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Il locale si era ormai svuotato.
Gli sposi erano andati a riposarsi, mentre Payton si era incaricato di ripulire.

In tutto, nella stanza, rimanevo lui, qualche membro dello staff del locale, Maileen, ed Austin, che se ne stava seduto al bancone a bere un ultimo bicchiere di qualche cocktail.

La ragazzata si era messa in un angolo, a pizzicare le corde della chitarra che la band le aveva prestato a patto che la ridesse una volta conclusa la serata, intonando di tanto in tanto qualche nota.

Payton invece aiutava il personale a ripulire, spazzando via le briciole ed il resto della sporcizia dal pavimento. Quando arrivò vicino al bancone, il moro fece cadere a terra il bicchiere, rovesciando per terra il resto di cocktail rimasto.

"Ops" esclamò, anche se Payton capì che quello non si trattasse di un sbaglio. Gli rivolse un'occhiataccia e passò oltre "raccoglilo da solo" sputò acido.

Non ci volle molto prima che la ragazza si allarmò e mise da parte la sua chitarra per osservare la scena.

"Che paura" rispose ironico Austin, alzando le mani al cielo e scuotendole in aria.

"si può sapere che ti prende?" la situazione stava iniziando a scaldarsi, costringendo Maileen ad alzarsi ed andare verso di loro "smettetela" gli ammonì.

Austin si alzò, e prima di andarsene spintonò via la ragazza. Non fu una spinta forte, la fece solo andare bruscamente indietro di qualche passo, ma era sicuramente abbastanza per Payton.

"Non toccarla" gli afferrò il braccio, obbligandolo a fermarsi e voltarsi verso di lui.

"O cosa? Mi farai fare la stessa fine di mio fratello?" chiese.

Payton rimase in silenzio, cercando di capire cosa significasse quella frase. Suo fratello? Austin aveva un fratello? Per quel poco che aveva saputo su di lui, nessuno aveva neanche accennato ad un altro membro della famiglia Felt.

"Come?"

Il moro strozzò una risata amara "lascia che a spiegartelo sia la tua fidanzatina" fu l'unica cosa che disse prima di lasciare la stanza.

Subito, Payton si voltò verso Maileen "lascia stare, sta parlando a vanvera" lo rassicurò la ragazza, ma qualcosa nel suo tono e nei suoi movimenti non riusciva a convincerlo.

"So che stai mentendo"

"Payton io-" Il ragazzo la bloccò prima che potesse dire qualche altra bugia "dimmelo e basta, niente scuse o giochi di parole, non voglio segreti tra noi" Cercava di rimanere calmo, ma la consapevolezza che qualcosa non andasse lo turbava e non poco.

Maileen sospirò "torniamo a casa, voglio parlarne in privato"

Durante il viaggio, nessuno ebbe il coraggio di pronunciare una parola.

Quando arrivarono in stanza, la ragazza continuò a sputare piccoli ordini: "chiudi la porta", "controlla che non ci sia nessuno", "siediti".

"Perchè dovrei sedermi?"

"Tu fallo e basta"

Fu solo nel sentire la voce tremolante della ragazza che Payton iniziò a vedere la sua espressione impaurita sul volto. Prima, forse per la rabbia o forse perchè non aveva voluto farci caso, non l'aveva notata, ma non prometteva niente di buono.

Ci fu un silenzio tombale, prima che Maileen continuò a parlare "Jackson Felt, ti dice qualcosa?"

Payton negò, ma fu preoccupato da quanto quel nome gli suonasse familiare.

"Eravate nella stessa scuola, frequentavate molti corsi insieme" si fermò un attimo. Le lacrime avevano iniziato ad imagazzinarsi sotto i suoi occhi, ma Payton preferì lasciarla continuare. Nella sua testa, però, milioni di domande vagavano senza risposta.

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora