo?» mi chiede la donna ed io annuisco.

Mi fa segno di appoggiare la carta sulla cassa, ma prima che possa farlo io qualcun altro mi batte sul tempo.

É patetico dire che riuscirei a riconoscere a Payton anche solo dalle mani?
Perché se sì, sono patetica eccome.

Non mi ci vuole molto a capire che si tratti di lui.

"Pago io" dice a tono basso.

Quando mi giro il suo volto è oscurato dal cappuccio che gli cala sula fronte, ma riconosco il riflesso dei suoi occhi nocciola contornati da delle occhiaie scure.
Vorrei abbracciarlo, ma quando ci provo mi fulmina col lo sguardo, e le sue labbra mimano un 'dopo'.

Lascio che la commessa lo faccia pagare e che mi porga la busta con la collana, poi ringrazio ed esco.
Payton mi trascina lontano dall'ingresso del negozio in un posto più isolato, tutte precauzioni che non riesco davvero a capire.
Ma finalmente, arrivati lontano da tutti, mi abbraccia, ed io ricambio senza neanche pensarci.

"Mi sei mancato" sussurro, mentre cerco in tutti i modi di tirare indietro le lacrime.

"Anche tu" il suo tono mi rassicura.

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora