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Il ristorante era un posto piccolo ed accogliente, con i pavimenti grigi e le pareti di mattoni.

Payton si sedette all'estremità del tavolo, di fianco ad Anthony, e decise di ordinare una semplice margherita.

"Io vado a lavarmi le mani" Chase si alzò ed andò in bagno, seguito da Anthony, Charli ed Alex.
Con lui rimasero solo Addison, Kouvr ed Avani.

Stava guardando il telefono, dato che delle loro conversazione sull'ennesimo vestito da comprare non se ne interessava tanto, quando sentì il fischio fastidio che fanno i microfoni una volta accesi.

Alzò lo sguardo e notò che in fondo al locale c'era un piccolo palco, dove un uomo stava cercando di sistemare l'attrezzatura.

Fece un pollice in sù per dire che tutto funzionava, ed una ragazza salì sul palco.
Non poté fare a meno di sorridere quando vide che si trattava di Maileen.

La guardò avvicinarsi timidamente al microfono e picchiettarci sopra più volte per vedere se davvero andava, per poi iniziare a parlare.
"Scusate ma abbiamo avuto qualche problema tecnico, ora possiamo ripartire" scese di nuovo dal palco e risalì con al collo una chitarra classica.

Alcuni nel ristorante applaudirono e lei sorrise.
"Vogliamo Britney Spears!" gridò un ragazzo da qualche parte della stanza, facendole scappare una breve risata.

"Con piacere" rispose sorridente.

La ragazza tornò seria e guardò la chitarra. Il locale era ormai diventato silenzioso, apparte alcuni bambini che chiamavano la loro mamma.
Iniziò a pizzicare le corde, e subito Payton riconobbe la melodia di 'toxic'.
Sapeva a memoria quella canzone, sua sorella la adorava.

"Baby can't you see, I'm calling..."
La sua voce era ancora più bella di come se la ricordasse.
Aveva un timbro perfetto.

"A guy like you should wear a warning
It's dangerous
I'm falling"

Restò immobile ad ascoltare, con gli occhi fissi su di lei ma persi nei propri pensieri.
Quella canzone gli ricordava la sua famiglia.
Sua madre, sua sorella; chissà come stavano senza di lui.
Non l'avevano mai chiamato, forse non sentivano la sua mancanza.
Chissà come stava suo padre; magari lo stava guardando ancora.

"È figa né?" Sobbalzò quando sentì la voce di Anthony attaccata all'orecchio.

"Dio mi hai fatto prendere un infarto" si mise una mano sul cuore.

"Guarda che zinne" continuò il ragazzo fingendo di palparle.

"Smettila Anth" Payton gli spostò le mani, ma non poté non ridere.

Proprio quando finì la terza spostò lo sguardo dall'amico e tornò a fissare Maileen.
Finalmente i loro occhi si scontrarono, e tutti e due sorrisero.

Anche quando continuava a cantare ogni tanto lo guardava, e lui le mandava un pollice in su senza farsi vedere dagli altri.
Dopo quella canzone, però, lei se ne andò, lasciando spazio ad un altro ragazzo.

E dovette ritenersi fortunato, dato che se non se fosse rimasta non avrebbe calcolato minimamente i suoi amici.

"Quindi voi due andrete in Inghilterra tra due settimane" tentò di iniziare una conversazione Addison, rivolgendosi a lui ed a Charli.

"Esatto" annuirono entrambi.

"Quanto rimanete?"

"Quattro giorni" rispose Payton.

"Vi abbandonerò anch'io" disse Anthony "andrò a casa per il mio compleanno"

"Non starai con me, amore?" Chiese Avani facendo gli occhi dolci.

"Starò con te un altro giorno, te lo prometto" i due si baciarono e Payton abbassò lo sguardo, sperando che nessuno avesse sentito il suo cuore andare a pezzi.

Quando ebbero finito di mangiare decisero di dividere il conto.
Payton si accertò che nessuno lo potesse sentire e si rivolse al cassiere.
"Conosci Maileen Anderson, la ragazza che cantava qui oggi?" Chiese.

"Sì, abbastanza, lavora qui da un po'" rispose lui, prendendo i soldi e infilandoli nella cassa.

"Sai per caso dov'è adesso?" Afferrò il resto e lo scontrino.

"Sul retro del locale, c'è una terrazza che si affaccia sul mare. Di solito va lì la sera" gli indicò la porta per uscire.

"La ringrazio" sorrise e l'uomo ricambiò con un cenno del capo.

"Ragazzi intanto che pagate io vado un attimo in bagno" disse rivolgendosi ai suoi compagni.
Loro annuirono.

Iniziò a dirigersi verso il bagno, ma non appena smisero di guardarlo corse sul terrazzo.

Guardò dalla porta in vetro la ragazza seduta sulle ringhiere della veranda, mentre pizzicava le corde della chitarra.

Uscì dal locale e camminò verso di lei.
"Sei stata brava oggi" disse, sedendosi di fianco alla ragazza.

"Grazie" si tirò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed arrossì.
Payton sorrise, si vedeva che gliene facevano pochi di complimenti.

"Quindi lavori qui?" Chiese, osservando il riflesso della Luna sull'acqua.

"Diciamo di sì, vengo a sostituire il cantante originale. É dovuto andarsene da qualche parte... in Africa, credo" spiegò "questo ristorante è di un amico di mio padre, e mi ha chiesto di cantare in cambio di qualche soldo"

Payton annuì.
"Lo fai per aiutare la tua famiglia?"

Perspicace, pensavo ci comprasse la droga.

"in realtà li sto conservando. Mi servono per il TT"

Il ragazzo corrucciò la fronte "TT?" chiese.

"Teen Talent. E' un concorso di canto." abbassò lo sguardo imbarazzata "può sembrare stupido, ma volevo provare ad andarci. Si vince un contratto con una casa discografica"

"non è stupido, è fantastico"

La ragazza alzò lo sguardo sorpresa "dici sul serio?"

"sì, certo" non riusciva a capire la sua reazione. Aveva una bella voce, sarebbe stato uno spreco non usarla.

La ragazza sorrise, ma poi tornò cupa. "Mia madre e mio fratello non fanno altro che ripetermi che è soltanto una fase. Per questo non vogliono tirare fuori neanche un soldo"

"di quanto hai bisogno?"

Sospirò. "l'iscrizione 50 dollari, più un weekend in hotel ed un viaggio in aereo a New York. Prendere quei soldi si sta rivelando più difficile del previsto"

il ragazzo la guardò incuriosito.

"è una storia lunga" si limitò a dire, abbassando il capo. Payton appoggio la mano sulle sua, facendole alzare lo sguardo.
I due si guardarono fissi negli occhi per un tempo che sembrava infiniti.

Tentò di respirare regolarmente, nonostante l'aria iniziasse a mancarli.
Sembrava che il mondo intorno si fosse fermato mentre loro rimanevano lì, immobili, a qualche centimetro di distanza.

Un unico e semplice mi movimento.
Sarebbe bastato il più piccolo degli sforzi per far scontrare le loro labbra e stravolgere i loro mondi.

Perché l'amore fa questo, incasina, ed entrambi lo sapevano bene.

Ora però la scelta era loro.
Prendere o lasciare.

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora