11. It's cute!

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-Mh, tutto okay?- si azzardò a chiedere Harry, una volta entrati in macchina.
Louis sembrava molto arrabbiato, ma rimaneva in silenzio a pensare.

-Si.-
Probabilmente intendeva no, e lo si notava benissimo.
Ma era colpa sua?
Non lo sapeva, non stava capendo nulla e non poteva chiedere spiegazioni.

-Liam ti ha aiutato con qualunque cosa dovessi chiedere?-

Ma dai, ovvio che sapeva cosa.
Sapeva tutto. Era lui.
Ma non voleva farglielo capire.
Voleva rimanere all'oscuro di tutto per vedere fino a che punto si spingeva.

-Purtroppo no. Gli scriverò se scopre qualcosa.- fece spallucce, osservando Harry dal riflesso del finestrino mentre guidava.
Non voleva voltarsi o lo avrebbe preso a pugni in faccia.

Il riccio emanò un sospiro di sollievo.
Gli scriverà.
Non sapeva fosse lui?
Quindi Liam aveva letto il messaggio dell'amico dove lo avvisava, per fortuna.

In realtà Louis aveva chiesto di non parlarne, così che il più piccolo non potesse scoprire che lui sapeva tutto.

-Anche se non capisco che problemi ha.- aggiunse.
Voleva stuzzicarlo.
-Mette la L ad ogni fine messaggio, è così fastidioso.-

Lo vide irrigidirsi. Era così chiaro che fosse lui.
Doveva capirlo prima, ma ora che aveva avuto l'opportunità di conoscere un po' Harry era più ovvio.

-È carino!- protestò, quasi furioso dell'insulto.

-Mh, no. Perché dovrebbe? Non ha senso.-
Forse ci stava rimanendo male, ed era quello che voleva.
Se prima gli era indifferente ora era ritornato ad odiarlo.

-Magari non ha senso, ma io lo trovo carino.- controbatté ancora.

-Idiota.- borbottò, e ottenne solo uno sguardo confuso da parte del riccio.

Non capiva perché fosse arrabbiato allora.
Forse ripensava alla foto?
Ma non doveva fregarsene, giusto? Doveva rimanere professionale e serio, se glielo avesse chiesto in quel caso si sarebbe importato, altrimenti sarebbe rimasto indifferente.

Il resto del tragitto lo passarono in silenzio.
Louis guardava fuori dal finestrino e Harry rimaneva concentrato sulla strada, lanciando qualche volta lo sguardo sul liscio.
Era come se usciti da casa sua fossero persone differenti.
Un'ora prima gli stava insegnando a suonare il piano ridendo e un'ora dopo erano lì in auto a non parlarsi.
Ma era giusto così, no?
Entrambi pensavano fosse giusto, quindi lo era sicuramente.

-Arrivati.- disse alla fine, fermandosi di fronte la sua palazzina.
Louis non voleva scendere e tornare da Eleanor.
Non né aveva voglia, ed era la sua ragazza.
Non sapeva cosa gli prendeva, ma non era la prima volta che pensava ad una cosa del genere.
Però doveva andarsene. Certo non voleva vedere Eleanor, ma era ancora più incazzato con Harry, quindi meglio ritornare da lei che rimanere con lui.

-Allora ci vediamo al processo, dopodomani.- questa volta uscì dalla macchina senza ringraziare e senza guardarlo. -Ciao, Styles.-
Usò un tono freddo e distaccato, che quasi fece mettere il broncio al ragazzo.

-A dopodomani, Signor Tomlinson.- contraccambiò lui, per poi andare via da lì ancora frustrato.

*

-Amore! Sei finalmente tornato, mi sei mancato.- Eleanor si era piombata nelle sue braccia, decisamente entusiasta. -Mi dispiace di averti messo pressione, ma non hai risposto ed ero preoccupata.-

Fece una smorfia.
Non le aveva risposto neanche ad un singolo messaggio. Non aveva idea di dove fosse stato tutto questo tempo, e improvvisamente si sentì un vero stronzo nei suoi confronti.

Strawberries & Cigarettes; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora