34. Strawberries & cigarettes (part one)

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Un anno prima

-Louis, dovresti rimanere.-

-Perché dovrei? Così che io possa sentire papà che elogia un ragazzo qualunque che lavora per lui? No, grazie.-

-Magari vi trovate bene, è solo qualche anno più piccolo.-

Johannah stava tentando in tutti i modi di far rimanere il figlio a cena, ma la sua testardaggine era impossibile da sconfiggere.

-Se piace a lui di certo lo odierò.- perché ovviamente doveva odiare qualunque essere vivente che lavorasse con Mark, o che avesse a che fare con lui in generale.

-E dove andrai?-

-Troverò un posto dove andare, no?- la sua ragazza era con lui a Doncaster quelle settimane, ma in realtà voleva allontanarsi anche da lei e correre ad un bar per potersi ubriacare in tutta tranquillità e solitudine.
Avrebbe anche potuto chiamare Niall e/o Zayn, ma i due volevano stare con la famiglia come era giusto che fosse.
Anche Louis sarebbe rimasto con la sua famiglia se non fosse per Mark e la sua uscita di invitare un ragazzo di Holmes Chapel a venire lì solo per una cena con il suo capo. Quasi quasi si dispiaceva per lui, ma non voleva averne a che fare neanche un millisecondo.

-Sicuro?-

-Certo mamma, a dopo.- sorrise, dirigendosi verso la porta e uscire finalmente dalla casa prima che uno dei dipendenti del padre arrivasse.

*

Erano passate ore, non aveva idea di quanto tempo preciso, ma era rimasto sul bancone del bar a bere tutto il tempo.
Probabilmente avrebbe vomitato da lì a poco, ma sembrava divertirsi con la gente a caso che passava con cui chiacchierava completamente a caso di qualcosa che neanche lui sapeva.

Aveva avuto i momenti depressi dove pensava soltanto a come sopprimere la voglia di lasciare Eleanor e urlare al mondo di essere gay.
Stava male, decisamente troppo, da anni per questo motivo.
Molte volte voleva solo bere e non pensarci, e quella sera gli sembrò perfetta.
E tutto grazie ad un ragazzo appena entrato, che catturò immediatamente la sua attenzione.
I capelli ricci leggermente lunghi coperti da un fedora, decisamente alto e un viso perfetto. Occhi verdi e delle adorabili fossette.
E dio, quel ragazzo era bellissimo.
Forse erano gli innumerevoli drink alcolici a dirlo, ma in ogni caso rimase quasi ipnotizzato.

Buttò in gola anche un altro po' di qualunque cosa fosse l'alcolico che aveva in mano, e notò il ricciolino sedersi poco più lontano da lui. Ma gli sgabelli che li dividevano erano tutti vuoti, quindi poté tranquillamente guardarlo.

Aveva un'espressione triste e frustrata. Probabilmente era venuto per ubriacarsi e dimenticare della giornata passata.

-Hey.- non sapeva neanche perché, ma voleva rivolgergli la parola.
Quando si voltò, sembrò essere sorpreso e shockato (ma Louis non aveva idea del motivo). -Tutto bene? Mi sembri un po' giù.-

Rimase ancora in silenzio, fissandolo cercando di trovare delle parole.
Era reale? Louis gli stava parlando? Era davvero lì davanti a lui come se nulla fosse?
Ma doveva trattenersi, così sorrise cordialmente. -Sì, grazie.-

Ordinò della vodka prima di ritornare a guardare il ragazzo che aspettava di conoscere da anni.
Era tanto da reggere.

-Beh, se vuoi parlarne sono qui. Tanto non ricorderò nulla domani, potresti anche dirmi che hai ammazzato qualcuno e io non lo ricorderei mai.- Harry rise. Affidabile insomma.
-Sono Louis, comunque.-

Strawberries & Cigarettes; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora